COFFEESHOWER Tag Archive

Coffeeshower – Houses

Written by Recensioni

Quanto abbiamo ancora sulla pelle questo suono? Noi nati negli anni 80 che abbiamo visto le prime creste sulle musicassette dei nostri compagni delle medie, per poi vederle sul cranio dei rappresentanti di istituto, sedicenni liceali brufolosi. E infine MTV che ha ridotto tutto questo ad una bella confezione regalo, buttata in pattumiera poco dopo. In Italia però pare che il buon vecchio Punk “all’americana” (o meglio “alla californiana”) non sia proprio mai veramente stato spazzato via. Rosicchia l’underground, mordendone le gambe con denti sempre più luccicanti, riga da un lato e barboni da hipster. Si potrebbe storcere un po’ il naso al nome Punk ma le radici risiedono ancora nello squallore e nella rabbia, anche se ci avviciniamo a produzioni ben pettinate come questa. Gli abruzzesi Coffeeshower non sono però dei ragazzini a cui piace farsi i fighi con le chitarre, i loro armadi saranno pieni di magliette sgualcite dei NOFX e dischi dei Pennywise. Nati nel 1999 hanno all’attivo numerosi tour in Europa, album e addirittura un Greatest Hits. Ma soprattutto una costanza che è degna di chi la musica non la prende nè come lavoro nè come passione, ma come vera e unica compagna di vita. Houses è un disco cliché, poco da aggiungere. Solo tanto sudore, passione e voglia di suonare vivi, cercando (perché no?) di stare al passo coi tempi. “Tom Sawyer” viaggia in quell’Hardcore melodico che non può che fare rigonfiare i polsi di sangue. Basso e batteria roboanti, chitarroni da salti a pie pari. La produzione americana si sente in tutte e tredici le tracce del disco. “It’s Your Birthday” e il singolo “Broken Pieces” sono adolescenziali come l’amore per questo sound, come quella voglia di ribellione che per fortuna fa fatica a svanire. L’aggressività non molla mai la presa e vede il suo apice in “Four Walls”, il growl alla voce è una mina, un pugno in faccia, un’onda anomala.  Il resto del disco fila dritto, sempre ben apparecchiato. Per fortuna ci regala ancora un paio di deviazioni (mai forzate) nelle due strumentali “Houses”. Sentieri verdi e freddi. La prima parte sembra ambientata in un bosco del nord Europa, la seconda in una grande metropoli statunitense. Due concetti diversi di casa, ma la stessa sensazione di famiglia. “Houses Pt.2” ci porta dritti verso l’ultimo brano del disco “The Sentimental/Favourite”, un  pezzo che sottolinea la maturità compositiva dei Coffeeshower. A loro detta “solo una band con uno stupido nome”, a mio parere solo quattro ragazzi un po’ cresciutelli che prendono in mano i loro strumenti ancora con la necessità di voler sputare fuori il veleno. E perché no di divertirsi anche se i vent’anni sono passati da un pezzo.

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I Coffeeshower presentano Houses al Mu.Sp.A.C. a L’Aquila

Written by Senza categoria

E’ uscito lo scorso 13 novembre il nuovo album dei Coffeeshower, rock band del capoluogo abruzzese con 15 anni di presenza sui palchi d’Italia e non solo, intitolato Houses e pubblicato dalla storica etichetta del panorama indipendente italiano Ammonia Records. Il gruppo presenterà dal vivo il nuovo album il prossimo sabato 21 novembre nella bella location del Mu.Sp.A.C. (Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea) in piazza d’Arti a L’Aquila. La serata, organizzata dall’associazione culturale Vulcano assieme al Mu.Sp.A.C., vedrà i quattro punk rocker eseguire con la consueta dose di energia, passione e potenza, tutti i brani della loro ultima fatica discografica, oltre ai classici del loro repertorio, per un evento che si annuncia imperdibile ed unico nel suo genere nel panorama musicale del territorio.
Ingresso gratuito. Inizio concerto ore 22:30. Bar all’interno del locale.

Per maggiori informazioni:

vulcanoassociazioneculturale@gmail.com www.facebook.com/VULCANO-427006817405715/

Mu.Sp.A.C.: www.museomuspac.com

Evento ufficiale Facebook: www.facebook.com/events/1646861288864532/

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I Coffeeshower tornano con un video che anticipa il nuovo album

Written by Senza categoria

I Coffeeshower sono una Punk Rock band nata a L’Aquila nel settembre 1999, dall’incontro di due studenti appassionati di punk rock, Pier e Eddie, con l’aggiunta di Fausto, il fratello maggiore di Pier. Il risultato dell’incontro dei tre è un particolare mix di Punk-Rock, hardcore e melodie pop che ricorda molto i Bad Religion e i primi Offspring. Development del 2001 va esaurito in pochi mesi e fa dei Coffeeshower un piccolo caso per i seguaci del punk rock italiano. Nel 2004 la piccola etichetta genovese  li nota e decide di far uscire uno split-cd intitolato Split by Side condiviso con gli olandesi DEPENDENT, e poi partono in tour con i canadesi BELVEDERE. Il 2006 regala ai Coffeeshower l’opportunità di calcare il palco dell’HEINEKEN JAMMIN’ FESTIVAL e di suonare in Svizzera al TASTE OF CHAOS Festival, dividendo il palco con TAKING BACK SUNDAY, SAOSIN, UNDEROATH e ANTI-FLAG. All’inizio del 2009 i nostri hanno giusto il tempo di togliersi un’altra grande soddisfazione aprendo lo show bolognese di CHUCK RAGAN, voce del leggendario gruppo statunitense HOT WATER MUSIC: pochi giorni dopo il terribile sisma colpisce la loro città e costringe i Coffeeshower ad una lunga pausa forzata. Pur tra mille peripezie la band porta a termine nuove registrazioni e pubblica a inizio 2011 con la Indelirium Records il tanto sospirato full-lenght Kicking A Medicine Ball. A seguire tanti concerti in Italia e in Europa e una nuova uscita discografica per Indelirium Records, l’album compilation The Glory Years del 2013, che assieme a due inediti nuovi di zecca raccoglie tutto il vecchio materiale sparso qua e là tra ep e compilation varie e celebra i 15 anni di onorata carriera dei Coffeeshower. Il 13 novembre 2015 uscirà su Ammonia Records il nuovo album intitolato Houses, prodotto da Daniele Brian Autore (voce dei VANILLA SKY), anticipato dal videoclip del singolo “Broken Pieces” girato da Stefano Poletti.

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From the East Coast Fest

Written by Live Report

Ho sempre sentito parlare dell’ Hardcore SUPERBOWL del 1996 svoltosi a Pescara (qualcosa di mitologico); in molti mi hanno proferito di un certo incredibile concerto degli Slapshot e dei Misconduct; in molti mi hanno detto che quando suonavano i When Mind Reflect nella città abruzzese i kids riempivano quelle poche sale che facevano suonare fino a farle esplodere. In molti mi hanno ribadito che gli anni 90 per l’Hc Punk sono stati gloriosi a Pescara. Peccato che io fossi solo un pischello allora. Non importa perché appena arrivato davanti al Tipografia, vedendo tutti quei ragazzi e ragazze che non vedevano l’ora di entrare, ho subito avuto una bellissima sensazione, sono tornato indietro di dieci anni, nel periodo in cui la “provincia spaccava il culo alle metropoli” con il Terni o il Perugia HC FEST e tanti altri. Sì, proprio la provincia “tranquilla” e poco incline al cambiamento ma che per fortuna è composta da ragazzi che hanno ancora voglia di tirare fuori gli attributi e stupirci!

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Welcome to the FROM THE EAST COAST FEST! Dunque, avete capito che questo è stato un concerto Hardcore Punk, quindi è quasi inutile parlare troppo di qualità dell’audio e vari intoppi che ci possono stare; io dico ‘sti cazzi. Riprenderò l’argomento verso la fine citando un commento scritto su FB qualche giorno fa. Iniziamo a fare sul serio: ci sono gli Xzone e gli Still Nervous che aprono la serata a suon di classico Punk Rock / Hc stile Casualties per sottolineare che ce ne sarà per tutti i gusti! Dopo di loro i Coffeeshower! Sono i nostri nonnetti d’Abruzzo ma dal vivo sono sempre tra le migliori live band del panorama italiano! Sarà perché il loro ultimo lavoro, The Glory Years, è un “best of”, tirano giù tutto con una scaletta adrenalinica composta anche dai loro mega classici! Chapeau, come sempre direi! Quindi salgono sul palco i MUD dalla provincia di Teramo. Sinceramente non li ho mai seguiti e non ho troppe info a riguardo ma a quanto pare suonano da un bel po’ anche loro e sul palco si sono fatti rispettare! Un bel set, con canzoni chiaramente influenzate dagli Hatebreed di Satisfaction Is the Death of Desire e dagli Integrity di To Die For! Molto potenti. Dopo questi ultimi due set, il pubblico è sempre più caldo e numeroso e pronto ad accogliere gli Straight Opposition padroni di casa! Ormai li conosciamo, non esistono performance fiacche di questi hardcorer pescaresi! Per quello che si sente dire in giro e per quello che ho potuto constatare con i miei occhi, dal più minuscolo squat, al club stracolmo, non ci sono differenze, salgono sul palco pronti a dare tutto e ad infuocare il pit. E lo hanno infuocato di nuovo (per fortuna non avevamo dubbi). Ecco che si apprestano a salire sul palco i loro cugini punkrocker, Radio Shakedown!!! Dopo due set hc ci stanno a pennello anche se l’intensità non cala mica, anzi. Si intravedono dei pointing finger, singalong a manetta, ragazzi e ragazze che stanno sotto al palco senza paura sudando e pogando al ritmo dei loro singoloni e delle ballate. Impeccabili!

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Si apprestano a salire i co-headliner della serata, gli Strengt Approach da Roma, porta bandiera dell’Hardcore italiano nel mondo dal 1996. Qualche istante prima ho parlato con Alessandro, il cantante ed esce fuori il discorso che suoneranno dopo qualche giorno dal concerto di Pescara allo Ieper Fest in Belgio nella stessa giornata dei Gorilla Biscuits. Non c è da preoccuparsi, Pescara o Ieper Fest, Pratola Peligna o New York, il risultato è lo stesso! Sparano un set tritatutto per i kid che ormai sono belli carichi e pronti ad accogliere gli headliner. Dopo diciotto anni passati sui palchi del mondo intero gli SA ci ricordano: HARDCORE-THIS IS MY LIFE-everyday HARDCORE-THIS IS MY WAY-its running through my veins n my heart nothing has changed. Trends move but we still remain. Esemplari!

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Ed ecco che si apprestano a salire sul palco gli H20! Che dire di loro. È la terza o la quarta volta che li vedo dal vivo! Gli anni passano anche per loro ma non lo fanno notare assolutamente. In questi anni ho notato una cosa, Toby Morse è un mostro nel creare dalla prima nota sintonia col pubblico; sarà una questione di sguardi o chi può dire cosa. Il bello è che per la prima volta a Pescara vedo ragazzi che fanno stagediving, che cantano a squarcia gola, che cercano il contatto vero. Il bello è che ho visto varie generazioni stare li a cantare a memoria Thicker than Water e Nothing to Prove come se non ci fosse un domani. Non è decisamente una serata per selfie, per baffetti hipster, per shopping bag fashion, etc… Qui c è solo gente pronta a dare tutto per i loro beniamini e così è stato. Ora voglio riprendere il discorso intrapreso qualche riga fa ma voglio essere breve e sintetico perché alla fine non è stato un dramma. La sfiga ha voluto che gli inconvenienti tecnici sia spuntati fuori durante il set dei Newyorkesi (salta la corrente più di una volta), lo show si blocca un attimo ma poi riprende, poi si blocca e poi riprende. Alla fine gli H20 faranno una scaletta ridotta (circa trenta minuti) e daranno il massimo per soddisfare chi era lì per loro. È successo, succede e succederà sempre un po’ ovunque. Il giorno dopo arrivano puntuali le solite polemiche da leone da tastiera, i soliti Pc Police (io li chiamo così) ma non voglio scrivere a riguardo. Voglio solo riportare quello che ha detto il cantante dei Strengt Approach su FB e chiudo: “Gli imprevisti purtroppo non hanno reso facile la cosa ma nessuno comincia conoscendo tutte le regole del gioco e c’e’ sempre modo per migliorarsi e rendere certi eventi degni di essere ripetuti!” Il To the East Coast Fest è proprio uno di questi!”

Io in primis spero in una winter edition! Mi sono divertito, credo che il 99,99% dei ragazzi presenti si siano divertiti quindi Big Up per le band che hanno suonato e per la Mutiny Crew! Alla prossima!

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Coffeeshower

Written by Interviste

Coffeeshower: ovvero un pezzo molto importante della scena Punk Rock italiana e probabilmente, dal 1999 ad oggi, la più importante e riconosciuta band del genere di tutto l’Abruzzo in ambito Punk e Hardcore insieme agli Straight Opposition e pochi altri. Una storia che mira a diventare leggenda ma anche piena di salite, a cominciare da una line-up sempre in mutamento e che ha ruotato soprattutto attorno ai due fratelli Fausto e Pierluigi. Chi erano i Coffeeshower nel 1999 e chi sono oggi? Come è cambiato il vostro stile col trascorrere del tempo?

FAU: ti ringrazio delle belle parole, forse troppo belle (ride ndr). Onestamente in Italia non siamo così importanti, c’è senz’altro qualche amante del Punk Rock che ci segue da sempre, ma restiamo, come diceva il nostro ex bassista Emanuele (Verrocchi ndr), un “gruppo per cultori”. (ride ndr) Certo in molti luoghi d’Abruzzo ci sentiamo molto amati e apprezzati e quando suoniamo lì è come essere a casa nostra e di questo siamo sempre molto felici. La band è nata semplicemente dalla passione che io e mio fratello Pier condividevamo con Edoardo (Puglielli ndr) per il Punk Rock, i concerti e tutta la cultura che vi ruotava attorno. Da anni personalmente cercavo una forma di espressione per quel “rock’n’roll estremo ma melodico” che avevo in mente e con loro la cosa funzionò da subito. Pescavamo a piene mani dal Punk e dall’Hardcore e ci divertivamo a scrivere brani che fossero anche un po’ differenti dai cliché dei generi di riferimento. Con gli anni certo siamo cresciuti, abbiamo sperimentato strade un po’ diverse rispetto al nostro modo di scrivere canzoni degli esordi. Soprattutto dopo la separazione con Edoardo inevitabilmente il nostro stile è cambiato, lui era quello più legato a una certa scrittura più squisitamente hardcore, mentre dopo nel nostro processo creativo ha pian piano prevalso il lato più vicino al Punk Rock e all’Alternative Rock in generale della nostra “educazione sentimentale”.

A coronamento del vostro splendido percorso artistico, lo scorso anno avete pubblicato The Glory Years, album raccolta con diversi inediti. Un punto di arrivo o l’inizio di una nuova vita?

FAU: era da tempo che avevamo questa idea, visto che spesso ci veniva chiesto se avevamo ancora copie del primo EP autoprodotto o addirittura del primo demo. Ci sembrava una bella cosa riproporre tutto il vecchio materiale, demo compreso, assieme a qualche inedito che non avevamo mai avuto la faccia tosta (ride ndr) di pubblicare prima, insieme a un paio di brani nuovi di zecca che abbiamo registrato all’ACME Recording Studio di Raiano. Indelirium ha sposato da subito il progetto e così abbiamo anche noi adesso il nostro “best of…the worst” (ride ndr).

A tal proposito, girano voci di un imminente nuovo album di brani originali. Potete darci qualche anticipazione, se le voci sono da confermarsi?

FAU: senz’altro. Abbiamo praticamente finito le registrazioni dell’album nuovo. Crediamo che presto vedrà la luce, probabilmente in autunno. Ci saranno canzoni che in parte stiamo già eseguendo qua e là nei concerti e che qualcuno inizia già a conoscere, assieme ad altre davvero nuove.

FAB: abbiamo cercato di comporre l’album in modo da fotografare al meglio il nostro suono attuale, come ti diceva Fausto prima forse meno legato a sonorità tipicamente Punk Hardcore in senso stretto, ma sempre in pieno stile Coffeeshower. Spero ti piacerà quando lo ascolterai.

In quindici anni fatti di album e tour in giro per il mondo con Anti-Flag, Underoath, Taking Back Sunday, Hot Water Music, Smoke Or Fire, Chuck Ragan, Astpai, Antillectual, Atlas Losing Grip, This Is A Standoff avrete messo in cantina un’infinità di esperienze. Quale la più bella e la più importante per la vostra musica? Quale l’episodio da dimenticare?

FAB: le esperienze fatte in giro a suonare, anche quelle che apparentemente sembrano disastrose, lasciano sempre qualcosa di positivo, come un insegnamento a crescere, dal punto di vista musicale e anche personale. Non ci lamentiamo insomma (ride ndr).

FAU: personalmente ho molto rivisto la mia opinione sulle “aperture” di concerti di band importanti e sulla loro presunta utilità. Certamente dividere il palco con band grosse è sempre una cosa stimolante, hai l’occasione di incontrare personalmente musicisti che adori e anche di suonare davanti a un pubblico che altrimenti non ti avrebbe ascoltato, ma è vero anche che se a quella situazione non segue una buona promozione del nome della band, della sua musica, etc., cosa che per una band DIY è sempre un problema, alla fin fine resta solo un ricordo piacevole e non molto altro. Sicuramente comunque l’amicizia con Chuck Ragan e con gli Hot Water Music nata a seguito dei concerti fatti assieme, prima con Chuck ad inizio 2009 e poi nel 2012 con gli HWM, sono fra le cose più belle che abbiamo vissuto come uomini ancor prima che come musicisti.

Proprio pochi mesi fa siete tornati da un tour in centro Europa. Che differenze notate tra pubblico e organizzatori italiani ed esteri?

FAU: fin dal nostro primo tour abbiamo sempre lavorato in modalità DIY, facendo ovviamente una fatica bestiale  a partire dalla lunga fase preparatoria fatta di contatti prevalentemente via mail con i promoter, i centri sociali, i club, le band, etc. fino al vero e proprio viaggio per andare a suonare, con tutti i disastri finanziari che ne conseguono. Nonostante tutto però non abbiamo mai voluto far mancare alla nostra band quell’occasione di confronto con il mondo esterno. Ogni anno insomma almeno un piccolo tour all’estero deve esserci per noi, pur con tutte le difficoltà del caso. Generalmente comunque, per rispondere alla tua domanda, non abbiamo riscontrato particolari differenze tra il pubblico italiano e quello all’estero, forse fuori confine statisticamente negli anni abbiamo registrato un po’ più di attenzione e di curiosità da parte della gente che ti viene ad ascoltare, anche se per loro sei l’ennesima band sconosciuta in tour, ma ci sono sempre state serate bellissime e serate mortifere sia in Italia che all’estero. Certo quando sei all’estero in giro su un van scomodissimo e vieni da quattro serate nelle quali hai solo perso un sacco di soldi, sei stanco e malaticcio e vorresti soltanto dormire in un letto decente e succede che proprio quella sera si crea quella alchimia particolare con il pubblico di quello squat o di quel piccolissimo club di un posto lontanissimo da casa tua che non avevi mai sentito prima, beh quella è una ricarica di batterie straordinaria, è la cosa che ti fa andare avanti e che ti fa pensare di aver davvero fatto bene il tuo lavoro.

Per la prossima esibizione dal vivo ci diamo appuntamento al From the East Coast Fest di Pescara il prossimo 5 agosto. Un festival Hardcore che punta su una line-up eccelsa e che vedrà i newyorkesi H2O come band di punta. Chi ci sarà con voi e cosa dobbiamo aspettarci da un festival di questo tipo?

FAU: per noi è un onore essere stati invitati a questo festival, oltre agli H2O ci saranno gruppi leggendari dell’hardcore italiano come Strenght Approach e Straight Opposition e poi gli organizzatori hanno fatto secondo me una cosa davvero bella, quella cioè di comporre il cartellone delle band senza pensare soltanto all’Hardcore ma inserendo anche una nutrita rappresentanza Punk Rock, quasi a tirar su una vera e propria “unity fest punk-hc”: bello vero?

Avendo vissuto voi da protagonisti la nascita e lo sviluppo del Punk e dell’Hardcore, che differenze pensate ci siano tra quelli delle origini e quelli odierni? Quanto è venuto meno l’aspetto sostanziale (fatto di tematiche sociali e violenza espressiva) a favore di fattori formali (legati ad estetica e stile puro)?

FAU: quando abbiamo cominciato a suonare insieme, nel Punk e nell’Hardcore era già stato tutto scritto. Fin dalla metà degli anni 70 il Punk era già nato, morto e risorto tante volte, così come le varie ondate Hardcore statunitensi si erano già susseguite fin dagli anni 80. Ma era anche un momento in cui l’estetica Punk, la cultura dello skate, della strada, dei concerti e tutta una serie di altri elementi erano tornati in auge tra i ragazzi. Erano gli anni del “nuovo Punk Hardcore melodico”. Ricordo come quell’ondata di gruppi e uscite discografiche fosse vista dai vari recensori e intellettualoidi che si divertono a fare i sociologi quando parlano di musica come un qualcosa di vuoto, di spento, come una copia di cose già dette prima, una merda in pratica. Già allora insomma si diceva che quel movimento fosse tutta estetica e poca sostanza. Oggi però leggi ovunque che i Green Day di allora erano un gruppone e che i Nofx e i Lagwagon sono le band migliori della storia e che le band di oggi fanno schifo al confronto. Noi eravamo dei semplici appassionati, ci trovavamo con mio fratello e con Edoardo ad ascoltare insieme quella musica per tanti lunghi pomeriggi e a condividere molte cose di quella specie di “rinascimento Punk”. Partivamo e facevamo centinaia di chilometri per andare a questo o quel concerto al nord, era bello incontrare continuamente sui treni o nelle aree di servizio delle autostrade tanta gente con le Vans ai piedi e la tua stessa t-shirt che andava allo stesso evento. Si respirava un’aria di novità e di ribellione quando andavi a un festival o a un concerto in un centro sociale. Poi arrivò Genova e quello fu un brusco risveglio per molti di noi, ma parlare di questo ora sarebbe lungo e complicato. Per noi comunque fu una conseguenza naturale quella di cominciare a scrivere canzoni insieme e fare le prime prove, in tre, senza basso, in una stalla di un paese a 20 chilometri da L’Aquila dove un nostro amico aveva approntato un impianto elettrico davvero precario che a ripensarci mi vengono i brividi (ride ndr). E’ nato tutto molto spontaneamente, senza avere insomma la pretesa di poter recitare un ruolo in “scene” o situazioni che nel frattempo avevano già scritto pagine importanti. Avevamo solo voglia di divertirci a suonare e di urlare al mondo quello che avevamo dentro.

Esiste ancora una scena Hardcore tricolore? Quali sono le aree geografiche che ritenete più in fermento in Italia? Cosa distingue le band nostrane dal resto del mondo?

FAU: forse non siamo le persone più adatte per darti questo tipo di lettura, siamo sempre stati un po’ fuori dai giri, dalle scene vere e proprie, probabilmente il fatto di venire da una piccola città d’Abruzzo non ci ha aiutato a essere pienamente parte di un fenomeno che altrove stava andando avanti. Parlo di città come Roma o Milano o di altre realtà europee dove le cose erano e sono tuttora più facili di un posto come L’Aquila, anche se poi quando parli con altre band di Roma o Milano anche loro ti elencano tutte le cose che non vanno della loro città, del loro giro dei gruppi, delle sette e delle varie faide, etc. etc., ma questo è un altro discorso. Pur non vivendo insomma al centro di “scene” o situazioni più vivaci abbiamo però sempre avuto la fortuna di girare l’Italia e l’Europa per andare a suonare, abbiamo visto tanti posti e conosciuto tante persone stupende, così come tanti stronzoni. Certo non avrò mai, penso, l’opportunità di suonare tipo al The Fest a Gainesville in Florida o al Groezrock, quindi non so risponderti su come sia vivere oggi, da band, quel tipo di situazioni che viste da fuori sembrano il paese dei balocchi per chi come noi ama ancora il Punk e l’Hardcore. Posso dirti però che la sensazione che almeno nel nostro piccolo si avverte andando a suonare in giro adesso, rispetto ai nostri primi tour, è quella di un po’ di disinteresse verso questa musica e questa cultura, di grande difficoltà per gli organizzatori di concerti nel coinvolgere le persone, di grande freddezza generale purtroppo.

FAB: anche se come dice Fausto andando a suonare in giro ora si percepisce un po’ di disinteresse e di stanchezza, ci sono ancora tante persone che si sbattono per creare delle realtà nella loro città organizzando concerti e movimentando la quotidianità dei posti dove vivono. Credo che questo sia lo spirito positivo, immortale, di questo genere musicale. Quello che permette alle varie realtà di rimanere vive in questo momento di “torpore culturale”.

Quale è il ruolo sociale del Punk o dell’Hardcore oggi e quale il loro ruolo all’interno della musica Underground (o comunque non mainstream)? Credete che ci possano essere, negli anni a venire, prospettive di crescita e sviluppo del genere o lo stesso è destinato a ripetersi negli anni con lo sguardo sempre rivolto al passato?

FAU: Il Punk e l’Hardcore, pur con tutte le differenze e anche i conflitti che storicamente ci sono stati tra queste due grandi tendenze della cultura underground, sono entrambi nati dalla strada e sono linguaggi che dovrebbero parlare dritto al cuore della gente, ma è difficile farlo se questa gente non vuole ascoltarti più. Siamo onesti, un ragazzo che va a scuola oggi generalmente trova molto più interessante e stimolante un concerto Hip Hop o un dj set di un dj famoso piuttosto che un festival Punk, a volte sembra non importare più a nessuno del Punk e dell’Hardcore, almeno dalle nostre parti. E’ triste, ma bisogna fare i conti con questa realtà. Altrettanto vero è però che finché esisteranno questa attitudine, questa cultura e questi filoni musicali ad essa legati, quantomeno esisterà una “strada alternativa”, che forse un giorno i ragazzi torneranno a percorrere. Come dice Frank Turner:  “punk is for the kids that don’t fit in with the rest”. Probabilmente questo passaggio culturale un po’ buio per la cultura Punk è più evidente nella nostra Europa decadente, mentre nella tanto vituperata America le cose non stanno proprio così. Mi sorprendo ogni giorno a scoprire tantissimi nuovi gruppi che si fanno strada negli States e che pur suonando ancora con la vecchia formula chitarra, basso, batteria e 4 accordi scrivono canzoni magistrali e aggiungono sempre qualcosa di nuovo a un giocattolo che ai più sembra ormai obsoleto. Penso a band come Balance And Composure, Hostage Calm, Make Do And Mend, Pianos Become The Teeth, Captain We’re Sinking, Red City Radio, Iron Chic, Banner Pilot, solo per citarne alcuni a caso. E comunque, quello che voglio dire è che fin quando succederà che quattro ragazzi vorranno rinchiudersi in un garage per condensare tutta la rabbia possibile in una manciata di canzoni e condividerla con il mondo là fuori allora tutto questo avrà ancora motivo di esistere.

La nostra intervista si chiude qui. Vi facciamo un in bocca al lupo per la vostra esibizione in compagnia dei mitici H2O. Un’ultima cosa. Quale messaggio pensate che debba lasciare la vostra musica nella testa di chi vi ascolta?

FAU: crepi il lupo grazie! Quanto al messaggio, noi raccontiamo storie di vita, non siamo poeti o filosofi o predicatori, scriviamo solo canzoni e le condiamo col nostro suono, ci piace suonare con gli ampli a palla e con la batteria che non si ferma mai e se tutto questo fa anche divertire chi ci sta ascoltando allora è una cosa bellissima.

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Coffee Shower arriva The Glory Years

Written by Senza categoria

Venerdì 25 ottobre all’Irish Cafè i Coffeeshower presenteranno il loro cd antologico The Glory Years, con un concerto composto di due parti. La prima con il consueto repertorio di canzoni della loro più recente produzione, la seconda con tutti i vecchi classici di inizio carriera che verranno appunto pubblicati da Indelirium Records sul cd antologico. Ospiti speciali della serata anche vecchi membri delle passate lineup della band, per una festa celebrativa di ben 14 anni di sudata militanza nel Punk Rock!

Il disco, che sarà pubblicato da Indelirium Records, ripercorre tutti i 14 anni di attività dei Coffeeshower, dagli inizi sull’onda del melodic core anni 90 fino alle più recenti incursioni in territori più squisitamente rock, ma sempre a forti tinte punk. Oltre a 6 brani inediti, due dei quali registrati appositamente per questa uscita, il disco mette insieme il meglio ed il peggio della produzione Coffeeshower, riproponendo integralmente gli ormai introvabili primi due ep autoprodotti della band, i brani che finirono sull split cd del 2004 condiviso con gli olandesi Dependent, assieme a varie altre istantanee che raccontano la successiva carriera del quartetto fino all’uscita del 2011 sempre su Indelirium Records del pluriacclamato album “Kicking a Medicine Ball”. L’album uscirà il prossimo 25 ottobre e sarà disponibile in formato cd (in edizione limitata) e in digitale. Il cd sarà acquistabile la sera del concerto. Sono annunciati prezzi speciali al bachetto del merchandise.

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Indelirium Records festeggia dieci anni!

Written by Senza categoria

INDELIRIUM RECORDS 10thANNIVERSARY sarà il party organizzato dall’etichetta Indelirium Records per festeggiare i 10 anni di attività della nota etichetta hard core italiana, i festeggiamenti/concerti si svolgeranno sabato 12 Ottobre presso il centro sociale CaseMatte all’Aquila con ingresso gratuito. Di seguito tutto il programma!

X-STATE RIDE
STRAIGHT OPPOSITION
WAITING FOR BETTER DAYS
MY DISTANCE
COFFEESHOWER “acoustic set”

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