Melodic Death Metal Tag Archive

Arch Enemy – War Eternal

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Al loro nono album in studio gli Arch Enemy sanno ancora come fare i buchi al pavimento e, seppur con qualche modifica alla line up, raggiungono sempre dei livelli altissimi dentro e fuori la scena svedese che da sempre offre le migliori melodie della storia del Death Metal. Dopo quattordici anni di carriera come frontman e voce del gruppo, Angela Gossow scende dal palco e si dedica alla band come business manager; al suo posto, la band di M.Amott decide di contattare l’ex vocalist dei The Agonist, Alissa White-Gluz. La giovane cantante canadese afferma di aver sempre ammirato la band fin dai tempi del magnifico Wages of Sin (2001) e la notizia di questo cambio di line up è stata inaspettata per lei quanto per noi. Alissa sostituirà egregiamente la Gossow; anzi, la supererà anche abbondantemente grazie alla sua voce che cattura e sgretola sia in scream che in growl, non perdendo però lo stampo vocale classico della formazione nordica. Oltre al cambio già citato, nel 2012 ci fu una new entry anche alla chitarra: fuori Christopher Amott per Nick Cordle ed ecco gli Arch Enemy nella loro nuova splendida veste.

L’album si apre con un intro corale e bellico per poi dar spazio a un brano che da subito fa capire quanta violenza e classe hanno ancora da offrirci; “Never Forgive, Never Forget” è seguito dal primo singolo pubblicato che fornisce il nome all’album. Il disco prosegue decisamente bene, con pezzi sempre molto aggressivi e al contempo melodici come il secondo singolo “No More Regrets” ed il terzo a seguire, dal titolo “You Will Know My Name”, per giungere ad uno dei capolavori di questo cd e non solo, “Time Is Black”; il brano presenta un intro che risuona come un carillon accompagnato da un insieme di archi, a seguire un riff davvero massiccio e prosegue per il meglio senza mai cadere di intensità. Una particolarità sono i temi di violino che si fondono al brano con una delicatezza impeccabile. La chiusura di questo capolavoro è affidata ad uno strumentale con tema di chitarra molto in stile Arch Enemy che compie il suo lavoro lodevolmente, seguito da una bonus track, o meglio da due: una cover di “Shadow on the Wall” nella versione in digipack ed una cover di “Breaking the Law” nella versione giapponese. L’artwork ed il layout sono stati realizzati dal romeno Costin Chioreanu che realizza la copertina interamente a mano e nella versione mediabook troviamo una toppa del singolo “War Eternal”. La qualità è cresciuta esponenzialmente dal 2011 di Khaos Legion, suoni molto più pieni e massicci in grado di catturare completamente l’ascoltatore per immergerlo in questa guerra che da sempre combattono e che, come indicato in quest’ultimo lavoro, non vedrà mai un termine.

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Circle of Chaos – Crossing the Line

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Anche per quanto riguarda il Death Metal, cosi come per ogni altro stile musicale, se non sai dove metter le mani non vai a parare da nessuna parte, soprattutto oggi che c’è un’inflazione del genere e nascono band giorno dopo giorno, sempre pronte a scimmiottare i loro riferimenti, che siano In Flames, Dark Tranquillity o Ceremonial Oath. Si rischia di esser monotoni, palesarsi senza idee e automaticamente suonare noiosi; un pò come è successo agli Svedesi Circle of Chaos che, in questo secondo disco intitolato Crossing the Line, tutto hanno fatto tranne che metterci personalità utile ad evitare i problemi di cui sopra. Il disco esce a distanza di quattro anni dal modesto Black Oblivion ed è anticipato da un EP del 2012 che, detto sinceramente, lasciava presagire il successivo passo falso fatto dal quintetto. E non a caso, anche quel Two Heades Serpent si rivelò un lavoro sciacquo e deludente.

Con questo nuovo disco, sembrano essere centrate le tematiche, i titoli sono forti e d’impatto e la produzione è discreta eppure ci ritroviamo comunque con un sound trito e ritrito tanto che gli unici colpi messi a segno arrivano con le sole “Sign of insanity” ovvero la traccia d’ apertura, “Ascending Disorder”, “War N Terror” e “Blood for Blood”.  Queste citate sono, nel bene o nel male, le tracce con qualche particolarità in più, che sia un riff graffiante, un assolo più coinvolgente o una melodia genuina; il resto passa tutto inosservato. Di questo Crossing The Line l’ unica cosa veramente  interessante è l’ artwork: colpisce ed è piacevole anche se comunque è troppo poco per un disco che  non ci ha convinto per niente sotto l’aspetto musicale. I Circle of Chaos sono un gruppo con buone potenzialità, probabilmente basterebbe loro poco per creare, non certo un capolavoro ma almeno un disco più piacevole e ascoltabile. Lo stesso album d’ esordio aveva degli interessanti particolari sui riff e sulle melodie e la cosa non poteva che suggerire la presenza di buone basi e proprio quelle devono  essere sfruttate al meglio. Purtroppo questo Crossing the line è stato un passo falso ma non c’è da scoraggiarsi, il tempo c’è e le capacità permettono ben altro; siamo fiduciosi.

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