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RADIO INDIE MUSIC LIKE: ultima puntata con MASSIMO PRIVIERO

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Ultima puntata della stagione con RADIO INDIE MUSIC LIKE.
Ospite Live negli studi della Protosound il grande Massimo Priviero.
Assegnato a Protosound Premio Mei Web domenica 29 settembre a Faenza
Ad ottobre grandi novità e trasformazioni

Dopo quattro anni, oltre 100 puntate e altrettanti ospiti del panorama discografico italiano, dagli emergenti ai grandi personaggi che hanno segnato grandi momenti della storia musicale del nostro paese, il noto format della classifica Indie Music Like redatta dal M.E.I. di Giornado Sangiorgi cambia nome e contenuti e si trasforma per una nuova grande avventura.
Puntuale ogni venerdì, dagli studi della Protosound, RADIO INDIE MUSIC LIKE ha raggiunto migliaia di persone grazie soprattutto al circuito radiofonico di oltre 100 emittenti che hanno sposato il progetto nato dall’idea di Paolo Tocco e Giulio Berghella.
Centinaia di radio, da piccole emittenti web a medie e grandi realtà in Fm, un circuito in continua espansione che ha regalato alla trasmissione oltre 500 passaggi settimanali su tutto il territorio nazionale.

Radio Indie Music Like in questa edizione ha incontrato:
Luca Mancino, Pino Marino, Francesco Manfredi, Borghese, Tequila Funk Experience, Lunapente, Igor Nogarotto, Dr. U, Michele Maraglino, Massimiliano Larocca, Umberto Maria Giardini, Pierpaolo Capovilla, Ilaria Porceddu, Daniele Celona, Rosybyndy, Daniele Ronda, Gennaro La Rosa e il progetto Musica Contro le Mafie, Giorgio Faletti, Meg, Ugo Mazzei, Luca Loizzi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Shel Shapiro, Big Fish, Capone & Bungt Bagt, Mario Venuti, I Blastema, Andrea Mirò, Lo Stato Sociale, I Virginiana Miller, La Differenza, I Guignol, Zibba, Rekkiabilly e i RIO.

Ultima puntata e ultima stagione per Radio Indie Music Like con un ospite live in studio davvero d’eccezione: MASSIMO PRIVIERO che ci regalerà qualche indiscrezione sul nuovo disco in uscita il prossimo autunno.

Domenica 29 settembre Protosound riceverà il Premio Mei Web per il suo impegno nella diffusione nei circuiti indipendenti ed emergenti delle web radio. Sarà l’occasione per presentare il nuovo palinsesto con tutte le radio partner e i media partner a Faenza al Mei 2.0 di fine settembre, che si terra’ dal 27 al 29 settembre.

Radio Indie Music Like non chiude ma si TRASFORMA.
Forte dell’unanime consenso da parte della critica, forte dello sviluppo del circuito radiofonico che ha deciso di programmare il format stabilmente nel loro palinsesto, ad Ottobre arriva “TUTTI I TOPI VOGLIONO BALLARE”. Un appuntamento quindicinale, un’ora da passare assieme, ospiti live in studio, tanta musica e i singoli estratti dalle rubriche del network curato dalla Protosound in collaborazione con Okmusik.com – Lospettacolo.it – Raropiù Magazine – Amolamusica.it – Radio Piterpan

Venerdì 28 GIUGNO
ultima grande puntata di RADIO INDIE MUSIC LIKE
ospite in studio MASSIMO PRIVIERO.

Info e contatti
PROTOSOUND POLYPROJECT
mail. ufficiostampa@protosound.it

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Luca Loizzi

Written by Interviste

Luca Loizzi al suo esordio discografico ci parla dell’amore per la Puglia e l’importanza di Milano sognando De Andrè…

Molti i generi toccati da questo disco di debutto… come riesci a farli convivere e a chi ti sei ispirato maggiormente?

Se dovessi stabilire una gerarchia di preferenze mi risulterebbe davvero difficile. Credo si possa cogliere in quello che amo definire il “meltin pot” musicale che caratterizza l’album, l’influenza o almeno l’eco dei cantautori con cui sono cresciuto, una sorta di famiglia immaginaria cui ho fatto sempre riferimento: De Gregori, De Andrè, Ciampi, Gaber, Dalla, Brel, Brassens. Può sembrare banale ripetere sempre gli stessi nomi, ma in realtà ogni volta che li si ascolta, vi si scopre una prospettiva nuova  anche solo per la diversa predisposizione psicologica personale che si ha in un determinato momento della propria vita. Poi lo splendido lavoro del produttore Beppe Massara e del maestro arrangiatore Nico Acquaviva ha permesso che mondi e influenze musicali tanto differenti nei miei brani, convivessero armonicamente in una grande “sinfonia” di suoni.

Chi erano i tuoi idoli di gioventù invece?

L’adolescenza è età particolare: si costruisce il proprio io principalmente edificando un catalogo di negazioni e cioè  marcando le “distanze dall’altro”, rendendo così più facile l’identificazione esterna di sé stessi. Ecco quindi che “si preferiva” la musica straniera a priori, determinandone comunque la superiorità su quella italiana la cui conoscenza risultava comunque obiettivamente scarsa. Parlo al plurale perché mi piace ricordare quel fanatico gruppo di 17enni di cui facevo parte, che collezionava solo dischi e bootleg costosissimi dei propri idoli: Beatles, Doors, Pink Floyd, Led Zeppelin, Nirvana, etc. Poi si cresce e si comprende con piacere che “non è solo rock quello che luccica”, ma che esistono forme del narrare musicale diverse e ugualmente fascinose come quelle del jazz, della classica o del cantautorato italiano e francese.

Qual è e quanto è forte il tuo legame con la regione Puglia? E quanto quello con Milano?

La Puglia è per me terra di riscoperta seppure mi abbia dato i natali paradossalmente ho dovuto allontanarmici per risentirne il richiamo e riscoprirne lo splendore. Ci sono paesaggi spettacolari come quelli murgiani che cambiano continuamente nel corso della giornata a seconda della luce, e c’è il calore della gente che risulta davvero unico! Milano ugualmente fa parte della mia storia, con i suoi ritmi assurdi e i suoi grigi cieli quotidiani: ma è una città che mi ha regalato un impareggiabile bagaglio di ricordi e anche solo per questo le sarò eternamente grato!

Il tuo disco presenta degli arrangiamenti molto curati… è difficile riproporli dal vivo?

Gli arrangiamenti sono il frutto del lungo e appassionato lavoro di Beppe Massara e Nico Acquaviva: l’idea era quella di adottare vesti diverse ed appropriate ai vari brani dell’album senza porsi limiti o dogmi musicali. Ecco quindi spuntare il banjo di Adriano Sofo su “Quando meno te lo aspetti” o la fisarmonica di Carmine Calia  su “Pillole” o la tromba di Giuliano di Cesare su “Tutti Quelli”. È ovvio che dal vivo sarebbe necessario avere una band di 20 elementi per riprodurre il disco nei suoi particolari e nelle sue sfumature: allora abbiamo scelto una formazione essenziale di cinque musicisti che possa comunque rendere al meglio la vitalità e l’energia dell’album.

Di cosa trattano i tuoi testi? Ci sono anche riferimenti letterari?

Di solito quando scrivo parto da un’idea, una parola o una coppia di frasi che sembrano suonare bene ed avere un senso. La maggior parte delle volte lo spunto è autobiografico: il grande scrittore Joseph Conrad si chiedeva:«Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando? ». In effetti quella che comunemente e arbitrariamente definiamo per comodità “ispirazione” è solo il frutto della lunga sedimentazione che il nostro cervello costruisce in base agli stimoli che riceve ed accumula. Chi scrive, poeta, scrittore o musicista che sia, non fa altro che raccogliere ciò che consciamente o inconsciamente ha già fatto suo. Allora lo spunto autobiografico si accompagna a riflessioni più ampie che riguardano la società o il microcosmo di cui fa parte e di lì nasce qualcosa che altri chiamano “canzoni”. Nel disco ho inserito un brano cui sono molto legato, “Il pazzo”, ed è dedicato al grande poeta Antonin Artaud costretto alla rieducazione con l’elettro schok solo perché intellettuale scomodo ai più e voce dissidente in una società capitalistico – borghese che andava ponendo le basi per il “pensiero unico” con cui oggi purtroppo dobbiamo fare i conti tutti i giorni.

Cosa ne pensi della scena indie italiana?

Sicuramente meriterebbe molta più attenzione da parte dei mass media che sprecano tempo promuovendo la mediocrità dei divi “usa e getta” figli dei talent show: carne da macello esposta su banconi sempre più grandi! Invece il panorama italiano non ha nulla da invidiare a quello europeo: penso ai giovani come Dente o Brunori Sas, Camillo Pace o Patrizia Laquidara. Credo che ormai il pubblico televisivo e radiofonico abbia il diritto di conoscere cos’altro propone la musica italiana e non solo quel poco che viene prodotto “in scatola” dalle major e poi propinato come primo e unico piatto del giorno!

Cosa prevedi per il tuo 2013 musicale?

Il 2012 è stato un anno ricco di sorprese e “soddisfazioni”: le bellissime recensioni della critica, un pubblico sempre più numeroso e affettuoso e ultima in ordine cronologico l’essere stati selezionati dal Premio Tenco per la data del “Tenco ascolta” svoltasi il 2 dicembre a Bari. Il 2013? Bè che dire: “Ad maiora”!

 

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Luca Loizzi – Luca Loizzi

Written by Recensioni

Luca Loizzi è un cantautore che per anni è stato insegnante di lettere a Milano e che nel 2011 chiede ed ottiene il trasferimento al Sud, ora vive e lavora in Puglia (migrazione inversa?) che trae ispirazione dal vecchio e nuovo cantautorato francese, da Brel a Brassens, da Benabàr a Vincent Delem fino alla scoperta di Giorgio Gaber e di Nanni Svampa.
Il suo stile eclettico lo fa passare attraverso generi diversi riuscendo nell’impresa di essere sempre originale nel risultato.

Il primo singolo estratto, “Quando Meno Te Lo Aspetti”, in rotazione radiofonica proprio in questi giorni, lancia e promuove un disco che porta semplicemente il suo nome e che contiene nove tracce davvero interessanti e ben suonate  in cui è accompagnato da Nico Acquaviva alle chitarre, Alessio Campanozzi.al contrabbasso e al basso elettrico e da Walter Forestiere alla batteria e ale percussioni.
Lontano anni luce dai “colleghi” indie Bruno S.a.s. e Dente, “Luca Loizzi” è stato registrato tra gennaio ed aprile del 2012 presso gli Studios LaVilla24 (Bisceglie/Trani) dal produttore Beppe Massara ed arrangiato dal chitarrista Nico Acquaviva (già menzionato precedentemente).

Un lavoro semplice (ben rappresentato anche dall’artwork ad opera di Dario Agrimi con il progetto grafico di Stefano Ciannamea e Giovanni Albore) che non taglia le radici con le sue origini, con la dichiarazione finale d’amore “Milano” che descrive la normale vita monotona della grande metropoli e che si contrappone a “Taglio La Corda”. fotografia dell’Italia irreale contemporanea “priva di ogni scrupolo e dignità”.
Tutti quelli” è un brano a metà fra lo swing e il jazz con un testo scherzoso ma gradevole, mentre “Che Fastidio” è sicuramente la traccia più “dance” (passatemi la definizione!) con i suoi riff accattivanti di basso che ricordano un po’ quelli di Bernard Edwards degli Chic (senza però fare uso esagerato del thumb slap).

Bello anche il booklet incluso all’interno del digipack rigorosamente bianco in cui troverete appunti sull’esecuzione e sulla registrazione delle canzoni (idea davvero insolita in una produzione tutta italiana!).
Da segnalare che l’album è promosso con il sostegno del P.O. Fesr Puglia 2007/2013 Asse IV – Puglia Sounds.
E citando “Via Ripamonti”, quarta traccia del cd, “non ci rimane che affidarci a del buon vino” (senza ubriacarsi mi raccomando!) e goderci l’ascolto!

 

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