Weird is Better [settembre 2025]

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Mese per mese, una rubrica alla scoperta di tante novità in ambito experimental e affini.

In copertina: SANAM © Mohamad Abdouni

Il mio settembre è stato un po’ strano. Un mese fatto di date segnate sul calendario, quasi a volerlo forzare per farlo trascorrere più in fretta. Quieto e teso come una sala d’attesa dalle pareti spoglie. A tratti colorato, a tinte vivide, talvolta insipido e indeciso. Il gelido stordimento di un’anestesia, il sollievo di una benzodiazepina. Tutte sensazioni che si sono involontariamente riversate nella mia consueta ricerca di nuovi suoni sperimentali: ecco a voi il risultato, buon ascolto.

Clara Lai / Barbara Togander – ·i·
[05.09.2025 | Fort Evil Fruit | electronic, spoken word]

Mi è tornata in mente all’istante un’opera d’arte che vidi alla Tate Modern di Londra qualche anno fa. Parlo dell’imponente Babel, installazione composta da circa 800 radio analogiche di ogni forma ed epoca, ideata dall’artista brasiliano Cildo Meireles: un brulicare di suoni e rumori come metafora dell’incomunicabilità umana. Il significato del mito della Torre di Babele è prontamente ribaltato dalle liriche in estasi di Barbara Togander, coadiuvate dal caos dell’universo elettronico di Clara Lai: una confusione che unisce, un linguaggio alternativo che rafforza, un’ambizione che arde di bellezza incompresa.

Lucrecia Dalt – A Danger to Ourselves
[05.09.2025 | RVNG Intl. | electronic, avant-garde]

Pericoloso come un brivido elettrico, che corre dritto lungo la spina dorsale. Come il rischio di non trovare mai più la strada di casa, persi nei labirinti infiniti di quest’album, ammaliati dal magnetismo della voce di Lucrecia Dalt, stupefatti alla vista di un’immensa tavolozza di colori che mutano in suoni, intrappolati in un loop di percussioni che vi renderanno difficile (se non impossibile) interrompere l’ascolto. Un’esperienza che ondeggia in continuazione fra il sacro e il profano, fra il vulnerabile e l’indistruttibile, fra la vita e la morte. L’unico, vero rischio? Non lasciarsi trascinare da questo appassionato vortice.

Throwing Shapes – Throwing Shapes
[05.09.2025 | WRWTFWW | ambient, folk, electronic]

L’armoniosa comunione d’intenti fra tre musicisti irlandesi già ben avviati in ambito sperimentale (Méabh McKenna, Ross Chaney, Gareth Quinn Redmond) dà vita ad uno dei debutti più interessanti che ho scovato questo mese su Bandcamp. Sulle solide fondamenta di una ricca texture elettronica e strumentale, astratta e sospesa, l’utilizzo dell’arpa celtica offre un raffinato strato aggiuntivo: un tocco elegante, che conferisce un prezioso valore aggiunto. Disco consigliatissimo per una serata all’insegna del relax; accertatevi di avere in casa un bastoncino d’incenso e tutto sarà paradisiaco.

Flur – Plunge
[05.09.2025 | Latency | ambient, spiritual jazz]

Mi perdonerete la semicitazione di Walt Whitman, ma è proprio il caso di dirlo: i Flur contengono moltitudini. Il loro spiritual jazz porta in sé le grigie nebbie del Tamigi, i battiti urbani di una metropoli e al tempo stesso un respiro mistico, dorato, divino. Se Alice Coltrane e Floating Points sono nelle vostre corde, vi invito caldamente a sostare qui: non dimenticherete facilmente l’album d’esordio di questo giovane trio londinese, così luminoso e incredibilmente curato in ogni più impercettibile sfumatura.

Flaer – Translations
[12.09.2025 | Odda | field recording, folk, modern classical]

Frammenti di natura in slow motion, sinfonie destrutturate e riassemblate, voci sconnesse fatte per ricordare, archi che tracciano linee discontinue e si avvolgono su se stessi senza mai uscire dall’orbita. Le composizioni di Realf Heygate – AKA Flaer – svelano ad ogni singolo passaggio una miriade di sorprese, intricate eppure delicate; fatte di istinto e improvvisazione, ma anche di classe e sentimento. A volte basta così poco per riconnettersi, lentamente, alle cose che contano davvero; spegnere la mente, cercare una boccata d’aria fresca. Questo disco ne è la prova materiale.

SANAM – Sametou Sawtan
[19.09.2025 | Constellation | folk, drone, world music]

Un fascino incomprensibile, delicato, paragonabile unicamente alla sensazione che si prova sfiorando le frange di un variopinto tappeto orientale, accarezzandone i finissimi dettagli. Il secondo album di questo collettivo libanese è un tripudio di allucinazioni sensoriali che coniuga tradizioni mediorientali, istinto free jazz, voci mistiche e un magnetico spirito motorik che vi coinvolgerà fino all’ultima, singola nota. Avete bisogno di un’ulteriore spinta? Dirò soltanto Constellation: più che un’etichetta, una vera garanzia di qualità in fatto di avanguardia.

Patrick Shiroishi – Forgetting is Violent
[19.09.2025 | American Dreams | free jazz]

Dimenticare è violento. Lasciare che gli eventi sfreccino veloci sui propri binari, senza mai fermarsi e indugiare sul proprio decorso, lo è. Il geniale polistrumentista Patrick Shiroishi (The Armed, Fuubutsushi) tira con forza la leva del freno, un treno che deraglia guidato dalla potenza di una riflessione collettiva, amplificata da un monito che diventa suono, impeccabile ed esplosivo: è lotta, resilienza, testimonianza. In due suite, speculari e complementari, in cui la rabbia sfacciata delle chitarre va a compensare un lato più liquido ed etereo, si schiude il messaggio più importante che si possa trasmettere: la speranza che la storia possa non ripetere mai i suoi errori.

pôt-pot – Warsaw 480km
[19.09.2025 | Felte | krautrock, psychedelic rock]

Immaginate di mettervi al volante e guidare senza meta, per chilometri e chilometri di spazi sconfinati, senza un perché. Quale miglior compagnia se non l’album d’esordio dei pôt-pot, irlandesi di nascita ma portoghesi d’adozione, che tornano a bussare alla porta dopo un ottimo biglietto da visita con l’EP GOING INSANE rilasciato lo scorso anno. C’è tutto: psichedelia da ipnosi profonda, ripetitività narcotizzante, krautrock che scorre nelle vene, la voce di Mark Waldron-Hyden come un disincantato Lou Reed che fa da contraltare a quella eterea di Elaine Malone. Smarritevi pure, spegnete il navigatore, qui vi è concesso.

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Last modified: 4 Novembre 2025