VIAGGI MUSICALI || Intervista al Reparto Psichiatrico

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Nella vita di un musicista il viaggio è di certo una componente essenziale. Chilometri su chilometri, giornate intere passate in furgone, nottate insonni, pasti al limite della decenza, orde di automobilisti impazziti a rallentare viaggi lunghissimi e poi infine il palco, l’energia, il sudore, i sorrisi, il calore del pubblico e tanta voglia di rimettersi in viaggio per suonare ancora. E se il viaggio non fosse solo questo? Se il vero viaggio fosse l’intera esperienza musicale?

Questa settimana abbiamo chiesto al Reparto Psichiatrico, giovane band di Lucca che ha da poco pubblicato l’album Qualcosa Più di Niente,  di immaginare la loro vita a contatto con la musica come un lungo cammino che stanno in realtà ancora percorrendo. Ecco cosa ci hanno risposto.

ascolta “Qualcosa Più di Niente” | pagina FB ]

♦ “Chi siete? Quanti siete? Dove andate? (Un fiorino!)”

[Gionata] Il Reparto Psichiatrico è un progetto nato tra il 2012 e il 2013. Inizialmente io e Alessandro ci trovavamo in cantina per registrare alcuni riff chitarra e batteria, poi è arrivata la voglia di tirar su una band. Ci sono stati dei cambi di formazione, inizialmente la band era formata da 5 elementi, poi si è passati a 3 ( nel 2015, il periodo in cui abbiamo pubblicato il nostro primo EP autoprodotto La Mia Prima Risata da Matto). Dopo l’EP avevamo voglia di metterci in gioco seriamente con un disco, da lì l’idea di inserire una tastiera, strumento a cui non avevamo mai pensato durante il nostro viaggio di formazione, ed è arrivata Frida. Abbiamo fatto qualche live per finanziare, in parte, il progetto e siamo entrati in studio in autunno 2016. Adesso il disco Qualcosa Più di Niente è uscito, anticipato da un singolo, e vogliamo portarlo in giro per tutta l’Italia.

♦ È tempo di bagagli. Dischi, canzoni e artisti da portare con voi.

Domandona…la musica psichedelica anni ’60/’70 (the Beatles, the Doors, Pink Floyd…) ha influenzato molto sulle decisioni compositive; per i suoni abbiamo dato uno sguardo anche ai Queens of the Stone Age o i Muse.

♦ Le cose da dimenticare a casa.

Le lamentele. La carriera da musicista è già abbastanza difficile, se ci sono anche lamentele e ripensamenti, anche solo da un membro del gruppo, il morale si abbatte e si perde la voglia di continuare.

♦ Luoghi e incontri che hanno reso più interessante il cammino.

[Gionata] La partecipazione a “Il Rock è Tratto” e ad “Arezzo Wave” sono state interessanti, ci hanno permesso di conoscere realtà nuove. Una molto importante e curiosa è stata il “Senza Filo”, un evento di Pisa che prevede un concerto senza l’ausilio di corrente elettrica: quella è stata un’esperienza unica, perché noi nasciamo come gruppo che usa un sacco di distorti, organi e synth, e riarrangiare i pezzi è stato un lavoro duro e ci ha fatto crescere parecchio come musicisti. Inoltre ho avuto l’opportunità di lavorare assieme a Manuele Fusaroli e Antonio “Gno” Sarubbi (Maciste Dischi) con i Violacida (un altro progetto di cui faccio parte) e ciò mi ha permesso di allargare gli orizzonti sia per la parte di produzione del disco che per la parte manageriale (il lavoro sui social, per intendersi).

♦ Deviazioni di percorso. Ce ne sono state? Come sono state affrontate?

I cambi di formazione sono stati trattati un po’ male, rapporti chiusi…Il cambio di genere musicale invece è avvenuto in modo spontaneo e ci ha regalato grandi soddisfazioni.

♦ I migliori compagni di viaggio.

Fortunatamente siamo tutti magri e riusciamo a entrare nelle macchine stipate e piene di strumenti! eheh

♦ Mete sognate, ma non ancora raggiunte.

Da sempre vorremmo suonare a Torino, al Cap 10100 o allo Spazio 211. Ce ne sono tante altre, anche città come Bologna, Milano e Roma sono mete che speriamo di toccare presto.

♦ Cartoline da lontano: dopo tutta questa strada, cosa scrivereste ad amici/nemici (o a chi volete) ?

Scriveremmo sta andando bene, il disco ci piace e abbiamo notato che sta avendo un buon seguito.

♦ “Cheeeeeese”. La foto che meglio vi rappresenta.

Una foto che ci ha fatto Giulia Del Sorbo, che ci segue già da qualche anno

vvv

Last modified: 21 Febbraio 2019

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