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Rebeldevil

Written by Interviste

I Rebeldevil sono un gruppo formato da icone del Metal tricolore: Dario “Kappa” Cappanera, GL Perrotti, Ale Demonoid e Paolucci. Esperti musicisti che ne hanno viste di tutti i colori tra successi e insuccessi. Abbiamo l’onore e il piacere di scambiare due chiacchiere con Dario “Kappa” Cappanera. Si è giunti a parlare del nuovo disco del gruppo, The Holder the Bull, the Harder the Horn, fino a scovare qualche piccola chicca. Non resta che gustarsi l’ intervista.

Ciao Dario e benvenuto su Rockambula. Cominciamo a dire come sono nati i Rebeldevil. Come è avvenuto l’incontro tra questi quattro big del Metal italiano?

KAPPA: Nel 2007 mi ritrovai con una manciata di brani finiti, che dovevano finire nel secondo ipotetico album per una reunion dei Cappanera (la band di Materializin Dream, Lucretia Records) ma la cosa non funzionò. Fu allora che una sera in giro per locali con Ale Demonoid si parlava del fatto che mi sarebbe dispiaciuto non utilizzare quel materiale, e di chi avrebbe potuto fare al caso mio per cantarli. Demonoid allora menzionò Gl Perotti, con cui ero già amico dal 1993. Provai a chiamare Gianluca, gli mandai il cd con dodici pezzi  e lui che tra l’altro veniva da un periodo parecchio triste, avendo appunto perso la madre da poco, si entusiasmò alla cosa, anzi fu per lui un esorcizzare i suoi mali; si buttò anima e corpo sui quei brani e poi scese giù a Livorno a farci ascoltare cosa aveva fatto. Provammo e qualche settimana dopo eravamo in studio al Larione di Firenze per la produzione di un demo, poco dopo l’album e uscimmo nel 2008 con Molten Metal Productions U.K, un marchio inglese gestito pero’ da un nostro amico di Firenze.

“The Holder the Bull, the Harder the Horn” è effettivamente il secondo disco dei Rebeldevil. Perché non ci spiegate di cosa tratta e a quali tematiche vi siete inspirati?

KAPPA: Beh gia’ dal titolo ci proponiamo di affrontare il fatto che anche per noi sono passati ormai venti anni, in giro tra palchi, dischi, glorie e fallimenti. Il mondo intorno a noi è cambiato radicalmente in peggio, la musica e’ ormai un completo deserto creativo e pur avendo un eta’ media sui quaranta, quarantacinque anni ci sentiamo già dei veterani.  In questo senso volevamo dimostrare che appunto “più vecchio è il toro, più duro e’ il corno”; senza esperienza e chilometri alle spalle non si crea niente di concreto o di qualità. Questo e’ il Rock n’ Roll, anni e anni passati tra sudore, lacrime, notti insonni, chilometri macinati, palchi, vittorie e glorie da una parte e fallimenti e delusioni dall’altra.

Come si è svolto il lavoro di ognuno di voi; cioè quale è stato il  contributo di ogni membro?

KAPPA: In questo senso, io purtroppo o per fortuna ho un mio modo di lavorare; nel senso che quando scrivo, scrivo di getto e finisco la canzone, in senso armonico e di stesura; su alcuni brani ho anche scritto testo e melodia vocale, (“Angel Crossed My Way”, “The Older the Bull the Harder the Horn”, e “Crucifyin You”) . Quando il brano è steso, lo passo a Demonoid che arrangia con me le parti di batterie, stessa cosa per Paolucci al basso. Il pezzo finito poi va a Gl che finisce linee melodiche e testi. Per questo album è stato ancora una volta così, ma abbiamo fatto tutto in studio insieme in quindici giorni complessivi, dalla scrittura, alla stesura, arrangiamento e tutto il resto;  tutto di getto, buono alla prima, senza menate, alla vecchia maniera. 1.2.3.4 Rock n’ Roll.

Il disco è un autoprodotto. Siete in cerca di un’etichetta o continuerete per questa strada? Ma soprattutto c’è qualcuna che vi ha contattato?  

KAPPA: Abbiamo fatto girare il demo dell album a due o tre etichette indipendenti italiane, ma non e’ interessato nessuno; abbiamo così optato per un’autoproduzione totale con la sola uscita in digitale, veloce e indolore, tutto fatto in casa.

Parlando appunto di futuro, i Rebeldevil sono un progetto che avrà una concreta costanza? Insomma il gruppo continuerà ad esserci?

KAPPA: Beh noi vorremmo, ma sta diventando sempre più difficile poter tenere in vita una band del nostro livello senza finanziamenti da parte di terzi (leggasi case discografiche). Quindi non so, per questo anno siamo usciti, abbiamo fatto un grande album di canzoni che ci ha dato molta soddisfazione personale, abbiamo organizzato una manciata di concerti, che stiamo ancora facendo in giro, se pur non molti. Prendiamo quel che viene e cerchiamo di divertirci, poi si vedrà.

Che differenze ci sono tra “The Holder the Bull, the Harder the Horn” ed il vostro primo disco, “Against You”, pubblicato nel 2008?

KAPPA:  Beh Against You era un album più Metal, se vogliamo, inteso come “metal moderno”, molto aggressivo e incazzato, sempre con un retrogusto Blues ma pur sempre Metal; quest’ ultimo e secondo album è arricchito da brani più Rock e Blues, ed altri molto più Hair Metal anni 80. C’e’ decisamente un Flavour Heavy anni 80 in alcuni brani ed il resto più Southern Hard Blues, credo.

Avete in progetto di girare un nuovo video?

KAPPA: Siamo riusciti a malapena a far uscire “Rebel Youth” con i nostri ridotti budget autofinanziati; volevamo farne un secondo per “Remember” ma i budget scarseggiano. Insomma qua questo Metal non paga più, e diventa appunto difficile investire da noi in nuovi progetti, abbiamo famiglie, responsabilità ed una vita pure noi.

Questo nuovo disco come è stato accolto dal pubblico e come dalla critica? 

KAPPA: In questo non sbagliamo mai, la critica recensisce i nostri album sempre come Dischi dell’ Anno, come qualcosa che non si sente dai tempi che furono:  grandi elogi, grandissime recensioni e questo ci fa molto piacere. Allo stesso tempo però ci fa pure girare i coglioni: la consapevolezza di essere così bravi a fare il nostro lavoro ma senza raccoglierne i frutti meritati ci ha davvero rotto il cazzo.

Bene Dario, l’ intervista si chiude qui. Concludi come meglio ti pare…  

KAPPA: Beh innanzi tutto grazie a tutti voi per questa chiacchierata, siamo sempre grati e riconoscenti a chi ci supporta; se potete venite ai nostri show, non vi deluderanno. Un’ora con noi equivale ad un’ora passata ad ascoltare grande musica suonata impeccabilmente e con molta passione. Se invece non vi va, andatevene affanculo e continuate a scrivere le vostre stronzate su Facebook !!!!

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Rebeldevil – The Older the Bull, the Harder the Horn

Written by Recensioni

Quella dei Rebeldevil è una formazione  da “Mondiali” per cosi dire, un supergruppo: Dario Cappanera, chitarrista dei leggendari Strana Officina, GL Perrotti, vocalist della Thrash Metal band Extrema,  Ale Demonoid, batterista degli Exilia ed Ale Paolucci bassista dei Raw Power. Insomma si tratta di un formidabile quartetto che ha scritto parte della storia del Metal tricolore; parliamo di artisti che hanno sventolato la bandiera italiana in tutto il mondo e di esperti musicisti che sanno come comporre un disco da sogno. Ebbene l’unione dei quattro fuoriclasse non poteva che essere creativa. I Rebeldevil a distanza di sette anni dal discreto Against You si rifanno vivi con un disco, The Older the Bull, the Harder the Horn, che in linea generale assembla tutte le peculiarità delle quattro icone. Il platter in questione è un concentrato di adrenalina e contiene tracce che sono ideali per un viaggio in sella ad una fiammante Harley Davidson. Questo lavoro di Cappanera e soci potrebbe, senza alcuna difficoltà, essere uno dei dischi migliori made in Italy di questo anno. Inspirato, suonato bene ma soprattutto con un’anima. The Older the Bull, the Harder the Horn è un album di sano Rock’n’Roll e Southern Rock con qualche sfumatura Stoner. Potremmo considerare i Rebeldevil come l’anello mancate tra i Down e i Black Label Society. Si parte sparati con la massiccia “Rebel Youth”: voce aggressiva con riff taglienti e pomposi; un ottimo inizio non c’è che dire. Toccando direttamente i punti salienti citiamo: “Freak Police” dai giri di chitarra davvero mastodontici dove si concepisce che il tocco di Cappanera è un marchio e la successiva “Remember” di stampo più Rock’n’Roll. La title track è una canzone che probabilmente con i suoi riff e i suoi assoli farebbe impazzire Zack Wilde; parliamo di una traccia definita nei minimi dettagli. La successiva “Angel Crossed My Way” è una canzone che fa un pò rigenerare gli animi, una sorta di ballata che esprime al meglio le qualità di Perrotti. Con “Crucifyin’ You” si ritorna alla ribalta con i massicci riff  di Cappanera e la voce cavernosa di Perrotti. Adesso è il momento della mia canzone preferita: “Alone in the Dark”; questa citata rompe gli schemi del disco, troviamo un GL Perrotti diverso in cui viaggia su canoni più puliti ed anche la chitarra di Kappa cambia aspetto spostandosi su versanti molto più melodici senza però abbandonare la rocciosa e pomposa base che caratterizza il disco. Con “Power Rock’n’Roll” giungiamo all’ ultima frenetica cavalcata dei Rebeldevil, una chiusura col botto che rende onore all’ operato del gruppo.  The Older the Bull, the Harder the Horn è una piccola perla di questo anno sfornato da un gruppo italiano; con questo episodio di Dario e soci si manifesta un momento di fierezza per il Rock nostrano.

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