Marco Parente Tag Archive

Davide Viviani – L’oreficeria

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La Band della Settimana: Luca Di Maio

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Dopo diverse esperienze musicali, dal 2001 al 2012 è impegnato nel progetto Insula Dulcamara, ovvero porta in giro, incide e diffonde la propria musica con l’aiuto di diversi musicisti. Con questo nome autoproduce quattro EP, un LP e partecipa a diverse compilation. Apre concerti per Micah P. Hinson, Tom Brosseau, Emily Jane White, Virginiana Miller, Marco Parente, 24 Grana e molti altri. Si esibisce in Italia, Svezia, Spagna e Germania. Dal 2012, abbandonato lo pseudonimo Insula Dulcamara, scrive e incide nuovi brani, tra cui uno originale per la colonna sonora del lungometraggio animato L’arte della felicità di Alessandro Rak, insignito di numerosi premi, tra cui il prestigioso European Film Award come miglior film d’animazione. Collabora anche a diversi dischi di altri artisti (Cosmosoul, Nasov, Sunneva), come musicista, autore e arrangiatore. Il 2016 vedrà l’uscita di Letiana, il primo disco a suo nome, che vede la produzione artistica di Marco Parente, e la presenza di Alessandro “Asso” Stefana alle registrazioni e ai mix, oltre che alle chitarre. Parallelamente, insegna e traduce le lingue svedese, inglese e tedesco. Letiana è il disco di debutto in uscita il 18 marzo con la produzione di Marco Parente.

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Marco Parente, nuovo estratto da Disco Pubblico

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“Ma Quand’è che si Ricomincia da Capo?” è il secondo estratto disponibile su YouTube da Disco Pubblico, il nuovo e imprevedibile progetto di Marco Parente che sposta il baricentro del solito meccanismo singolo-disco-tour . Il brano è una nuova pubblic-azione dopo “Avventura Molecolare”, rilasciata a dicembre, ed è un’altra delle dieci canzoni scritte dal “contrautore” per questa nuova avventura.

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“Avventura Molecolare”, il nuovo video di Marco Parente

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“Avventura Molecolare” è il primo estratto da Disco Pubblico, il nuovo progetto di Marco Parente al via a gennaio. Il brano, che è una delle dieci canzoni scritte dal “contrautore” per questa nuova avventura  viene presentato su YouTube in un video che è anche la prima pubblicazione in anteprima di Disco Pubblico e vede Marco eseguire il brano insieme alla sua band formata da Andrea Allulli (piano e tastiere), Andrea Angelucci (basso), Samuele Bucelli (batteria) e Stefano Cerisoli (chitarra).


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La Band della Settimana: Oslo Tapes

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Oslo Tapes è una band avant-rock formatasi nel 2011 a seguito di un viaggio nella capitale norvegese. Il progetto ideato da Marco Campitelli (The Marigold/DeAmbula Records) si concretizza con l’aiuto del musicista francese e produttore Amaury Cambuzat (Ulan Bator/Faust) che in cinque giorni compongono e registrano il disco d’esordio OT (un cuore in pasto a pesci con teste di cane) pubblicato nel marzo 2013. Nel disco compaiono anche molti ospiti tra cui Nicola Manzan (Bologna Violenta) e Gioele Valenti aka Herself. Segue un tour in versione elettro-acustico sperimentale al quale si aggiunge Mauro Spada (buenRetiro) al basso. Nel 2014 la band diventa un trio con l’ingresso di Federico Sergente (Zippo) alla batteria registrando un nuovo album di chiara matrice impro. Nel nuovo lavoro sono presenti  Amaury Cambuzat in veste di produttore e musicista, Umberto Palazzo (Santo Niente), l’avanguardista Pat Moonchy, Andrea Angelucci (Marco Parente), Sergio Pomante (Captain Mantell) e Francesco D’Elia.
Tango Kalashnikov è il nuovo lavoro della band uscito a novembre 2015, Prodotto da Amaury Cambuzat, il lavoro mette in risalto il viaggio intrapreso dal combo attraverso i territori sonori dell’avanguardia nord-europea. La scrittura dei brani svolta durante le sessioni di registrazione dell’album riconferma la matrice impro del trio, che viene a sua volta ampliata da interventi di ospiti (Umberto PalazzoSanto Niente, l’avanguardista Pat Moonchy e molti altri…) che a vario titolo arricchiscono le composizioni. Tango Kalashnikov contiene dieci brani categorizzabili in una visione avant rock senza mezze misure, dando sfogo al furore degli strumenti accompagnati da parti cantate o recitate, facendo della potenza non solo un concetto sonoro ma qualcosa di più intimo.

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Marco Parente presenta Disco Pubblico

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Marco Parente nel corso degli anni ci ha abituato ai percorsi obliqui, alle scelte imprevedibili, ad un modo di intendere la musica estremamente personale sin dalle modalità con cui porgere le proprie canzoni a chi lo segue.
Ma il nuovo progetto Disco Pubblico – che animerà l’attività del “controautore” nei prossimi mesi – sposta l’asticella un po’ più in là. Anzi: sarebbe forse meglio dire un po’ più a lato. Compiendo per la prima volta un passo verso una visione della sua musica che aggiri l’oggetto-disco dopo le tante sperimentazioni su quest’ultimo e sulle sue possibilità. Ora, con Disco Pubblico, Marco Parente porterà in giro per l’Italia il suo “disco che cammina” grazie al supporto di Woodworm e alla complicità di Macramè – Trame comunicative: un nuovo lavoro di dieci canzoni mai incise e mai stampate, che diventerà reale solo grazie all’incontro con le persone in una serie di pubblic-azioni dove saranno gli ascoltatori stessi a pubblicare le canzoni.
Come? Sigillandole nella propria mente e nel proprio cuore (heart-disc) o registrandole audiovisivamente tramite smartphone, tablet e altri strumenti tecnologici per poi riversarli nel sito www.discopubblico.it che farà da piattaforma e da punto di raccolta di tutte le diverse e personali pubblic-azioni avvenute durante il tragitto di Disco Pubblico. Le pubblic-azioni di Disco Pubblico prenderanno il via a gennaio 2016 con quattro appuntamenti speciali in altrettanti luoghi della Penisola, per poi continuare tutto l’anno dando vita evento dopo evento ad un Disco pubblico sempre diverso, unico e originale.

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Marco Parente ha scritto una canzone per Irene Grandi

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Marco Parente ha scritto una canzone per il nuovo album di Irene Grandi Un Vento Senza Nome in uscita oggi, 12 febbraio, su etichetta Sony Music. Il brano si intitola “Cuore Bianco” e rappresenta la prima collaborazione di Marco Parente come autore per l’interprete fiorentina. “Conosco Irene da molto tempo – racconta Marco Parente – e oltre che una grande voce la considero una buona amica. Questo ha reso il nostro incontro, che mi vede autore di una canzone per lei, ancor più emotivo e sensibile. Non ho mai avuto pregiudizi verso lo sconfinamento e incontro tra musicisti di mondi differenti (o presunti tali), anzi ne ho sempre apprezzato i vari esperimenti e benefici che da entrambe la parti sono scaturiti: se da un lato ci si rinfresca e inspessisce un po’, dall’altro saltano alcuni paletti dietro i quali spesso ci trinceriamo con un certo autocompiacimento. Mi piace tutto del risultato finale, in modo particolare la passione e educazione col quale ci si è arrivati.” “Cuore Bianco” è la seconda incursione nel mondo del pop di Marco Parente – che nel 2002 scrisse “Farfalla Pensante” per Patty Pravo – e arriva in un periodo di grande fervore creativo. Parente, la cui ultima pubblicazione a proprio nome risale al 2013 (“Suite Love”), sta infatti lavorando in questi giorni ad un nuovo disco e a breve, con Alessandro Fiori e Lorenzo Maffucci, getterà le basi del secondo lavoro dei Betti Barsantini. Nel frattempo porta in giro insieme al musicista sperimentale Vincenzo Vasi il “Paranormal Tour”, in cui i due si scambiano brani e suggestioni sonore, dando vita ad un incontro di visioni musicali decisamente inconsueto.

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Terje Nordgarden – Dieci

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Terje Nordgarden viene dalla Norvegia ma vive e suona in Italia da ormai parecchi anni. Innamorato del Folk e del Blues americani, di Dylan, Springsteen, Drake, Elliott Smith, si è integrato nella fertile scena indipendente italiana e con questo suo ultimo Dieci rende omaggio alla sua famiglia adottiva reinterpretando e riarrangiando, per l’appunto, dieci brani di artisti nostrani (Cristina Donà, Paolo Benvegnù, Marta Sui Tubi, Marco Parente, Iacampo, Cesare Basile… ma anche Claudio Rocchi e Grazia di Michele).

Il risultato è un disco lunare e dolcissimo, rarefatto ma intenso allo stesso tempo. Chitarre dalle distorsioni calde, arpeggi cristallini, ritmiche lineari e soundscape vibranti e infeltriti, un maglione Folk/Blues elettrico in cui raggomitolarsi: sopra tutto questo, una voce morbida, che fa sue canzoni altrui con naturalezza. L’accento straniero di Nordgarden aggiunge anche un taglio retrò all’operazione: ci porta alla mente gli anni 60, il Beat, gli inglesi che venivano in Italia a cantare (in italiano) canzoni (italiane). I brani, cover di artisti (chi più chi meno) affermati ma quasi tutti provenienti dalla scena indipendente, sono canzoni belle ma non famosissime, e questo contribuisce a rendere questo disco di cover un prodotto molto particolare e sui generis.

Alcune canzoni sono particolarmente riuscite (“Non È la California”, “Invisibile”, “Cerchi sull’Acqua”), altre un po’ meno (“La Realtà Non Esiste”), ma Dieci rimane un disco assai godibile e Terje Nordgarden un artista da tenere d’occhio.

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