Soundlabs Festival Tag Archive

Simple Minds 27/07/2014

Written by Live Report

Devo ammetterlo: questa era la quarta volta che vedevo dal vivo gli scozzesi Simple Minds, miei idoli di gioventù che non ho mai smesso di seguire durante la loro lunga carriera. Anni fa ho avuto anche la fortuna di essere nello staff del Soundlabs Festival che aveva l’onore di ospitarli a Roseto degli Abruzzi e grazie al mio amico Vincenzo Andrietti, direttore artistico nonché factotum della manifestazione, ho persino coronato il sogno di poterli avvicinare e di scambiarci anche qualche parola (un po’ in italiano e un po’ in inglese dato che sia Charlie Burchill sia Jim Kerr parlano e capiscono perfettamente la nostra lingua). Il 27 luglio invece mi è capitato, grazie a Rockambula, di assistere al loro concerto (con la stessa formazione di allora) all’Auditorium Parco della Musica, ormai tempio consacrato per tutti i più affermati artisti moderni. Il concerto, inutile dirlo, era totalmente sold out, fra il pubblico era possibile scorgere gente di tutte le età (c’erano persino dei sessantenni che conoscevano a memoria tutte le loro canzoni!) e faceva parte di una delle sette date italiane del The Greatest Hits Tour, logica conseguenza del disco celebrativo del gruppo Celebrate – The Greatest Hit.

(Il trono su cui sedeva Jim Kerr nelle pause)
il trono su cui sedeva Jim Kerr nelle pause 600

 Il live si è aperto con “Waterfront” e si vede subito Jim Kerr che si prostra in segno di rispetto davanti alla folla che lo incita battendo le mani a tempo durante tutta la canzone. Il cantante, che è apparso in forma smagliante ed invidiabile nonostante avesse da poco superato i 55 anni di età, ha salutato quindi i presenti prima di “Broken Glass Park” con un “Grazie mille! Come stai? Che piacere tornare per noi a Roma; sarà una bella sera; sera fresca;”. Quando è la volta di “Love Song” il basso di Ged Grimes si fa ancora più granitico ed un assolo iniziale di Charlie Burchill che verrà seguito da uno della corista Sarah Brown, nota per aver lavorato al fianco di artisti quali Pink Floyd. “Mandela Day” viene introdotta come una canzone per Mandela (“nowwesing a song for Mandela, Thank You!”) abbastanza fedele alla versione in studio con molti virtuosismi di Mel Gaynor alla batteria mentre per la successiva “Hunter & The Hunted” Kerr ricorda a tutti che era contenuta in quello che forse è l’album più conosciuto del gruppo, New Gold Dream (81-82-83-84). In “Promised You a Miracle” basso e chitarra si scambiano per poco di postazione, giusto il tempo di arrivare a “Glittering Prize” (durante la quale Jim si distende letteralmente sul palco mentre Andy Gillespie si concede anche lui un assolo di tastiere), a cui segue l’inedita “Imagination” in cui il cantante scozzese chiede: “Tutto a posto Roma? Everything Ok? Let me seeyourhands!”. “I Travel” invece era quel brano che apriva Empires and Dance che fallì a livello commerciale ma che rimase per sempre nel cuore di tutti i fans del gruppo. “Dolphins” è invece molto più pacata e forse serve per smorzare le atmosfere in vista del lungo strumentale “Theme For Great Cities”, durante il quale ovviamente Jim Kerr si gode un (seppur breve) meritato riposo lasciando la scena ai compagni, ma soprattutto a Sarah Brown che ha l’onore di cantare da sola “Dancing Barefoot”, brano di Patti Smith (ripresa in passato anche dagli U2) che venne pubblicato come singolo nel 2001 in occasione dell’album di cover “Neon Lights”. Inizia così quella che si potrebbe quasi definire la seconda parte del set durante la quale viene introdotta la band e c’è spazio anche per un breve dialogo col pubblico che riportiamo quasi interamente (o mettendo qualche parola): “Parte finale del concerto, Roma andiamo! Prima era un concerto per mia mamma, una bella mamma. Sono stanco, sono vecchio, ho fame, normale a Roma, sono contento, sono molto molto contento; grazie per questa bella serata! Sempre ricordiamo prima volta in Roma tanti tanti anni fa in Ostia al Palaeur quando c’è neve… Perché siamo sempre giovani no?”. E’ il tempo di un’altra cover, “Let the Day Begin” dei The Call, che fa da spartiacque a “Someone Somewhere in Summertime” durante la quale il pubblico si alza dai posti a sedere per stare più a contatto con la band.

scalettaok

Il bello deve però ancora venire soprattutto se consideriamo che il brano successivo è “See The Lights” che però non ottiene lo stesso effetto di “Don’t You Forget About Me”. Jim Kerr se ne esce con un bonario “Ma che casino…” prima di richiedere il silenzio e di ringraziare “per questa bella serata” e salutare con un secco “Buonanotte!”. Ovviamente però non poteva mancare il bis, ed i Simple Minds risalgono sulle assi del palco per concedere l’inedita “Big Music” e si concedono un ruffiano “Non vogliamo tornare a casa, vogliamo suonare la musica giusto? Roma, tutti, Let me seeyourhands! E’ Incredibile”. Siamo agli sgoccioli ed ecco arrivare “New Gold Dream (81-82-83-84)”, incantevole come sempre, prima del secondo bis che includerà in sequenza: “Letit All Come Down”, “Alive and Kicking” e “SanctifyYourself”. Il concerto finisce con un sottofondo inaspettato, “Jean Genie” di David Bowie, che il leader dei Simple Minds si diverte anche a ballare, non prima di aver salutato le migliaia di persone presenti.

Read More

Soundlabs Festival

Written by Live Report

Il Soundlabs Festival nasce dalla passione per la musica e dalla volontà di coinvolgere il pubblico abruzzese ma anche quest’anno ha fatto registrare ottimi numeri di presenze sia da fuori regione sia dall’estero.
Il programma come sempre era all’altezza delle aspettative ma ad entusiasmare i presenti è stata anche la cornice che lo ha ospitato; Castelbasso, in provincia di Teramo, infatti è uno dei borghi più affascinanti d’Italia e le sue piazze ben si prestano ad eventi del genere.
La tenacia e la volontà che da anni contraddistingue lo staff del festival hanno permesso il perfetto svolgimento della manifestazione.
Punta di diamante dell’edizione 2012 è stato sicuramente Thurston Moore, cofondatore e chitarrista dei newyorkesi Sonic Youth, che attualmente giacciono in un limbo dopo le vicende interne che hanno scosso il gruppo e costretto i suoi membri a concentrarsi in progetti solisti come in questo caso.
Tuttavia il concerto del biondo ed altissimo chitarrista ha offerto spunti di altissimo livello grazie anche alla band che lo supportava nelle escursioni sonore fatte di armonia e rumorismi continui.
Nella calda giornata del 26 luglio Moore è stato preceduto dagli Amelie Tritesse, interessante progetto artistico abruzzese che ha proposto brani dal loro cd/libro di esordio “Cazzo ne sapete voi del Rock and Roll”, curioso lavoro in bilico tra tra rock ed elettronica, acustica e parlato.
Ad essi sono seguiti i cantautori John Wolfington, nato artisticamente sotto l’etichetta Smell Like Records diretta da Steve Shelley, batterista dei Sonic Youth, e Nigel Wright, diciannovenne dal timbro vocale già maturo nonostante la giovane età che ha proposto un concerto intriso di brani tratti dalla sua ultima fatica discografica che era disponibile anche nel merchandising in una curiosa edizione in download digitale attraverso un libretto molto curato nella grafica che presentava al suo interno un codice esclusivo con cui scaricare l’intero album.
Il giorno successivo ad aprire l’evento sono stati i Delawater, side project indie rock di alcuni membri dei già citati Amelie Tritesse, che in poco più di trenta minuti di esibizione hanno tirato fuori brani dal loro esordio tutto in vinile realizzato sotto la sapiente guida del famoso produttore Mattia Coletti.
Successivamente i britannici Let’s Buy Happiness si sono lasciati andare nella loro musica caratterizzata dalla voce della frontwoman Sarah Hall che spesso viene accomunata a quella di Bjork.
Se fossi in voi terrei strettamente d’occhio questa interessante formazione, perché ne vale davvero la pena, credetemi!
Alle 21:30 circa è stato quindi il turno degli A Classic Education, formazione nota per lo più al pubblico oltralpe ma che si sta guadagnando un folto seguito anche qui in Italia.
Guidati dal cantante italo-canadese Jonathan Clancy in quasi un’ora di concerto hanno coinvolto il pubblico presente con il loro rock ‘n roll condensato da atmosfere molto fifties e sixties.
A chiudere la giornata sono stati gli inglesi Veronica Falls, band per metà al maschile e metà al femminile, dal sapore retrò e dal sound che ricorda da vicino i minimalisti Velvet Underground ma anche le grandi formazioni garage / post punk dei primi anni ottanta.
Se volete scoprirli meglio vi consiglio di acquistare un loro ep contenente sei covers di artisti famosi quali Rolling Stones e David Bowie.
Quando lo inserite nel vostro lettore cd sicuro continuerete ad ascoltarlo di continuo…E’ troppo bello e si presenta anche in un’ottima confezione bicolore bianca e blu che rende il lavoro piacevole sia all’ascolto sia al tatto.
L’ultimo giorno è stato inaugurato invece da Orlando Ef, cantautore abruzzese qui accompagnato dalla sua fedele band in cui milita anche il chitarrista dei Reverse Hole.
Le sue canzoni molto artigianali e homemade presentano arrangiamenti curatissimi in ogni dettaglio e si sono ben prestate nella dimensione live.
Dopo di lui IlSogno IlVeleno, alias Alex Secone, che ha anche presentato precedentemente anche il festival in un mini concerto presso lo stabilimento Le Canarie di Pescara.
Il suo esordio “Piccole Catastrofi” è stato già ben accolto da critica e pubblico e potrebbe essere una delle migliori nuove proposte italiane…
Come sempre il Soundlabs è fucina di talenti da scoprire e assaporare!
Anche il progetto tutto siciliano Dimartino nato dalle ceneri dei Famelika potrebbe essere la novità indie dell’anno, il loro live è infatti molto curato in ogni minimo dettaglio ed arrangiamento nonostante sul palco si presentino solo in tre!
Melodie ben strutturate e testi diretti, comprensibili e quanto mai sinceri sono il loro fiore all’occhiello, per cui non lasciatevi sfuggire il loro ultimo lavoro in studio.
A chiudere la rassegna è stato lo svedese Jens Lekman col suo indie-pop ironico ma mai troppo melenso.
Durante i tre giorni è stato anche girato un documentario dell’evento sotto la direzione della russa Evka Bychkova e sono stati condotti dei labs atti alla formazione di nuovi giovani talenti nelle arti musicali e visive.
Arrivederci quindi al 2013 con la diciassettesima edizione del Soundlabs Festival!

Read More