What’s up on Bandcamp? [marzo 2025]

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Un nuovo mese, una nuova carrellata di band più o meno sconosciute e tutte da scoprire.

In copertina: Stonks © Hadelin Des Mons

What’s up on Bandcamp? è un’idea che prova a mettere al centro la musica indipendente: ogni mese una selezione di dischi il più variegata possibile – a livello di generi, provenienza geografica, etichette – per provare a dare spazio a nomi in rampa di lancio o comunque poco conosciuti.

Del resto, non importa quanto sia difficile la vita: lì fuori ci sarà sempre una band pronta a salvartela (o quantomeno a migliorartela).

PYREX – Body
[07.03.2025 | Total Punk | hardcore punk, garage punk | USA]

Sedici minuti per otto brani, qui si va dritti al sodo senza alcun tipo di riserva.
I PYREX arrivano direttamente da Brooklyn con il loro sound incendiario e al fulmicotone, hardcore punk in purezza di quello che mentre lo ascolti ti viene immancabilmente voglia di arrampicarti sui muri e di rovesciarti birre addosso (mio dio, quanto sono punk).
Non c’è solo hardcore però, perché qua e là si riscontrano anche venature garage – vedi brani come Face Off, Digits, Vertebrae – che rendono il tutto vagamente più orecchiabile (ma non meno devastante, sia chiaro). Il quarto d’ora più sudato e intenso che possiate vivere durante questo mese, garantito al 100%.

Taxidermists – 20247
[07.03.2025 | Danger Collective | garage pop, indie rock, lo-fi | USA]

Era da un po’ che i Taxidermists mancavano dalle scene (l’album precedente è datato agosto 2019, un’enormità visti i tanto bulimici tempi attuali). Il duo del Massachusetts composto da Cooper Handy e Salvadore McNamara pesca dai filoni più disparati per rendere il proprio sound il più personale e variegato possibile: si va dal garage rock (anzi, più pop che rock) all’indie rock, dallo slowcore allo slacker, il tutto condito da una spruzzata di sana estetica lo-fi che non guasta mai.
Se volete due esempi che possano permettervi di intercettare al meglio le due anime che convivono in seno alla band (quella garage e quella pop), con Does the Wind Know e Needles to Say andate proprio sul sicuro.

Lone Striker – Lone Striker
[14.03.2025 | Safe Suburban Home, Repeating Cloud, Hidden Bay | cantautorato, americana, indie pop | UK]

Lo confesso: appena letto il titolo dell’album (e anche del progetto, sì) e vista la copertina con quella maglia da calcio mi è venuto da pensare a Ted Lasso (serie magnifica che ogni persona di buon cuore dovrebbe decisamente recuperare).
Detto questo, Lone Striker è un nuovo progetto a firma Tom Brown, musicista già apparso su questa rubrica con un’altra sua band, i Rural France. La musica solitaria – in bilico tra cantautorato e americana – e l’estetica del progetto mi ha fatto venire alla mente un personaggio in particolare della serie citata poc’anzi: Jamie Tartt, attaccante dell’AFC Richmond ed elemento chiave di tutta la vicenda.
Non seguo il calcio ormai da anni, ma guardare una partita con un gioiello come Dunno in sottofondo non dev’essere affatto male.

Stonks – badger
[14.03.2025 | EXAG’ | art rock, experimental rock, post-rock | Belgio]

Da quando Isaac Wood ha abbandonato i Black Country, New Road, questi sembrano aver intrapreso tutt’altra strada a livello artistico. Il fatto curioso è che, a fare da contraltare, da allora è apparso un numero imprecisato di gruppi che si rifà più o meno vagamente proprio alla versione primigenia dei BC,NR, non ultimi gli Stonks.
La band belga non è pero una mera imitazione del collettivo londinese, perché tra le pieghe di questo nuovo EP si possono scorgere rimandi anche a Maruja e Gilla Band (di cui dashcam/crash sembra proprio prendere e rimescolare le sonorità), nonché, per via di una certa orecchiabilità di fondo, ai Geese.
Nota di merito per il bel tasso in copertina (che inizialmente avevo scambiato per un gattone, ma ci vedo poco e male, si sa).

Low Rent Housing – Pepper Soup
[17.03.2025 | Reverse Tapes | noise rock, no wave | Francia]

Ci sono essenzialmente due motivi per i quali conosco la città di Tours: il primo è per via dell’esistenza della Parigi-Tours, storica classica autunnale del ciclismo; il secondo è invece rappresentato dall’esistenza di Reverse Tapes, piccola etichetta che fa un lavoro incredibile in ambito underground.
L’ultima uscita proposta è l’EP di debutto dei Low Rent Housing, cinque pezzi per venti minuti di durata all’insegna di ritmi muscolari e sonorità poderose a cavallo tra noise rock e no wave (e anche un po’ di post-punk, come nel caso di Killer Hooligan Party).
L’incubo allucinato di Metal Teeth e la conclusiva e terremotante War Over the Shore (in pratica i METZ che si danno al post-rock) sono un biglietto da visita mica male per una band che muove adesso i suoi primi passi.

Lala Salama – Miltähän me näytettäis yhdessä
[21.03.2025 | All That Plazz | shoegaze, noise pop | Finlandia]

Nome che letto in italiano fai fatica a prendere sul serio + titolo dell’album assolutamente impronunciabile? Sono già vostro.
Con il loro album di debutto, i Lala Salama dimostrano in maniera plastica che è possibile associare le distorsioni shoegaze e le sonorità zuccherose del noise pop anche alla fredda e lontana Finlandia (di cui già di norma tendiamo poco a sentir parlare, figuriamoci in ambito musicale).
Va da sé che il trio di Helsinki non inventi nulla, ma dimostra di saper maneggiare decisamente bene la materia e di saper scrivere melodie semplici ma efficaci, e già questo è un innegabile punto a loro favore.
Tra i momenti cardine citerei sicuramente il singolone Summer Love e i poderosi riffoni nu gaze di Miten voin tietää mitä elämältä haluan, jos en edes tiedä mitä haluan aamupalaksi (credo il titolo di brano più lungo in cui mi sia mai imbattuto).

marcel – ô fornaiz
[21.03.2025 | Luik | noise rock, art punk, post-punk | Belgio]

Per nessun motivo al mondo mi sarei perso l’occasione di approfondire un disco che presenta titoli del livello di allegro barbaro e spirit of eden hazard kicking ball-boy (secondo riferimento calcistico nello stesso articolo, dovrei iniziare a preoccuparmi?).
Se c’è un aggettivo che userei per descrivere i marcel è eccentrici: eccentrici nei suoni (un miscuglio bizzarro di noise, post-punk, art punk e chissà cos’altro), eccentrici nell’estetica, eccentrici nei titoli (vedi sopra) e anche nel modo di presentarsi (dopotutto voi come definireste una band che cita come numi tutelari Kim Gordon, Steven Gerrard – ancora calcio, già – e Ludwig van Beethoven?).
Un disco che chiunque ami la bizzarria sonica e storta di Brainiac e mclusky dovrebbe mettere su ora, adesso, in questo momento.

The Oidz – The Oidz
[25.03.2025 | Prison | egg punk, garage punk, synthpunk | UK]

I catalani Prison Affair, grandi alfieri del redivivo egg punk e presenti anche nella nostra lista dei migliori EP del 2024, hanno recentemente inaugurato una loro etichetta, la Prison Records, con il preciso compito di scavare nell’underground a tema garage, punk e affini.
L’uscita di debutto è a firma The Oidz, quartetto di Leeds che si diverte un modo a mescolare ritmi garage, attitudine punk e tematiche quantomeno bizzarre (le loro sono letteralmente “songs about intergalactic masturbation, incels, and ray gun toting lovers”).
Quattro brani che faranno necessariamente alzare il sopracciglio ai nostalgici di Jay Reatard, nonché agli amanti degli ultimi Osees.

Gloin – All of your anger is actually shame (and I bet that makes you angry)
[28.03.2025 | Mothland | noise rock, post-punk, dance-punk | Canada]

Fin dal terremotante singolo controlfreak69 – a mani basse uno dei migliori apparsi quest’anno – ho capito che quest’album sarebbe finito dritto dritto in questa rubrica. Singolo che è stato anche il pezzo tramite il quale ho conosciuto i Gloin, quartetto di Toronto al suo secondo lavoro.
Quello della band canadese è un efferato noise/dance-punk che ogni tanto si concede anche qualche tirata garage punk (Horse Fighting) e post-punk in salsa dark (Salamander), il tutto ammantato da un’atmosfera allucinogena che tende a ricordare le follie dei MAQUINA..
Un lavoro solido, compatto, rumoroso, delirante e per giunta con un titolo meraviglioso, cosa chiedere di meglio?

Quinine – First Ever Whippet on Acid
[28.03.2025 | Julia’s War | alternative rock, shoegaze, post-hardcore | USA]

Quello steso in modo accurato dai Quinine sul nostro pavimento è un tappeto sonoro tipicamente shoegaze che, una volta sollevato, nasconde tirate noise e derive post-hardcore. Il quintetto di Sacramento non si fa infatti problemi nell’usare pedali e distorsioni a profusione, inasprendo il tutto con sonorità angolari che rendono questo debutto su lunga distanza orecchiabile e al tempo stesso spigoloso.
Un esempio perfetto per intercettare quanto scritto sopra è il riuscitissimo singolo Part of the Problem, decisamente 90s nella sua intima essenza alternative rock.
Dovessi usare un titolone ad effetto per attirare l’intenzione di qualche malcapitato, l’ideale punto di incontro tra Dinosaur Jr. e Cherubs potrebbe essere una buona soluzione.

Qui trovate la playlist riassuntiva di What’s up on Bandcamp?, un pezzo per ogni uscita trattata nel 2025. Buon ascolto!
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Last modified: 22 Aprile 2025