“Così se mi va male, mi resta il mare” – Intervista a Marte

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Quattro chiacchiere con l’artista dopo la recente esperienza a X-Factor.

(di Chiara Grauso)

Marta Marasco, in arte è Marte, classe 1995, di Milano. L’abbiamo vista recentemente alle audizioni di X-Factor, dove si è presentata con Sarà per sempre, brano che ha riscosso subito pareri positivi e apprezzamenti, e le ha fatto guadagnare quattro sì da parte dei giudici.

Dopo i Bootcamp, con i quali l’avventura ad X-Factor si è conclusa, è uscito il suo nuovo singolo: Conchiglia. Un brano che parla di cambiamenti, incomprensioni e piani B:

“Non lo sai, vorrei mancarti
Poi ritrovarti nei tarocchi
E se non fosse, rinascere conchiglia
Non lo sai, vorrei rinascere conchiglia
Così se mi va male, mi resta il mare.”

In passato si è esibita su palchi importanti: nel 2021 l’abbiamo vista al concerto del Primo Maggio a Roma – in occasione del quale ha vinto il contest 1MNEXT, dedicato agli artisti emergenti, e nel 2018 ha partecipato a Sanremo Giovani.

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A noi Marte piace: la sua voce sembra provenire da una vecchia audiocassetta, e la sua musica ci riporta indietro nel tempo. Vintage ma allo stesso tempo contemporanea: la sua musica riflette una creatività artistica già definita; l’impressione che abbiamo, ascoltandola, è quella di avere di fronte un’artista che ha voglia di buttarsi nel suo progetto musicale in toto.

Dopo l’uscita di Conchiglia noi di Futura1993 abbiamo deciso di fare una chiacchierata proprio con lei, per chiederle qualcosa di più a proposito dei suoi ultimi brani, di ciò che sta dietro la loro realizzazione, degli artwork che li accompagnano. Leggi cosa ci ha raccontato!

Ciao Marte! Vieni da un periodo intenso: hai partecipato alle audizioni di X-Factor e pubblicato due brani. Come stai?

Ciao! Molto bene, sono contenta di tutto l’affetto che sto ricevendo e degli ottimi feedback sui pezzi. L’avventura ad X-Factor è stata breve, ma positiva.

Conchiglia è il tuo ultimo singolo. Un brano che canta di una incomunicabilità, e della voglia di gridare al mondo il proprio piano B. Non è niente male l’idea di avere il mare ad aspettarci, nel caso ci andasse male. Nella vita sei una persona che cerca di tenersi una seconda porta sempre aperta?

Vorrei poter dire il contrario, ma purtroppo no! Seguo molto le mie inclinazioni senza fare troppe pianificazioni.

In Sarà per sempre canti “in amore si vince se si crea una strada, la nostra è al buio e poco illuminata”. Allora, come si fa in questi casi?

Non è detto che ci sia sempre e necessariamente qualcosa da fare. Sarà per sempre parla proprio di questo: a volte bisogna semplicemente capire che arrivati ad un punto bisogna lasciar andare (non solo nelle relazioni amorose).

Con questo brano hai vinto il contest 1MNEXT, grazie al quale ti sei esibita all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Come è stato ritrovarti su un palco dopo il periodo di stasi della pandemia?

È stato bellissimo. Ho inviato l’iscrizione al concorso pochi minuti prima che chiudesse, l’ho fatto anche un po’ a caso, con leggerezza, perché credevo che non avrei superato nemmeno la prima fase del contest, invece, sono riuscita ad arrivare ad esibirmi su quel palco ed è stata una bella emozione, anche per il messaggio che l’evento ha voluto lanciare.

I tuoi due ultimi singoli sono legati da un filo rosso, che si esplicita negli artwork. Da chi sono stati disegnati, e come è nata l’idea che sta dietro la loro realizzazione?

Sono stati disegnati da LUNAR (@mrmoon), collaborazione di cui sono felicissima. LUNAR riesce sempre a valorizzare le idee che gli propongo. Sarà per sempre e Conchiglia sono due brani molto diversi, che appartengono a momenti differenti della mia vita, e questo aspetto si coglie subito dagli artwork. L’illustrazione di Sarà per Sempre ad esempio è una citazione del mio albo preferito di Dylan Dog. Gli appassionati più accaniti del fumetto l’avranno sicuramente colta. È un episodio a cui ero particolarmente legata quando è nato il brano. L’artwork di Conchiglia invece rappresenta la carta dei tarocchi delle stelle; è una carta che nella posizione giusta indica la rinascita e ci spinge a seguire le nostre intuizioni e ispirazioni.

La storia che canti in Conchiglia mi ha ricordato i miti della letteratura classica, in particolare per l’elemento della metamorfosi. Ho ritrovato questo richiamo anche nell’artwork della copertina. Sei stata ispirata effettivamente da qualche storia? La letteratura, in generale, ti è di ispirazione nella musica?

Mi piace lasciarmi influenzare da tutto ciò con cui entro in contatto. Ma in questo caso non mi sono ispirata a nessun mito in particolare, mi sono lasciata semplicemente trasportare dalla natura.

Mi piace il fatto che ascoltando la tua voce mi vengano in mente alcune grandi artiste del passato; è come se ci fosse qualcosa nel tuo timbro vocalico di antico, nel senso buono del termine. Quali sono le tue figure di riferimento? E in particolare, quali artisti hanno dato forma alla tua identità artistica?

Sono cresciuta ascoltando molti generi musicali e artisti diversi: dai Pink Floyd a Amy Winehouse. Non saprei dire chi di loro abbia influito di più in quella che è la mia identità artistica.

Sei laureata in filosofia; ma quale è stato il momento in cui ti sei detta: vorrei fare musica e vivere di questo?

Non c’è stata un’epifania vera e propria. Ho sempre avuto una grandissima passione per la musica e mi è venuto spontaneo immaginarla e volerla nel mio futuro. Come quando ti innamori e vuoi passare tutto il tempo con quella persona.

Siamo all’ultima domanda. Ci dici a cosa stai lavorando, e se avremo il piacere di sentirti live quest’inverno?

Non spoilero nulla, ma sto lavorando a tanta nuova musica che spero di farvi ascoltare presto… magari anche dal vivo!

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Last modified: 8 Novembre 2021