Mario Venuti Tag Archive

Max Dedo, il nuovo singolo “Resta sul Divano”

Written by Senza categoria

Dedo è un personaggio musicale molto interessante: si divide tra la carriera concertistica (è stato diretto dai più insigni maestri come Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini, Giuseppe Sinopoli), i musical (suona nei più famosi musical comeA Chorus Line, Saranno Famosi, La febbre del sabato sera, My fair lady, Sette spose per sette, Evita e Jesus Christ Superstar), i tour in Italia, Europa e Usa (collaborando ed incidendo con artisti italiani del calibro di Max Gazzè, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Raf, Nicola Piovani, Mario Venuti, Tosca, Elio e le Storie Tese, Nomadi, Bandabardò, Marina Rei, C. De Andrè, Fabrizio Moro, Arisa, Bibaband e Kunsertu), programmi tv (accompagnando star del calibro di George Benson, Michael Bublè, James Taylor, Caetano Veloso, Amii Stewart, Ben Harper, Rod Stewart, Michael Bolton), campagne pubblicitarie (Denim, Vidal, Albatross e Dietorelle) e la propria carriera musicale con all’attivo 3 dischi.

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Mirco Menna – Io, Domenico e Tu

Written by Recensioni

Più che esser di fronte a una classica operazione nostalgia ci troviamo davanti a un piccolo sussidiario che riassume in breve le origini della musica italiana. In fondo (si può dire senza problema) se non ci fosse stato Domenico Modugno come si sarebbe evoluto il panorama musicale italico? Probabilmente, a distanza di oltre sessant’anni dall’esordio del grande cantautore di Polignano a Mare, non ci sarebbero stati neanche grandi autori quali De Andrè, De Gregori, Paoli, Battiato, Capossela e chi più ne ha più ne metta. Come dire: tutto ebbe origine da lui. Ecco quindi spiegato il sincero omaggio a un artista che ha segnato indelebilmente la storia del secolo scorso e la cui “Nel Blu Dipinto di Blu” è senza dubbio la canzone italiana più nota al mondo. Il progetto nasce dall’intensa attività live di Mirco Menna che ha voluto concretizzare in Io, Domenico e Tu tutta la sua passione verso Modugno e le sue opere. Protagonista è il carattere inconfondibile del cantautore bolognese Mirco Menna che porta in scena un lavoro che non racconta solo un concerto registrato presso La Casa della Musica di Trieste mentre era accompagnato sul palco da Enrico Guerzoni al violoncello, Maurizio Piancastelli alla tromba e tastiere e Roberto Rossi alla batteria, percussioni, flauto e cori. Mirco Menna, bolognese di origine, classe 1963, autore e compositore, del resto aveva dimostrato tutto il suo valore già in passato nei suoi dodici anni di carriera ricevendo persino i complimenti di Paolo Conte e vantando collaborazioni eccelse quali quella con Fernanda Pivano in Ecco, suo disco del 2006. Per chi volesse poi confrontarsi anche col suo talento letterario consigliamo vivamente anche ‘118 frammenti apocrifi’, sua prima opera letteraria da poco uscita per Editrice Zona. Bellissimi anche gli interventi di Patrizia Cirulli in “Tu si ‘na Cosa Grande”e di Mario Incudine in “La Ronna Riccia” Un lavoro che si discosta leggermente dalla produzione de Il Parto delle Nuvole Pesanti, di cui Mirco Menna è il cantante e frontman dopo l’uscita dal gruppo di Peppe Voltarelli ma che certamente non mancherà di entusiasmare tutti i suoi fan. Soprattutto quando sentiranno l’originale esecuzione di “Vecchio Frack” e “Malarrazza”. Quest’ultima anche mi fa tornare alla mente una versione (molto differente ma sempre di ottimo livello) che vidi un paio di anni fa su Youtube con Carmen Consoli che duettava con artisti quali Kaballà e Mario Venuti.

Nel disco trovano spazio anche diverse canzoni “minori” di Modugno quali “La Donna Riccia” (fra i più umoristici e sarcastici tra quelli del cantautore) e “U Pisci Spada” (che originariamente era intitolato “Lu Pisce Spada”). Curiosamente tra l’altro i due brani erano il lato a e il lato b del terzo singolo di Modugno che all’epoca venne stampato anche in versione 78 giri! Un progetto insomma quello di Mirco Menna  variegato ed autentico che mette in evidenza l’ecletticità sia di Menna che del grande Mimmo.

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La Band della Settimana: Vick Frida

Written by Novità

I Vick Frida prendono forma nel 2000 com progetto dedito soprattutto alla musica Elettronica e Dance. Pubblicano con Sony ed Emi due singoli, “Strangest Kind of Love” ed “Hear my Crying”. Tra il 2006 ed il 2008 si dedicano alla ricerca ed alla composizione di Cine_Pop (Universal 2008). Il primo LP in italiano è un lavoro dal mood notturno/romantico che miscela l’esperienza Elettronica e le suggestioni letterarie di stampo cantautorale. Nello stesso periodo la band collabora e produce colonne sonore di opere teatrali e cinematografiche. Nel 2011 dalla collaborazione col chitarrista acustico contemporaneo Giovanni Baglioni nasce D’Istanti non Distanti, spettacolo musicale e teatrale incentrato sul tema dell’incontro e della contaminazione, musicale e non. Il 2014  è l’anno della pubblicazione del loro  secondo album, Thisastro, al quale partecipano Mario Venuti, Giovanni Baglioni e Mauro Ermanno Giovanardi. Il videoclip di “Andata e Ritorno”, secondo singolo estratto del disco, è coprodotto ed interpretato dall’attore Alessio Boni. I Vick Frida sono la nostra nuova scelta settimanale.

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Paul Mc Cartney

Written by Live Report

26 giugno 2013 @Arena di Verona

Paul è Paul!

E’ questo il primo commento che viene da fare appena usciti dall’Arena di Verona a tutti…

In quasi tre ore di concerto Mc Cartney infatti ha dato fondo a tutte le sue energie per garantire ogni singolo secondo il migliore degli spettacoli, gradito da persone di tutte le età (c’erano giovanissimi ma anche sessantenni e persino qualche over 70!) e da alcuni vip avvistati tra il pubblico (si sono fatti i nomi di Paola Turci, Marco Mengoni, Elisa, Mario Venuti  e Cesare Cremonini che tra l’altro sedeva a poche file di distanza da chi scrive). Avrà superato i settanta, ma la grinta è ancora quella di un ragazzino, tanto da indurlo a provare diciannove delle quasi quaranta canzoni previste per lo spettacolo serale in un soundcheck segnato da un violento acquazzone. All’arrivo all’Arena nel medio pomeriggio è stato accolto da un centinaio di impavidi fans che lo attendevano già tempo sperando di potergli rubare un autografo o una foto in compagnia (sogno però spezzato dal fatto che si è fermato scortato dalle guardie del corpo giusto una manciata di secondi accennando appena un saluto). L’Out There Tour è approdato quindi ufficialmente in Italia per un unico concerto andato ovviamente tutto esaurito che è cominciato verso le 21:30 con un “Buona sera Verona, siete tutti matti?” per l’esecuzione di “Eightdays a Week“.

L’Arena di Verona solitamente sarebbe ad uso della musica lirica ma già negli scorsi anni mostri sacri della musica pop e contemporanea quali Deep Purple e Duran Duran vi si sono esibiti ottenendo grande successo di critica e pubblico. Molti sono stati durante la serata i pezzi attinti al repertorio dei Beatles, grandi classici quali “Let it be”,“Hey Jude”, “Day Tripper”, “Get Back”e“Yesterday” ma tralasciando anche “Penny Lane” o “Michelle”. Probabilmente quindi ci sarà stato anche chi come me si sarà lamentato di non avere sentito “Goodbye and Hello”, ma forse era davvero impossibile proseguire lo show dopo due ore e quaranta minuti davvero al top. Ogni tanto qualche dedica ai suoi ex compagni di gruppo, John Lennon (succede in occasione di “Here Today” che confessa essere il dialogo mai avuto con l’amico ucciso nel lontano 8 dicembre 1980 dal folle Mark Chapman) e George Harrison ed anche alla sua ex moglie Linda, indimenticato grande amore e musicista accanto a lui sin dai tempi dei Wings per la quale scrisse “My Valentine” eseguita in una toccante versione. C’è stato anche tempo per un breve tributo al più grande chitarrista della storia del rock, Jimi Hendrix (bellissima l’esecuzione strumentale di “Foxy Lady”) e per dei fuochi d’artificio durante “Live and Let Die”, colonna sonora del noto omonimo film di James Bond.

La chiusura è stata affidata (giustamente) a “The End”, ultimo brano di “Abbey Road” per un 25 giugno che difficilmente chi era lì dimenticherà mai! Tanti gli accorsi da fuori regione, molti persino dall’estero per il baronetto del rock che a cinquant’anni dal primo disco dei Beatles non smette di far sognare persino le ragazzine…

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RADIO INDIE MUSIC LIKE: ultima puntata con MASSIMO PRIVIERO

Written by Senza categoria

Ultima puntata della stagione con RADIO INDIE MUSIC LIKE.
Ospite Live negli studi della Protosound il grande Massimo Priviero.
Assegnato a Protosound Premio Mei Web domenica 29 settembre a Faenza
Ad ottobre grandi novità e trasformazioni

Dopo quattro anni, oltre 100 puntate e altrettanti ospiti del panorama discografico italiano, dagli emergenti ai grandi personaggi che hanno segnato grandi momenti della storia musicale del nostro paese, il noto format della classifica Indie Music Like redatta dal M.E.I. di Giornado Sangiorgi cambia nome e contenuti e si trasforma per una nuova grande avventura.
Puntuale ogni venerdì, dagli studi della Protosound, RADIO INDIE MUSIC LIKE ha raggiunto migliaia di persone grazie soprattutto al circuito radiofonico di oltre 100 emittenti che hanno sposato il progetto nato dall’idea di Paolo Tocco e Giulio Berghella.
Centinaia di radio, da piccole emittenti web a medie e grandi realtà in Fm, un circuito in continua espansione che ha regalato alla trasmissione oltre 500 passaggi settimanali su tutto il territorio nazionale.

Radio Indie Music Like in questa edizione ha incontrato:
Luca Mancino, Pino Marino, Francesco Manfredi, Borghese, Tequila Funk Experience, Lunapente, Igor Nogarotto, Dr. U, Michele Maraglino, Massimiliano Larocca, Umberto Maria Giardini, Pierpaolo Capovilla, Ilaria Porceddu, Daniele Celona, Rosybyndy, Daniele Ronda, Gennaro La Rosa e il progetto Musica Contro le Mafie, Giorgio Faletti, Meg, Ugo Mazzei, Luca Loizzi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Shel Shapiro, Big Fish, Capone & Bungt Bagt, Mario Venuti, I Blastema, Andrea Mirò, Lo Stato Sociale, I Virginiana Miller, La Differenza, I Guignol, Zibba, Rekkiabilly e i RIO.

Ultima puntata e ultima stagione per Radio Indie Music Like con un ospite live in studio davvero d’eccezione: MASSIMO PRIVIERO che ci regalerà qualche indiscrezione sul nuovo disco in uscita il prossimo autunno.

Domenica 29 settembre Protosound riceverà il Premio Mei Web per il suo impegno nella diffusione nei circuiti indipendenti ed emergenti delle web radio. Sarà l’occasione per presentare il nuovo palinsesto con tutte le radio partner e i media partner a Faenza al Mei 2.0 di fine settembre, che si terra’ dal 27 al 29 settembre.

Radio Indie Music Like non chiude ma si TRASFORMA.
Forte dell’unanime consenso da parte della critica, forte dello sviluppo del circuito radiofonico che ha deciso di programmare il format stabilmente nel loro palinsesto, ad Ottobre arriva “TUTTI I TOPI VOGLIONO BALLARE”. Un appuntamento quindicinale, un’ora da passare assieme, ospiti live in studio, tanta musica e i singoli estratti dalle rubriche del network curato dalla Protosound in collaborazione con Okmusik.com – Lospettacolo.it – Raropiù Magazine – Amolamusica.it – Radio Piterpan

Venerdì 28 GIUGNO
ultima grande puntata di RADIO INDIE MUSIC LIKE
ospite in studio MASSIMO PRIVIERO.

Info e contatti
PROTOSOUND POLYPROJECT
mail. ufficiostampa@protosound.it

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Mario Venuti – L’ultimo romantico

Written by Recensioni

L’ultimo romantico” del cantautorato dei tagli differenti potrebbe veramente essere il siracusano Mario Venuti, non solo perché l’amore inteso come liberazione o più che altro fondamento apparentemente inconsistente potrebbe rientrare tra la stesura di questo nuovo album, ma piuttosto perché le canzoni dell’artista di questo amore ne esaltano le funzioni emotive, fuori dalle consuete simbologie appiccicose, bensì strette come fosse roba di tutti i giorni da conquistare, arraffare o alla fine barattare per un pugno di libertà individuale.

In più Venuti considera gli ultimi romantici – titolo tratto da una felice riesumazione di un successo di quarant’anni orsono di un duo che funzionò come una trappola per hit e classifiche da juke box ovvero Pallavicini/Donaggio – anche tutti i personaggi dell’umanità dietro l’angolo che reagiscono a tanti status quo con un sorriso, una pacca sulle spalle, fantasia e colore, ed è allora che perlomeno se la vita poi rimane la stessa però viene maneggiata con più leggerezza, più divertimento; dodici canzoni d cui dieci scritte con Kaballà che non hanno una unica direzione, girano, impazziscono e a loro modo incantano il ritorno di questo poeta storto a tre anni da quel fortunato Recidivo, album fradicio di amarezze settembrine e marrone come colorito di pelle, un ritorno di tutt’altro graffio, felice ed inquieto come una emozione alle quattro della mattina al centro di un sogno scuro.

In questo disco il senso di rinascita e di contrattacco è forte, solido e friabile insieme, si guarda al futuro con speranza e curiosità   allegrotta, e reagisce con infinitesimali rivoluzioni – intime e a fior di pelle –  che azzardano, trasgrediscono e sciorinano poetami e dance sopra un piatto d’argento di ottimo eclettismo; punteggiando qua e la lungo lo scheletro dell’album troviamo il pathos etnico che scorre in “Rosa porporina”, il ritmo in levare che ondeggia in “Con qualsiasi cosa”, l’azzardo appunto che stuzzica e disturba il Sir. Mozart di “Là ci darem la mano”, il pastiches borioso eseguito con il coro Doulce Mamoire e diretto da Bruna D’AmicoGaudeamus Igitur” o più in la il Battiato che fa capolino in “Quello che mi manca”. E sì,  e questo l’amore che intende Venuti. gli piacciono tutte quelle quadrature giocose ed eccitanti che va a ritrovare pure nel fondo di bottiglia della dance Settantiana di “Fammi il piacere”, in cui …”…fammi il piacere prova  a mettere da un’altra parte il tuo bel sedere, fammi il piacere forse è meglio che torni a fare l’antico mestiere…” è il lascito di una presa di coscienza o la presa d’atto per preservare un posto di lavoro in questi tempi di magra e depressione.

Da ascoltare tra una pausa e una voglia di ristoro.

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