quannnic – Kenopsia

Written by Recensioni

Memorie alt rock di fine millennio che si scontrano con il moderno hyperpop.
[ 28.02.2022 | autoprodotto | indietronic, shoegaze, hyperpop ]

Che lo chiamiate d1tto o DJ CRAKROCK poco importa; ciò che conta è che l’idea alla base del nuovo progetto di uno dei membri del collettivo jersey club inspired indipendente TwerkNation28 è una figata pazzesca, almeno nelle intenzioni.

Forgiare materia prima datata, che sia shoegaze, alt rock, grunge, a creare qualcosa che abbia una forma attuale, moderna e quindi appetibile anche per un pubblico giovane attento a tematiche open mind tanto quanto ad una sorta di depressione adolescenziale tipicizzata. Nel complesso inquadrabile come opera indietronic, Kenopsia si arricchisce di riff di chitarra che paiono tirati fuori da un compendio sulla storia del rock alternativo di fine millennio, mentre la voce, pur mantenendosi sulla stessa falsariga, sfrutta spesso vezzi trap e hyperpop anche nel tentativo di sopperire ad alcune lacune evidenti tra cui una timbrica non proprio esaltante.

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La giovane età, che in Italia non gli permetterebbe di acquistare un gintonic al bar, è qui un vantaggio per quannic che, con disinvoltura, fa uso di un linguaggio musicale emo ora tanto in voga depresso e nostalgico e, al contempo, sceglie la nuova tendenza hyperpop per dare forma alle sue trovate; eppure ben più sorprendente e interessante è la sua agilità nello spaziare tra shoegaze, noise pop, rumore, melodia, slowcore e tanto altro e il risultato è perfetto per dare senso al titolo stesso del disco.

Avete presente quei luoghi normalmente pieni zeppi di gente con il rumore tipico della folla che ne consegue? Quei posti che dopo una certa ora si svuotano distendendosi in uno strano silenzio che può essere definito come meno uno ancor più che zero? La kenopsia è quella sensazione quasi innaturale che provate in un corridoio di una scuola chiusa per le feste o in un ufficio durante i weekend, in una piazza deserta sotto il sole cocente d’estate in città, una sorta di ipervuoto che qui vuole essere riprodotto attraverso la musica. Una percezione che questo disco riesce a ricreare con naturalezza ed efficacia. Musica che, insieme ai lavori di altri artisti tra cui dltzk nello scorso anno anche lui membro di TwerkNation28, sta diventando iconica nel panorama alternativo attuale anche se questa volta la vicinanza con il rock alternativo che sfocia quasi nello stoner è più marcata.

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L’opera prima di questo ragazzo americano è già annoverabile tra le mini pietre miliari di quello che non possiamo ancora definire genere o stile a sé stante ma che quasi lo è; un disco con il quale chiunque voglia scandagliare le infinite potenzialità dell’hyperpop, dovrà confrontarsi. Certo non perfetto nella forma anche a causa dei ridotti mezzi a disposizione; tante idee messe insieme con una urgenza espressiva tale che il risultato ha il sapore dell’occasione mancata. Eppure qualcosa che, nel suo piccolo mondo, sarà più di un disco carino e nulla più e che, tutto sommato, riesce ad affascinare anche noi comuni mortali e ricordarci quanto bisogna essere forti per riuscire ad amare la propria solitudine quando siamo stati tra la folla.

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Last modified: 3 Marzo 2022