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Gli Occhi degli Altri – Di Fronte al Lago

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Provenienti da Lecco, Gli Occhi Degli Altri sono una formazione fresca che ci presenta Di Fronte Al Lago, loro disco di debutto, edito da La Clinica Dischi.
“Naif”, traccia di esordio, parte a mille e in due minuti esaurisce il suo effetto. Rapida e dolorosamente accattivante. Ritmi incalzanti, voglia di far casino e un mix di Shoegaze e Grunge di matrice Smashing Pumpkins. Tre elementi ben condensati in “Andare Avanti”, una canzone orecchiabile giocata su tematiche post adolescenziali. “Nebbia” abbraccia buona parte della scena Indie italiana, con la voce parlata a rinvangare Death Of Anna Karina o ZiDima, ma nel ritornello ci riserva un effetto sorpresa che distrugge il senso di già sentito, grazie a un crescendo maestoso e indimenticabile. La successiva “La Vertigine” è un attimo più sbiadita, si salva in corner per merito del giro di chitarra azzeccatissimo e il refrain corale posto nel finale. “Passo Falso” si tradisce già dal titolo: è un’improbabile scambio di fluidi tra i Nirvana e Le Vibrazioni, a cui mette una pezza un assolo che pare partorito dalla mente geniale di Tom Morello. La batteria esce fuori nelle composizioni conclusive, dettando tempi in levare (“Guarda Me”) e accelerazioni Punk Rock (“Contro Vento”), molestando l’imperturbabilità dei brani.
Il disco nel complesso è interessante, ben suonato, con qualche momento frammentario che ne rovina a tratti l’ascolto. Piccole pecche che, sono convinto, non guasteranno l’ascesa della band lombarda.

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ZiDima – Buona Sopravvivenza

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I milanesi ZiDima sono un ciclone musicale che ha iniziato a calcare i palchi dalla fine degli anni 90. Dopo una vita passata tra autoproduzioni , i frutti del sacrificio sono stati raccolti nel 2009 col disco Cobardes uscito in occasione del processo d’appello per i fatti violenti della scuola Diaz nel corso del G8 del 2001. Da lì parte l’ascesa. Tappa fondamentale è il 2013 quando incidono “Come Farvi Lentamente A Pezzi”, singolo che accompagna la mostra “Muri Stracciati” di Silvano Belloni al Palazzo del Moro di Mortara e che farà parte delle nove tracce del nuovissimo album Buona Sopravvivenza. Con premesse così altisonanti è quasi d’obbligo attenderci lo scalino successivo per proseguire la scalata. La tesa “Un Oceano Di Fiati Distrutti” ce li fa accostare istantaneamente  ai Ruggine, ai The Death Of Anna Karina, ai Lantern, a quella corrente Post-Hardcore italiana che tanto bene sta facendo da diversi anni a questa parte. Le liriche spesse di tormento e intimistiche ci parlano da uno scenario alienante, dove comanda una tensione priva di ritegno. L’urticante “Inerti, Comodi E Vermi” è veloce come un sorso d’acido. La placida apparenza di “Trema Carne Mia Debole” nasconde in realtà una pantomima il cui punto focale è il conflitto interiore, recitata dall’ugola sibilante di Manuel. Il gioco si ripete e alla verdeniana “L’Autodistruzione” si contrappone la pacatezza di “Sette Sassi”, che si velocizza come una tormenta in mare aperto e lo fa senza avvertire, a pieno regime. Affrontare una tematica come l’amore non è mai una cosa scontata per la band: “Saziati”, che vede tra l’altro la partecipazione di Stefano Giovannardi ai synth e di Miriam Cossar alla voce, incorpora uno zenit fazioso privo di lucentezza dove anche un sentimento positivo si tramuta in un qualcosa di sulfureo. Buona Sopravvivenza mantiene le promesse fatte toccando la sfera personale di ognuno di noi con mani ruvide come carta vetrata. E nonostante questo dà un senso di piacere. A me e a voi che li ascolterete.

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