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Lazybones Flame Kids – Beyond

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Tante influenze ma anche tanta personalità nel nuovo della formazione sarda.
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Lowlands – Beyond

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Pavia e l’America polverosa dei sogni senza confini sono ad un tiro di schioppo se uno ha  voglia e passione di fare autostop e  sintonizzarsi sulle coordinate di questo nuovo bel disco dei Lowlands, la rock’n’folk band tutta italiana che in questo “Beyond” sorpassano loro stessi, allungano la mira e le visioni oltre gli skylines e le già illuminate strade che incrociano Est ed Ovest per una tracklist che incolla letteralmente l’udito come un bostik dispettoso.

Con la produzione dall’ex tastierista dei Soul Asylum, Joey Huffman, e con la partecipazione memorabile di Mike “Slo Mo” Brenner e dell’armonicista Richard Hunter, il disco corre, suda, si intenerisce, asseconda intemperanze visionarie con sing-along e melodie nostalgiche per entrare direttamente – dopo aver incantato coi suoi giri diabolici – tra testa e cervello come un sogno che ha imparato il giochetto della fascinazione a corto raggio e pertanto infallibile nei torvi sentimenti di bellezza; dieci tracce, dieci gemme cangianti, dieci sentimenti che lavorano  il tempo, l’amore e gli sterminati cieli d’America come dentro un destino  memorabile dal quale non si può scendere se non volendo, ma questo “volendo” è un aggettivo che man mano che il disco avanza, si è portati ad odiare con tutta l’anima.

Con una forte stimolazione Springsteeniana tra le righe e Mister Petty tra gli incensi devozionali, la band (molto più attaccata ora alla spina della corrente elettrica che in precedenza) e con un rutilante ricambio nella line-up, è in un grado di maturazione ottimo, pronta a marciare sulle strade tortuose degli ascolti multipli, perfetta per declamare il running e l’istinto di una terra, l’America, come meta per chiunque ami le magie e le evanescenze dei suoni che mettono in moto una fantasticheria unica ed inossidabile, la libertà. Un disco con un sacco di aspettative sulle spalle e davanti alla sua lungimiranza, ballate, epicità amplificata “Waltz in time”, pezzi di cielo “Ashes”, la Titletrack,  la pozzangherina di una lacrimuccia slideata “Homeward bound”, il Waitsiano passo oscuro in una notte piovosa e triste “Fragile man”, dedicata allo scrittore scomparso Luciano Comida o la fuga verso  la linea solare dei landscapes di tramonti e amori da raggiungere e forse riconquistare “Keep on flowing” sono le ricette di un felice sentire che porta lontano, uno schiaffo di vento che scompiglia i capelli e fa dimenticare – per un tot di minuti – l’integrità imbalsamata di ogni giorno.

Lowlands in arrivo sul primo binario, pronti alla partenza.

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