Elli de Mon Tag Archive

The Jon Spencer Blues Explosion per la prima volta in Campania

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Per la prima volta in Campania The Jon Spencer Blues Explosion in concerto (open act Elli De Mon). Il concerto si terrà sabato 29 Agosto dalle ore 19.30 presso PompeiLab di Via Astolelle, Pompei (Na).
ll trio di New York City presenta il nuovo album Freedom Tower – No Wave Dance Party 2015 uscito a marzo su etichetta Mom+Pop Music.

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Elli de Mon, il nuovo disco a Febbraio

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Si intitola semplicemente II, due o secondo. Due come gli opposti: luce, ombra; giorno, notte; io, l’altro. Due come il secondo disco dei Led Zeppelin. Due come naturale prosecuzione del primo lavoro, a cui questo disco è legato. II è stato registrato la scorsa estate al T.U.P. Studio di Brescia, prodotto da Bruno Barcella e Alessio Lonati che hanno anche partecipato alle registrazioni. Il suono e la produzione diventa più minimale rispetto all’album d’esordio e allo stesso tempo l’atmosfera del disco si fa ancora più cupa e oscura: PJ Harvey, i Kyuss, John Fahey sono le influenze predominanti che si mescolano a Bessie Smith, Blind Willie Johnson e Son House. La musica modale indiana, con la quale Elli de Mon si è formata, si fa ancora più presente nel disco. II uscirà in LP e CD per Pitshark Records, etichetta francese che lavora con alcune leggende del Rock mondiale: dai Motorhead ai Radio Birdman, dai New Christs ai Nomads, dai Sewergrooves ai Cosmic Psychos. L’illustrazione della copertina, come per il disco precedente, è stata creata da Alberto Brunello.

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Elli De Mon – Elli De Mon

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Elli de Mon, già “anima Folk” dei Le-Li, con cui ha girato Italia e Europa e pubblicato due dischi e un EP su Garrincha Dischi, arriva a questo primo lavoro solista con l’intenzione di esorcizzare il proprio demone interiore scatenando, libera e cupa, la voglia di Blues che il gruppo contribuiva a tenere in stand-by. L’omonimo album è quindi un concentrato di Folk scuro, Blues ossessivo, sporco, dai suoni ruvidi e dall’andamento ondeggiante, con versi ripetuti come “mantra autoreferenziali attraverso i quali liberare la mente”. Mettere in scena l’anima solitaria e oscura attraverso il Blues (soprattutto questo Blues, dall’impianto Garage, con uno spirito quasi Punk e una rappresentazione a bassa fedeltà che ci dà l’idea di un racconto attorno ad un fuoco, sì, ma di rifiuti urbani) è un gioco che riesce sempre bene, e, complice la semplicità (relativa) di realizzazione, un gioco che viene tentato sempre più spesso.

Non che sia un male: il bello del Blues è di saper essere intrigante anche nella ripetizione. Sempre uguale a sé stesso, ma sempre diverso; la stessa maschera, le stesse movenze, ma labbra (e anime) diverse che possono dire cose diverse. Il disco di Elli de Mon non è da meno: un impianto che più classico non si può, che però racconta un mondo personale, con qualche guizzo caratteristico (“Devil”, “Devote”, “Spell”), attraverso pochi (e ovvi) ingredienti (slide guitars, banjo, sonagli). Niente di nuovo sotto il sole, quindi, ma solo vecchi demoni nell’ombra.

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