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Naga – Hen

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Atmosfere oscure, suoni graffianti, baritonali e a tratti cavernosi, cosi si presenta a primo impatto Hen il disco d’esordio dei napoletani Naga. La band nata da poco è riuscita in breve tempo a stupire gli amanti del Doom, partorendo un disco di classe che facilmente piacerà agli ascoltatori di pilastri come Saint Vitus ed Electric Wizard. Con Hen parliamo di un lavoro veramente ispirato e il grintoso trio (che un tempo erano i fenomenali Kill the Easter Rabbit) dalle notevoli qualità tecniche ha voluto inviare un forte messaggio all’Italia, almeno per adesso, riguardo il loro andamento, le loro decisioni. Il disco contiene cinque tracce (sei nell’edizione limitata), tutte interessanti ed ognuna di essa ha qualche caratteristica che si fa distinguere dall’altra. Cominciamo a dire che il termine “Hen” nel greco antico sta a significare un ritorno della vita umana, un principio divino che abbraccia la realtà come un cerchio sull’esistenza primordiale dove prima o poi si ripartirà dal principio. Hen è un disco di alto calibro e lo si capisce subito dalla prima traccia, “Naas”, un biglietto da visita che mette in evidenza le grandi intenzioni dei Naga. Successivamente c’è “Hierophania” introdotta da un piccolo monologo tratto dal film Un Borghese Piccolo Piccolo, il brano presenta consistenti suoni distorti amalgamati ad una cupezza che effettivamente è caratteristica del platter. Si passa ad “Eris”, song più lenta e un po’ più piatta rispetto alle altre ma comunque con i suoi delineati picchi: i possenti giri di chitarra sincronizzati alla perfezione con la batteria. “The Path” invece mette in risalto la venatura Black dei Naga dove i riff sembrano striduli ma posano sempre e comunque su di un’oscura base. Chiude la pomposa titletrack dai lineamenti Post-Core, anche qui Emanuele e soci ci deliziano con assordanti riff che in linea con il pulsante basso creano una grigia e malinconica atmosfera.

I tre ragazzi, un po’ misantropi (“Hierophania” la dice lunga), danno una vera e propria dimostrazione di Doom, hanno appreso alla lettera gli insegnamenti di icone come i Pentagram, i già citati Saint Vitus e gli Sleep. Hen è un disco da ascoltare assolutamente, è la dimostrazione che in Italia il Doom c’è ed è anche di ottima qualità, sarebbe un sacrilegio perderseli.

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