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Ritorna il Maremoto Festival di San Benedetto del Tronto

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Ritorna il Maremoto Festival: la manifestazione organizzata dalla cooperativa O.per.O con il contributo dell’amministrazione comunale si svolgerà dal 23 al 26 luglio nell’area Ex Galoppatoio a San Benedetto del Tronto, ad ingresso gratuito.
Il Maremoto è una delle manifestazioni dedicate alla musica e alla cultura alternativa tra le più longeve tra Marche e Abruzzo. Giunge quest’anno alla nona edizione e come sempre ospiterà un mix tra artisti affermati ed emergenti nel panorama delle musica indipendente italiana.
Tra i primi nomi confermati il ritorno della band ska italiana più amata: the Bluebeaters, che hanno da poco pubblicato un nuovo album dal titolo Everybody Knows, chiuderanno il festival domenica 26 luglio. Il sabato due artisti campani calcheranno il palco del Maremoto: il rapper Ghemon con la sua band dalle sonorità soul e r’n’b, e Francesco Di Bella, ex cantante dei 24 Grana che presenterà il nuovo progetto Ballads Cafè. Per il pubblico più giovane e scalmanato sono in arrivo venerdì 24 i Management del Dolore Post-Operatorio, una band indie-rock in grande ascesa con il nuovo album I Love You.
Confermata anche la collaborazione con l’Associazione Implacabile che aprirà la manifestazione giovedì 24 con una rassegna di gruppi locali ma già esperti e degli ospiti speciali a sorpresa.
Al Maremoto non mancheranno le proiezioni, i dj set, le mostre e tutto l’ambiente che solo una manifestazione giovane e rock riesce a creare. Il programma completo sarà presentato nei prossimi giorni.

Riportiamo il programma delle varie giornate:

Giovedì 23 Luglio: Maremoto Implacabile Con Rosafante, La Sonda, Startrash, Innershine, I Superflui + Special Guest I Giuda;
Venerdì 24 Luglio : Management Del Dolore Post-Operatorio , Luminal, Stan’s Law
Sabato 25 Luglio : Ghemon & Le Forze Del Bene, Francesco Di Bella & Ballads Cafè , Tema Per Nona
Domenica 26 Luglio : The Bluebeaters, Rainska

Tutte le sere dalle ore 20:00: Dj set, Vj, Mostre, Mercatini, Area Ristoro, Bar e Birre Artigianali
INGRESSO LIBERO – Area Ex Galoppatoio (Zona Porto) – SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)
INFO: 333.5099339 – www.maremotofestival.it www.facebook.com/MaremotoFestival
Come arrivare / Car pooling: http://www.maremotofestival.it/index.php?a=59

 

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Versailles – Vrslls

Written by Recensioni

Non so se si possa definire realmente un incontro/scontro, come amano descriversi i Versailles nella loro biografia, quello fra Damiano Simoncini (Maria Antonietta, Young Wrists, Damien*) e Manu Magnini (Container 47, Key-Lectric, Scanners), perché il duo pare essere sempre in perfetta sintonia. Più veloci ed incazzati dei francesi Chevreuil e degli Stooges di Iggy Pop, in sole sette canzoni i Versailles riescono a condensare tutto il senso del Rock ‘n ‘Roll! Quando con solo voce, chitarra e batteria si riesce ad arrivare a questi livelli creativi si potrebbe persino gridare al miracolo, tant’è che basta sentire l’iniziale “Summer Pain” affinché il pogo possa iniziare (se messa in play in un qualsiasi Club Rock). “(T)rap to the E. Y. A. H.” è invece una preghiera onirica e visionaria in cui la chitarra sposa alla perfezione i ritmi della batteria ed i versi cantati/recitati ossessivi della voce. Di diversa impostazione sono invece “Honey, We’re Ready to Funck!” (in cui i due ragazzi sembrano aver studiato alla perfezione i dischi degli Mc5 e degli X) e “Everybodytalks For Free” che forse si ispira un po’ troppo alla mitica “I Wanna be Your Dog” degli Stooges, che sicuramente avrete avuto modo di ascoltare anche in film quali Trainspotting, Lock & Stock – Pazzi Scatenati, Transporter 3, Il Corvo 2 ed in tanti altri che ora non mi soggiungono. “Find the Enemy” sembra invece un potenziale brano dei Marlene Kuntz in salsa Punk (concedetemi questo ossimoro), mentre “BLahBlahBlah” riporta alla memoria i Dead Kennedys di Jello Biafra. Il duo pesarese ci dà dentro fino alla conclusione del “Vrslls Ep” che purtroppo arriva con “Bring the Noise” (che non c’entra nulla con l’omonimo brano dei Public Enemy) forse a volere dimostrare che il futuro della musica italiana può e deve guardare a quanto fatto anche quarant’anni fa in America. E non è detto che ad ispirarsi al passato o a gruppi come i Sonic Youth si perda sempre il confronto. Ascoltare per credere!

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