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Lourdes Rebels – Snuff Safari

Written by Recensioni

La sola visione della fenomenale copertina vintage di Snuff Safari è capace di evocare suggestioni fuori dal tempo anche se ben collocabili in uno spazio circoscritto. Un po’ la stessa cosa che accade con le pellicole di Quentin Tarantino, specie nelle sue produzioni estreme come Grindhouse o Machete. Se osate anche voltare e sbirciare il retro non saprete più a quali convinzioni aggrapparvi di fronte al primo piano di un cavallo dall’occhio turbato. Superata la destabilizzazione emotiva innescata dalla contemplazione dell’artwork, opera di Luigi Bonora, l’unica via di scampo per la nostra serenità d’animo parrebbe essere l’ascolto ma riconosceremo presto che questa strada è solo un altro contorcersi nella follia.

Dietro il nome Lourdes Rebels si cela il duo parmigiano concepito dallo stesso Bonora e da Rodolfo Villani. Partendo dal progetto solista di Bonora per poi divenire coppia a nome Milkane e Fuck-hyrya, nel 2012 giungono all’attuale Lourdes Rebels, nome ispirato dai letterati francesi Huysmans e Zola (del primo si ricordi Le Folle di Lourdes e del secondo Viaggio a Lourdes) e dal film Lourdes di Jessica Hausner. La conseguenza di questa nuova fusione tra le due menti e del loro lavoro Electronic Freak è appunto Snuff Safari, opera musicalmente sarcastica in due tempi e sette brani la quale mette insieme schiamazzi animaleschi come i ruggiti suggeriti dalla cover, suoni retrò, ritmiche e melodie psichedeliche, voci confuse e lontane che solo raramente accennano veri canonici canti; e poi tastiere distorte, sampler, chitarre elettriche, drum machine e microfoni filtrati, tutto a costruire un sound soffuso e caotico che, pur dando l’idea di echeggiare da una realtà parallela, celebra in maniera decisa atmosfere orientali ed esotiche.

Una sorta di pastiche mistico e sensuale che, per certi versi, si lega all’ultima opera dei C’mon Tigre e che riconduce alla parte spirituale ricordata dalla citazione cattolica nel nome stesso della band. Tuttavia, l’aura trascendentale è essa stessa avvolta in un’ironia granitica e brutale, svelata del resto anche da quel termine, Rebels, che da un lato sbeffeggia simpaticamente gli amici Abraxas Rebels e le gang motociclistiche anni Settanta, dall’altro fa riferimento alle “condizioni di ribelle” in cui si trova un credente nei miracoli “all’interno della nostra società capitalistica e liberale”. Snuff Safari è opera complessa nella forma e nella sostanza, sperimentale e di difficile collocazione ma nello stesso tempo è in grado di concedersi con facilità a un ascolto più leggero, grazie alla capacità di generare situazioni soniche alternativamente distensive e veementi. Un biglietto da visita a prima vista indistinto in un vortice di colori e per questo affascinante per tutto il fertile mondo dell’Elettronica sperimentale italiana.

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