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PSIKER – Synthetico EP

Written by Recensioni

Di sicuro l’atmosfera di questo album ci porta alla malinconia dei tempi andati. Personalmente, rimpianti e parole sfuggite. Arrangiato dal cantautore Psiker con la collaborazione strumentale di vari artisti che si susseguono in varie tracce con flauti, trombe e suoni sintetizzati. Si presenta così: un concept album basato su uno scritto, a mio parere molto beat, di Costanza Ghiotti che butta fuori la confusione che a volte genera l’amore e i vuoti che lascia. “Non percepisco nulla che assomigli alla dolcezza degli oceani, ad emozioni anche lievi: un battito, unfruscio… d’amore. Dov’è?”E questo inseguire l’amore vero che sfocia poi nell’amore viscerale per la musica: “Eppure l’unica cosa che ha sempre seguito il mio inquieto andare resta la musica. Lei, la musa, non si è maiallontanata da me. Né io da Lei.”
Attraversato da varie collaborazioni musicali che portano in campo strumenti come il flauto traverso di China o la tromba di Roberto Villan.Il tutto inspirato, diretto e sintetizzato da Psiker.Ad un primo ascolto quest’album mi fa venire in mente la leggerezza della vita e alla paranoia, al dolore che genera, a volte, quando non sappiamo scegliere o non siamo noi a farlo. Ai meccanismi e alle trappole della mente. Alla confusione, lo stordimento.
Iniziando l’ascolto, synth sostenuto, un preludio per la voce di Psiker  che da il là a questa melodia melanconica, a stretto contatto col synth. Una vera e propria masturbazione. Un vero rapporto a due. Una litania quasi questo mix tra voce e synth super riverberato. Sembra quasi che l’autore ci stia dicendo qualcosa di sacro, anzi che si trovi in un luogo sacro. L’album prosegue con questo senso di sacralità tra voce e synth e strumenti più classici che si alternano per completare la melodia. Un canto, una preghiera dunque. Un album che ha molto poco di Rock ma si sente il lavoro meticoloso che c’è sotto. Forse una voce troppo monotonale che può anche stare nel contesto armonico ma alla lunga stanca. Ho apprezzato molto l’ultimatraccia che fra l’altro da il titolo all’EP Synthetico, in particolare il pezzo dove il synth probabilmente emula un clavicembalo che attacca con una bellissima melodia che poi lascia alla tromba e ti trasporta per tutta la durata del brano, quasi a volerci dire che lo strazio di quest’amore è finito.

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