Ruvidi Tag Archive

Il Mio Reato, il nuovo album dei Melissa Swam

Written by Senza categoria

Dopo aver attirato l’attenzione con l’EP Rimozione Forzata uscito a Gennaio 2014, trascinato dal singolo “Cambio Forma”, l’11 Novembre esce in tutti i negozi digitali il nuovo ed atteso album Il Mio Reato dei Melissa Swam . Il nuovo disco è distribuito e promosso da (R)ESISTO, nove tracce di matrice Pop/Rock tra cui il brano estratto come singolo “Taxi” in rotazione radio/tv. Il mio Reato è il sorriso migliore, è la panacea di sacrifici e delle difficoltà incontrate nel cammino, artistico e non degli elementi della band. Il Mio Reato è un’ unica colpa, il nostro difetto, il nostro pregio, il nostro obiettivo, ci definisce in quanto persone e di riflesso ci da forma in quanto membri di un unico sgraziato ma a sua volta raffinato corpo come quello di Melissa Swam. Il Mio Reato è la provocazione che lanciamo a chi ci ascolta ed il suo messaggio più profondo è nascosto dentro tutti e nove i suoi volti. Composto da nove tracce Pop Rock risente molto delle diverse influenze artistiche dei sei componenti Siracusani spaziando da raffinati arpeggi classici a riff duri, ruvidi, psichedelici e frenetici. Il Mio Reato è il primo album in studio, rivendica un qualcosa che ci appartiene come la nostra stessa “diversa” natura ed ha uno scopo ben preciso, lasciare un segno.

Read More

Barranco – Ruvidi, Vivi e Macellati

Written by Recensioni

Sanno come presentarsi i Barranco, band folk sui generis dalla bassa padovana. Artwork ricercata, ma soprattutto prodotta in 300 copie numerate in legno fatte a mano (!). Vi dico solo che me n’è arrivata una omaggio per la recensione ed è effettivamente fatta bene, intrigante quello che basta, e chissenefrega se risulta un po’ scomoda per trasportare il disco di qua e di là: se i Barranco volevano incuriosirmi, ce l’hanno fatta.

Ruvidi, Vivi e Macellati è un disco molto strano. Si parla di Folk, ma non la rivisitazione indie da Mumford & Sons a cui siamo abituati ultimamente: proprio Folk, atavico, ancestrale, fatto di chitarre, ukulele (?), concertine, mandolini, più Branduardi che Modena City Ramblers. Quasi medievale, direi: l’uso della voce, particolarissimo, così come le armonie vocali, e l’andamento generale delle canzoni, tutto porta indietro nel tempo, in un immaginario pittoresco e affrescato da liriche spesso cupe, quasi mai banali (che però non ho trovato da nessuna parte. Un peccato: avrei volentieri approfondito la questione).

Tornando ai Barranco: il disco procede dritto, senza troppi scossoni. La maggior parte delle canzoni sono ballate sospese, tra ritmi mordenti di chitarra, percussioni pungenti e un impianto vocale da cantastorie d’altri tempi, con qualche episodio che si discosta un po’ dal sentiero (“Astenia”, “Milite”). Un po’ più di varietà non avrebbe guastato, però come full lenght di debutto non mi sentirei di chiedergli altro. Piuttosto, la produzione: si sarebbe potuto fare meglio. Ruvidi, Vivi e Macellati gira, non si può dire altrimenti, però a volte suona troppo frizzante, troppo alto, e poco definito. Niente di male: bisogna sempre lasciarsi qualcosa alle spalle, come scusa per tornare. E noi aspettiamo molto volentieri il futuro ritorno dei Barranco, guitti sanguinari.

Read More