Giorgia Tag Archive

Il Video della Settimana: UnicoStampo – “Così Diversi”

Written by Senza categoria

Il brano anticipa l’uscita dell’album d’esordio degli UnicoStampo, la band fondata da Fabio Massimo Colasanti, produttore e musicista turnista che ha collaborato con grandi nomi della musica italiana come Pino Daniele, Gianluca Grignani, Giorgia e altri. Scritto da Fabio Massimo Colasanti e Federico Palmerini, il video in animazione è stato realizzato da Davide Bastolla fondatore di BastAnimotion (che ha già realizzato videoclip per Gianni Maroccolo, Roberto Angelini e per il progetto DVDM di Max Zanotti e Dj Mike) con la coregia dello stesso Federico Palmerini. Gli UnicoStampo sono: Danilo Cioni (voce), Fabio Massimo Colasanti (chitarra), Francesco Caprara (batteria) e Stefano Alfonsi (basso). Gli UnicoStampo sono una band di Roma dal sound graffiante creata dall’incontro di due professionisti del settore musicale: Danilo Cioni e Fabio Massimo Colasanti. La formazione si completa nel 2014 con Francesco Caprara e Stefano Alfonsi. Attualmente stanno lavorando al loro album d’esordio.

UNICOSTAMPO "Così Diversi " Official Video UNCENSORED @2015 from fabio massimo on Vimeo.

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Elle – Nowherebut Here

Written by Recensioni

Quando ho iniziato ad ascoltare Nowherebut Here, ho pensato per un attimo di trovarmi di fronte alla nuova Joan Baez o al clone italiano di Edie Brickell, ma in realtà Elle si è dimostrata agli stessi livelli delle sue colleghe estere. Il motivo? Passare dal cantautorato Pop di “Berlin” alla più movimentata e gradevole “Let me be Your Eyes” (primo singolo dell’album) chiarisce subito la poliedrica direzione sonora del disco. Poche voci femminili riescono ad arrivare come una freccia nell’anima di ognuno di noi, ed Elle è talmente dotata che rimarrete estasiati dai suoi acuti.

Grazie al “casuale” incontro con il produttore Flavio Zampa, dopo anni di salite e discese, andate e ritorni, e forti esperienze, arrivano i nove brani inclusi in Nowherebut Here, che racchiudono un po’ ciò che è stato il suo viaggio, interiore ed esteriore, di vita artistica e non solo. Nowherebut Here, che può essere considerato il suo primo lavoro, è carico di energia e passione frutto di anni di esperienze che segna solo l’inizio di un nuovo ed emozionante capitolo del libro della vita di Elle, da cui ci aspettiamo molto nel futuro. Il talento c’è e lo si vede (anzi lo si sente), e con la giusta promozione questo album può anche mirare in alto. “Lover” ricorda infatti un po’ lo stile della compianta e mai dimenticata Whitney Houston e della nostrana Giorgia e proprio l’amore a fare da filo conduttore delle successive “Nowherebut Here” e “Killing my Love”. In quest’ultima addirittura sembra di sentire al piano Miss Germanotta, in arte Lady Gaga, artista sempre al centro delle cronache e dei gossip mondiali. Il disco scorre piacevolmente con il soft Rock di “A New Life” e la più movimentata “She’s Alone” per concludersi poi con la (quasi) acustica ballad “A Lie” e con la introspettiva “Enlightens”. Sicuramente il disco si presterà più facilmente ad un successo oltralpe, ma auguro ad Elle di diventare famosa anche qui in Italia perché era dai tempi di Pipes And Flowers di Elisa che non si sentiva un esordio così bello nel nostro paese.

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Il Video della Settimana: Heavenenum – La Isla Bonita

Written by Senza categoria

La rivisitazione degli Heavenenum del brano di Madonna anticipa il prossimo disco , un concept album ancora in fase di produzione.

“‘La Isla bonita’ a livello musicale rappresenta un esperimento in quanto pur non cambiando di una virgola il testo ma lavorando solo sulla musica volevamo far scomparire le suggestioni tropicali di Madonna (stessa cosa fatta con ‘E Poi’ di Giorgia, brano premiato nel 2009 al Mei di Faenza ed incluso nel primo disco Finchè il mio Veleno non ti Ucciderà).”

Le sequenze di immagini del video sono tratte da un corto di Frans Zwartjes, regista indipendente (classe 1927). Le sue pellicole degli anni 60 catturano l’isteria, le psicosi e la crudeltà delle figure umane chiamate a partecipare a giochi di potere dal forte richiamo sessuale.

“La scelta è caduta sui suoi lavori perché oltre ad esser  poco conosciuto è un precursore, le sue provocazioni infatti sono molto attuali e richiamano un immaginario caro anche a Madonna.”

Ecco quindi la clip scelta come video della settimana. Potete guardarla e ascoltarla di seguito e in homepage.

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Makay – Equilibri Instabili BOPS (recensioni tutte d’un fiato)

Written by Novità

Dentro questi cinque pezzi di Equilibri Instabili della band romana Makay, c’è una piccola bugia. Si tratta di un gruppo di cinque elementi (chitarre/basso/batteria/voce) nel quale artwork, testi e musica sono quasi tutta opera del chitarrista Alberto Marino. Eppure ogni momento del disco sembra essere destinato a promuovere la voce di Silvia Puddu più che la musica dei Makay. Sia nei brani più leggeri (“In Viaggio”, “Alla Ricerca Di Me”, “Mai Mai”), che in quelli più Rock (“Pensieri Rumorosi”), la melodia si tiene su linee soffici, morbide, precise e mai prepotenti, come a non voler minimamente rischiare di mettere in secondo piano quello che soffia dalle corde vocali di Silvia. Il più classico Pop proposto dalle varie voci femminili italiane (Giorgia, Elisa, ecc…). In verità, quella di Silvia è una voce gradevole, pulita, che ricorda a tratti la prima Elisa ma dal timbro fin troppo comune, nel suo mondo. A essere sincero, se dovessi basare il voto solo sui miei gusti, saremmo nell’ottica dell’insufficienza piena. Ma non posso negare la qualità vocale, l’esecuzione precisa, le sonorità distensive e accurate, perfette per fare da contorno alle parole. Se l’obiettivo era quello che ho intuito, i Makay ci sono riusciti alla grande. Fate una media di tutto questo ed ecco quel voto. La bugia? “Siamo una band, siamo i Makay”. Almeno in fase espositiva, non siete un gruppo, come non è un gruppo Vasco Rossi, Ligabue, ecc…. Tanti gregari, di cui uno straordinario nel suo eclettismo (Alberto Marino), al servizio del campione. Resta da capire se la voce di Silvia Puddu può davvero scalare la montagna del successo.

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Thony – Birds

Written by Recensioni

Essere donna e musicista non è sempre un’impresa molto semplice. Generalizzando, ma neanche poi troppo, gli uomini giudicano più il tuo aspetto fisico che la tua performance e le donne giudicano più il tuo aspetto fisico – nel 90% dei casi rosicando- che la tua performance. Insomma: fuoco incrociato. Se sei troppo aggressiva, qualcuno sbava e qualcuno ti addita come ennesimo stereotipo del rock in gonnella con zebre e leopardi su vestiti, chitarre e scarpe col tacco, magari fantasticando anche sul livello di porno che suggerisci. Se sei troppo dolce, ti relegano nel panorama della canzoncine d’autore melense e strappalacrime, adatte solo a un pubblico di adolescenti che confondono l’ormone con l’amore.
Federica Victoria Caiozzo, palermitana classe 1982, si presenta al pubblico con uno pseudonimo androgino, Thony, che mette subito le cose in chiaro: è una donna – anche molto affascinante, con qualcosa della giovane Giorgia e qualcosa di Pj Harvey e della sua sosia nostrana Paola Maugeri – ma con due palle così. Femmina nel senso più puro del termine, determinata e fragile al tempo stesso, è in grado di mettere a tacere le malelingue di ambo i sessi e far parlare solo la sua musica. Intanto ha dalla sua una grande vocalità: timbro caldo, una certa quantità di quella sensualissima aria che per i puristi del belcanto è un difetto, un falsetto delicato e ben controllato. In secondo luogo, ha saputo evidentemente circondarsi di musicisti con una competenza tecnica e un gusto per gli arrangiamenti tali da creare un disco davvero molto buono. Difficile indicare Birds, realizzato come colonna sonora per l’ultimo film di Paolo Virzì, Tutti i santi giorni, semplicemente come il lavoro di un cantautore: Thony emerge come compositrice, polistrumentista, esecutrice e interprete, il tutto in armonia con l’apporto qualitativo delle collaborazioni, fondamentali e mai casuali. Esattamente come la presenza di Giuliano Dottori.
Fin dalla prima traccia, Time speaks, è chiara la direzione vocale intrapresa: echi di Emiliana Torrini, di Julia Stone, con la nasalità di Marisa Monte e la pienezza nelle note gravi di Julieta Venegas. Aria e acqua sembrano gli elementi che legano le 14 tracce: dal timbro della sega musicale su Quick steps, col suo effetto strascicato e ben poco temperato, a Birds che ricorda le sonorità di Ukulele Songs di Eddie Vedder e le doppie voci eteree degli Imogen Heap di Hide and Seek. La cura per l’arrangiamento è evidente soprattutto in Promises, costruita per intero su un passaggio continuo dalle tonalità maggiori a quelle minori, con una oscillazione di tensione sottolineata da frequenti cambi motivici e timbrici strumentali. Le dissonanze di apertura in Water e in Blue wolf tradiscono un’influenza classica quasi madrigalistica, mentre è Debussy il faro che guida Birds interlude. Nyctinasty rivela una grande attenzione anche in fase di registrazione, visto che addirittura l’attrito delle dita sulle corde, oltre a contribuire a un certo calore sonoro, diventa quasi tematico. Non manca l’alternative rock più puro, come nelle prime battute di Dim light, che richiama l’intro de L’estate degli Afterhours, e in Sam, in cui Thony si lascia andare a un canto meno contenuto e sussurrato, rivelando anche una discreta potenza alla Florence.
Nell’insieme, Birds è gradevolissimo e nostante non brilli per originalità, ha una sua elegante personalità e una certa tensione comunicativa. Thony non è LA voce, ma è una splendida voce in grado di sostenere il confronto con altre splendide voci. Si potrebbe dire che non aggiunge e non toglie nulla, soprattutto se inserita in un panorama musicale dal respiro internazionale, ma, dalle nostra parti, avercene.

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