U.S. Bombs Tag Archive

Radio Shakedown – Burn Again

Written by Recensioni

A due anni di distanza dal precedente EP Cheaters Never Lose si riaffacciano sul panorama musicale i pescaresi Radio Shakedown. Le sei tracce di Burn Again, registrate presso l’Acme Recording Studio, sono quanto di più sfrontato si può chiedere al giorno d’oggi al Punk Rock. L’avvio è da infarto con “Something’s Gonna Come”, canzone che ci illustra come i due leitmotive dell’album saranno la voce sporca di Freddy e i cori, mai fuori luogo, intrisi dell’aroma degli Anti-Flag pre The Terror State e dei Face To Face periodo Vagrant Records. Le schitarrate presenti in “Wrecks”, ricche di stop ‘n’ go, solcano il cielo plumbeo squarciandolo con i classici due accordi che hanno reso celebre il genere agli albori. Il singolo, che dà anche il titolo al disco, è un grido d’insurrezione, un invito, senza mezzi termini, rivolto alla massa, tarda a risvegliarsi dalla catalessi che l’ha colpita, una bomba ad orologeria pronta ad esploderci in pieno volto. Dopo altre due tracce, dove si mantiene salda una spiccata devozione allo Street Punk degli U.S. Bombs, si arriva troppo velocemente alla conclusione con la ballata “Are You Having A Good Time”: un pezzo acustico ben costruito sulla falsariga delle doppie voci, un qualcosa di assolutamente inaspettato e sorprendente.

La scarsa durata è l’unica nota dolente. Ci lascia l’amaro in bocca constatare come in venti miseri minuti sia già tutto finito. Probabilmente era più il caso di aspettare di avere maggior materiale tra le mani ed uscire con un prodotto più corposo. Tolto questo, ciò che rimane è un lavoro impetuoso, pervaso da una marcatissima anima ribelle, da ascoltare e riascoltare. Sicuramente “This is Not The End”.

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Only Ten Left 16/11/2013

Written by Live Report

Proseguono senza sosta gli appuntamenti in musica del Progetto Streetambula. Dopo l’eccellente performance di Doriana Legge ed Elisa Marrama (19/10/2013), questa volta é il turno dei sulmonesi Only Ten Left, quartetto Punk Rock emergente composto da Thomas (voce e chitarra), Tizzi (chitarra solista e voce), Sasà (basso) e DiVito (batteria), accompagnati per l’occasione dal giovane cantautore pratolano Quinto Fabio Pallottini (chitarra acustica e voce). Sin dal mio arrivo – nella mezz’ora antecedente l’inizio dell’evento – avverto sommo piacere nel constatare che, anche in questo frangente, il pubblico della vallata non si é fatto di certo pregare. Caffé del Corso, infatti, brulica di vita. Qualcuno inganna l’attesa trangugiando avidamente un boccale di birra, fumando una sigaretta o chiacchierando del più e del meno; “Forse qualcosa in questo paese si sta muovendo”, penso, ed entro nel locale, facendomi strada a fatica tra chi probabilmente non ha ancora compreso che, far capannello dinanzi all’ingresso del bar e rovesciare addosso al primo malcapitato di turno un invitante calice di vino rosso, non é cosa buona e giusta. Comunque, in un modo o nell’altro, sono dentro; il tempo di ordinare un drink ed inizia il concerto. Apre le danze Quinto Fabio Pallottini, promettente musicista pratolano che, da diverso tempo ormai, calca le scene di innumerevoli eventi peligni. Il suo show può essere riassunto in una serie di ballate dove il Punk Rock incontra un certo gusto british sulla scia di Blur, The Verve, ecc… senza disdegnare tuttavia la contaminazione con generi musicali apparentemente estranei al contesto, come il Reggae, ad esempio. Un registro vocale aspro e sbarazzino, una linea di chitarra folk non sempre ineccepibile sotto il profilo squisitamente tecnico ma, mi vien da dire, chissenefrega. Quinto si diverte e fa divertire. E questo mi basta.

A seguire, dopo un rapidissimo cambio palco, gli Only Ten Left. Il Punk Rock californiano della giovane formazione sulmonese (chiaramente influenzato dal leggendario sound di Social Distortion, U.S. Bombs, ecc…) si cala alla perfezione nell’inedita veste acustica proposta per la serata. Infatti i brani in scaletta, nonostante siano stati eseguiti senza distorsioni assordanti (regola fondamentale e primaria dell’unplugged), con un set di batteria ridotto davvero al minimo indispensabile – fondamentalmente cassa, rullante e charleston, per capirci – mantengono comunque un ottimo livello di coinvolgimento, restando pressoché fedeli alle versioni originali. Adrenalina a mille, buona presenza scenica, spensieratezza, ed il gran merito di aver saputo appagare l’esigenza di un pubblico dai gusti inevitabilmente eterogenei.

Bella musica, bella gente, vibrazioni positive e birra in offerta. Insomma, una gran bella serata.

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