Massimo Pericolo – Solo tutto

Written by Recensioni

Il disco di passaggio tra ricordo di un’adolescenza difficile e la voglia di sentirsi grandi.
[ 26.03.2021 | Sony Music Italy | cloud rap, trap ]

Tra i più credibili e interessanti rapper di ultima generazione, il classe ’92 di Gallarate prova a mettersi alle spalle l’onere di pezzi ormai entrati nella storia del rap italiano (Polo Nord, Sabbie d’oro, 7 miliardi) e quell’aria da sbandato, sfigato, disagiato che certo ha influito sulla creazione del personaggio di Massimo Pericolo ma che ci ha sempre dato l’idea di un ragazzo onesto e genuino.

Con Solo tutto Alessandro Vanetti non rinnega il suo passato ma cerca di ritagliarsi un ruolo di rilievo nell’olimpo del rap italiano dei big money e lo fa anche attraverso feat pesanti come macigni. Venerus, autore di uno dei migliori album nostrani del 2021, Salmo col suo stile inconfondibile e cazzuto e Madame che ha incantato tutti – tranne il sottoscritto – anche al Festival di Sanremo, provano ad impreziosire il lavoro di Vanetti che va sul sicuro affiancandosi, come è ovvio che sia, il nome dei Crookers.

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Collaborazioni pesanti, abbiamo detto, ma massi che finiscono per schiacciare i pezzi che, ascolto dopo ascolto, suonano più imbarazzanti che utili alla realizzazione di quello che vorrebbe essere il disco più maturo dell’artista. Lo stesso tentativo di andare oltre quel ruolo con cui non abbiamo faticato ad empatizzare si traduce in una perdita di spontaneità che suona come un fallimento artistico almeno sotto questo aspetto; critiche come questa sono ormai all’ordine del giorno e sembrano ripetersi con banalità ogni qualvolta un rapper prova a fare un passo oltre ma stavolta la delusione sembra proporzionale proprio al fascino che aveva avuto su di noi.

Una sorta di tentativo di superare una parte di se stessi che è ancora presente ma di incapacità di comprendere davvero il proprio stato emotivo attuale, o comunque di tradurlo in pezzi in grado di rendere agevole la solidarizzazione per chi ascolta. Come se il lombardo fosse consapevole di non essere lo stesso di qualche anno fa ma volesse mostrarci quello che sarà senza soffermarsi su quello che è oggi.

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Eppure, Solo tutto è anche un disco pieno di spunti interessanti e trovate curiose, con una grande produzione, beat che colpiscono senza strafare e un suono cloud rap che, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, punta ad una certa introspezione rinunciando a paraculate facili per far star buoni e contenti i fan a esclusione di pezzi sporadici come SAI SOLO SCOPARE! in cui Massimo Pericolo si diverte e diverte con la facile volgarità quasi omaggiando la romana Garage Gang.

A livello lirico si conferma tra le migliori penne di un certo rap duro e malinconico (su tutte, BUGIE) tipico della nuova scena italiana ponendosi in netto contrasto con le ridondanze e le banalità della trap commerciale ma anche sotto questo aspetto l’ispirazione sembra limitarsi a pochi episodi, tra i quali non possiamo annoverare il singolo Beretta che, anzi, anche a livello tematico sposta i concetti da una certa critica al disagio e alla violenza sociale da lui subita in gioventù alle insulsaggini da pseudo delinquenti che infestano i brani trap italiani.

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Solo tutto è un disco di passaggio, dalla crudezza dell’adolescenza difficile ad una maturità che per ora possiamo solo sperare; è anche un album piacevole, ben costruito, fantasioso ed elegante a suo modo che ha il grosso limite di non avere brani di enorme impatto e allo stesso tempo non suonare compatto e fluido nelle scelte stilistiche ed estetiche.

Non possiamo certo considerarlo come un passo falso ma nemmeno come un punto di arrivo o un notevole passo avanti. Da qui Massimo Pericolo può ripartire per ricostruire un percorso artistico inevitabilmente spaccato nel momento in cui è sopraggiunta la notorietà con la consapevole fortuna (o sfortuna, a seconda dei punti di vista) di non doversi piegare eccessivamente alle logiche di mercato come accaduto per Sfera. Alessandro Vanetti ha ancora tanto da dire e tanti modi per dirlo; che questo disco, con tutti i suoi limiti, non sia il pretesto per smetterla di dargli retta con troppa fretta.

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Last modified: 26 Aprile 2021