Subsound Records Tag Archive

TRAUM – TRAUM

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Un esordio spaziale, che suona come un’esperienza catartica nei risvolti più nascosti di un sogno misterioso e inesplorato.
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Lili Refrain – Kawax

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Non c’è nulla da fare, se componi un certo tipo di musica a base di sinistre atmosfere, curiose melodie e riff sgargianti vuol dire che con la testa viaggi e sei veramente alla ricerca di qualcosa di nuovo e se viaggi e fai viaggiare vuol dire che sei un artista a trecentosessanta gradi e forse anche un po’ visionario. Lili Refrain lo ha dimostrato; la polistrumentista romana attiva dal 2007 è riuscita attraverso la sua voce, la chitarra e qualche loop a creare un disco che suscita mille emozioni. Kawax, questo il titolo dell’ album che tanto ha fatto impazzire il sottoscritto è un lavoro inspirato, a tratti angoscioso capace di emanare passione e trepidazione. Il disco ha suscitato sentimenti positivi fin dal primo ascolto, come si trattasse di un colpo di fulmine, immediato e contro il quale nulla si può fare. La capacità di Lili Refrain di miscelare Ambient, Gothic, Blues e teatralità è un qualcosa di eccezionale; la giovane artista è riuscita nell’intento di creare un album introspettivo e riflessivo allo stesso tempo. Kawax è un viaggio mentale, dal primo all’ultimo pezzo; il bello del disco anzi è proprio il lieve mutamento che subisce traccia dopo traccia, il tutto senza farci accorgere di nulla.

Venendo proprio alle canzoni, quelle che si fanno notare da subito sono “Kowox”  che ha un fascino e uno sprint tutto suo con dei suoni elettronici a dir poco fenomenali; la successiva “Goya” con i suoi arpeggi di chitarra, i suoi cori e la cupa atmosfera che trasmette un senso d’inquietudine fuori da ogni canone; un’altra traccia da segnalare è “Nature Boy”, padroneggiata da un clima che si addice a un film horror grazie anche alle grida di sottofondo che fanno il loro effetto. Non sono da meno “Echoes” e la conclusiva “Sycomore’s Flame”. La prima citata lascia un senso di quiete, è rilassante, il pezzo giusto da dedicare al famoso Caronte, il traghettatore di anime; “Sycomore’s Flame” è molto probabilmente la canzone più melodica del platter, una chiusura in bellezza se si considera il suono degli effetti e della chitarra.

Kawax  è una perla di disco e il 2013 non poteva concludersi meglio che con un uscita del genere. Parlando invece di Lili Refrain, non possiamo fare altro che elogiare questa giovane artista dotata di coraggio e altruismo; la sua vena artistica è di quelle introvabili e, detto sinceramente, penso che sarebbe capace di creare una colonna sonora per i film di Dario Argento sulle streghe; insomma, “La Terza Madre” del noto regista avrebbe avuto un altro colorito con il tocco di Lili Refrain.

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Mombu | Zombi

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“Zombi” dei Mombu era per il sottoscritto l’ attesissimo disco, il lavoro che più m’ incuriosiva, quello in cui non vedevo l’ ora che uscisse. Il motivo è semplice: i Mombu con il loro precedente album, nonché disco d’ esordio, hanno suscitato in me un infinità di sensazioni e piaceri. A questo punto “Zombi” era doveroso ascoltarlo, d’ obbligo anzi, e vi anticipo già da ora che ha dato conferma a diverse osservazioni. Il disco effettivamente è uguale a quello d’ esordio, con l’ aggiunta della titletrack che rende omaggio appunto al The Black President Fela Kuti. Cosa fondamentale però, è che ci sono delle finezze che hanno dato al full lenght una marcia in più: le linee di sax rifatte, l’ aggiunta delle percussioni di Mbar Ndyaie, e nella titletrack c’è la presenza di grandi ospiti come Giulio “The Bastard”, cantante dei micidiali e storici Cripple Bastards e Marco “Cinghio” Mastrobuono alla chitarra, inoltre solo questa traccia è stata mixata esclusivamente da Huskyi Hioskulds, fonico di Mike Patton, dei Fantomas e di Tom Waits. Un’altra chicca che farà piacere  a molti, sono le parti di basso di Mike Watt, membro degli Stooges, altra grande band che non ha bisogno di presentazioni.  “Zombi” è un lavoro veramente interessante, con questo i Mombu sono riusciti ad amalgamare ancor di più Jazz e Rock; insomma ascoltarlo è il miglior modo per comprenderlo, noterete la qualità del disco ed il valore del gruppo. La Subsound Records ha fatto davvero centro con i Mombu, il consiglio è di tenerseli stretti perché musica del genere è musica d’ élite.

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Buffalo Grillz – Manzo Criminale

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Hanno fatto di nuovo centro, hanno sfornato un altro disco da un milione di dollari, i Buffalo Grillz non si sono smentiti, anzi, hanno confermato il loro talento. “Grind Canyon” li portò sulla bocca di molti, ebbe riscontri più che positivi e manifestava la nascita di un gruppo con i contro coglioni. La sfrenata band Grindcore fa parlare nuovamente di sé con un disco che stilisticamente segue le orme del precedente ma con un ironia e delle sottigliezze decisamente più incisive. “Manzo Criminale”, questo il titolo del loro secondo platter, un lavoro fresco, violento e indemoniato, una vera chicca che si aggiunge nel repertorio Grind nostrano. Più che un cazzotto tra i denti è una vera sfuriata di mazzate, con questo disco Cinghio e soci mettono i puntini sulle I dando la definitiva consacrazione della loro giovane creatura. Quando dietro ad un gruppo c’è impegno e voglia di realizzare grandi cose, state certi che i risultati si ottengono e questo disco (come lo è stato anche il precedente) fa da prova, basta notare la sfilza di concerti che hanno tenuto e i nomi delle band con cui hanno diviso il palco, gli Entombed vi dicono qualcosa? Lo stile, come dicevamo, è sempre lo stesso, proposto nei migliori dei modi e con quella adrenalina che in pochi danno. Il netto miglioramento si è avuto sul loro sarcasmo e sulla loro criticità, canzoni come “Linkin Pork”, “Forrest Grind”, “Dimmu Burger” e “Pig Floyd” la dicono tutta. “Manzo Criminale” è un disco di grande spessore, senza ombra di dubbio sono stati un ottimo acquisto per la Subsound Records, che già di per se ha dei gruppi fenomenali. Con molta probabilità i Buffalo Grillz sono la ciliegina sulla torta della label, in pochi riescono a mettere su un lavoro del genere, i Napalm Death andrebbero in estasi nell’ ascoltare questo disco. Insomma “Manzo Criminale” è ben riuscito è un lavoro che non stanca, anzi, ogni traccia è una piccola pompata di N2O che in un modo o nell’ altro lascia il segno. Di questo passo i Buffalo Grillz arriveranno molto in alto, cosa che personalmente mi auguro con tutto il cuore, perché questi ragazzi meritano.

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