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Tony Hadley 17/07/2014

Written by Live Report

Chi pensava di trovarsi davanti a un viaggio malinconico negli anni Ottanta si è dovuto ricredere dopo aver assistito ad oltre novanta minuti di puro spettacolo. Tony Hadley e la sua band hanno dato il meglio, senza sbagliare un solo colpo e la cosa era già evidente dal pomeriggio, dal soundcheck (aperto al pubblico essendosi svolto in piazza, la stessa del concerto serale ovviamente) , da quando hanno provato estratti da dieci canzoni di cui ben nove degli Spandau Ballet. L’aspettativa in città per l’evento era davvero tantissima, perché tutti i teatini erano consci di essere forse davanti al più grande esperimento di marketing territoriale da quando alla Civitella si esibì Patti Smith con la sua band nelle cui file svettava un certo Tom Verlaine alla chitarra. Un esperimento riuscito certamente a pieni voti visto che c’erano molte persone venute da fuori regione (Puglia e Marche prevalentemente) e qualcuna persino dall’estero (ho conosciuto due coppie russe che sono venute a Chieti solo ed esclusivamente per l’evento).

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L’auspicio è quindi che non sia stato un caso unico e che l’anno prossimo la Settimana Mozartiana porti (almeno) un altro grande artista dello stesso calibro. Tony Hadley ovviamente non ha più vent’anni come quando uscì il primo singolo degli Spandau Ballet, “To Cut a Long Story Short”, riproposto anche a Chieti dopo l’iniziale “Feeling Good” (inedita), ma la voce ha la stessa potenza di un tempo. Del resto c’era persino chi lo considerava il miglior cantante degli anni Ottanta, forse erroneamente, perché a mio parere c’erano Jim Kerr dei Simple Minds, Bono degli U2, Mike Peters degli Alarm, Stuart Adamson dei Big Country che in quegli stessi anni dimostravano al mondo intero di cosa erano capaci ma preferisco non andare oltre in questo discorso anche per non incappare nelle ire di qualche fan sfegatata. Il concerto prosegue con un grazie, grazie in perfetto italiano (del resto Tony ha sempre avuto un grande feeling col nostro paese) e con quella “Higly Strung” che conquistò la posizione numero quindici nel Regno Unito. “Somebody Told Me”dei Killers e “My Imagination” (estratte dal suo ultimo lavoro Live from Metropolis Studios) seguono a ruota ma solo per fare da introduzione a quella “I’ll Fly for You” che decretò il successo dei “rivali dei Duran Duran” in Italia.

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“Only When You Leave”, per chi lo ricorderà, era la canzone che apriva “Parade”, da molti considerato il capolavoro degli Spandau Ballet. “Take Back Everything” è invece un brano tuttora inedito ma di cui Tony ha già parlato in alcune interviste essendo uno dei pochi già ultimati in vista di un prossimo nuovo album in studio. “Round and Round” uscì al tempo anche  in una speciale edizione solo per noi italiani in vinile 12” che includeva cinque foto, un poster e due cartoline e risentirla live fa un certo effetto. Oggi tale disco ha un valore commerciale bassissimo ma nonostante ciò rimane uno degli oggetti più amato a livello mondiale dai collezionisti di musica degli anni Ottanta peril suo prezioso contenuto. Con “With or Without You” (A fantastic song, the best from U2) si giunge alla seconda metà del concerto, quella parte forse più affascinante che comincerà altri grandi classici quali “True”, “Through the Barricades” e “Lifeline”.

Tutti singoli di grande appeal nei confronti dei presenti che però sono consci che lo spettacolo si stia avvicinando alla fine. “Every Time” e “Somebody to Love” dei Queen mettono in risalto la voce di Tony, sempre al top, anche se il confronto con Freddie Mercury  non reggerebbe per nessuno. Lui rimarrà per tutti il più grande entertainer che il Rock abbia mai avuto e difficilmente potrà essere superato in futuro. Del resto lo stesso Hadley lo chiama one of the best best best singer ever, a lovely man, a good friend

La scaletta prosegue con una cover che spiazza un po’ tutti… “Rio” degli amici / rivali Duran Duran! Peccato solo che Simon Willescroft (attuale sassofonista del gruppo) non fosse presente sul palco per eseguire il classico assolo insieme al basso. Chiuderanno la serata “Gold” e la cover degli Stereophonics “Dakota” (che potrete ascoltare sempre sul Live from Metropolis Studios). Peccato per l’assenza di John Keeble, la sua presenza avrebbe dato quel qualcosa in più allo spettacolo, ma per fortuna è stato egregiamente sostituito da Simon Merry che tra l’altro era per la prima volta dietro le pelli con Tony Hadley & co!!! Per un giorno Chieti è stata un po’ la capitale della musica ma la Settimana Mozartiana è un evento che quest’anno offre anche tanti altri eventi di grande livello quali i concerti di Richard Galliano e Uri Caine per una sette giorni davvero intensa in cui vale la pena immergersi a pieno ritmo.

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Television

Written by Live Report

Anno 1977: Club Cbgb’s, New York dove sono cresciuti artisti quali Ramones, Patti Smith e Talking Heads.

Anno 2014: Alcatraz, Milano dove si esibiscono tutti i più grandi nomi del Rock nazionale ed internazionale.

Cosa c’è in comune vi chiederete voi ora? Ovviamente i Television, band attualmente composta da Tom Verlaine (chitarra e voce), Fred Smith (basso e voce), Billy Ficca (batteria) e Jimmy Rip (chitarra e voce), che hanno scelto quest’ultima location per tornare in Italia dopo ben quattordici anni, come ha anche ribadito il loro leader durante il concerto di martedì 3 giugno. Tra il pubblico gente di tutte le età e, si vocifera, persino Federico Fiumani dei Diaframma. Ad aprire la serata è stata Sarah Stride, meravigliosa cantautrice Rock milanese, che ha eseguito alcuni brani tratti dai suoi dischi insieme al fido Alberto Turra durante un set durato circa trenta minuti. Lei si presenta deliziosamente vestita in bianco e nero, lui alla sua destra invece con una semplice t-shirt. Il pubblico li osserva, scrutandoli ed ascoltandoli attentamente, apprezzando alla fine anche la scelta del cantato multilingue.

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L’attesa però per i Television non manca di farsi sentire, e quando mi giro a guardare indietro noto che le persone presenti non sono più appena un centinaio, ma che s’è addirittura riempito il locale (in capienza ridotta però!) e mi sento orgoglioso di esser uno dei tanti fortunati che avrebbe da lì a poco visto delle vere e proprie leggende del Rock mondiale. Nonostante il nome sia abbastanza noto anche fra gli addetti del settore, sul palco rimarranno solo qualche amplificatore, la batteria di Billy Ficca e tre microfoni per i rimanenti membri del gruppo. Scelta voluta? In fondo il Rock ‘N Roll non è esibirsi con tanto di ballerini e di scenografia esagerata alle spalle di chi suona, ma quanto appena da me scritto.

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Alle 21:10 circa dopo aver accordato gli strumenti inizia il concerto che tutti attendevano con “See no Evil” e “Prove it”. Tom Verlaine sta ancora scaldando la voce, ma nel complesso rimane ancora il maestro assoluto degli assoli di chitarra. Suo partner in questo ruolo però non è più Richard Lloyd come accadde anche quattordici anni fa ad Alberobello, ma uno scatenato Jimmy Rip, che in tutta la serata non si risparmia mai nell’esibirsi in affascinanti virtuosismi che ben si legano a quelli del suo collega Tom Verlaine. Alla fine della serata, tirando le somme, i Television proporranno solo undici canzoni, di cui ben otto estrapolate dal loro capolavoro assoluto Marquee Moon (del resto lo stesso biglietto dello spettacolo annunciava “performing Marquee Moon). C’è spazio anche per il loro primo singolo in assoluto, “Little Johnny Jewel”, per una lunghissima suite sonora inedita, ribattezzata “Persia” e per “1880 or so” estrapolata per l’omonimo album del gruppo del 1992 (primo tentativo di rimettere su la band). Rimane però anche un po’ di amaro in quanto l’album “Adventure”” del 1978 è stato totalmente omesso dalla scaletta lasciando tutti un po’ interdetti. A proposito. Ma perché al posto di concludere con “Marquee Moon” come tutti ci aspettavamo hanno scelto di fare il bis proponendo “1880 or so”? A volte la volontà degli artisti è ineccepibile, ma di certo tale preferenza ha lasciato tutti con un po’ di amaro in bocca. A fine concerto un discreto gruppo di persone (me compreso) aspetterà i quattro paladini che firmeranno autografi e faranno foto con tutti, nonostante l’ora tarda. Rimango conscio che questo è stata sicuramente una delle serate più belle della mia vita e la concretizzazione di un sogno per cui ho dovuto aspettare quasi venticinque anni (ma, credetemi, ne è valsa la pena!). Lunga vita al Rock ‘n Roll!

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