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Metibla – HellHoles

Written by Recensioni

La one man band Metibla è il progetto musicale di Riccardo Ponis, autore di musica e testi, che per l’uscita del suo lavoro definitivo Hell Holes(2012) si è avvalso della collaborazione di Valerio Fisike Paolo Alvano.
Un’evoluzione musicale che parte nel 2006 con la nascita di Paraphernalia (uscito anch’esso nel 2012), epche serve, probabilmente, a trovare una strada, uno stile e un modo per esprimerlo. Un lavoro poco completo e meno accessibile, rispetto a Hell Holes, dove la forma-canzone viene poco sviluppata. Una sperimentazione non solo musicale, ma anche vocale, dato il continuo cambio di colore, che però sottolinea un cercare sempre continuo.
In questo periodo natalizio è inevitabile, inoltre, citare Christmas Time, quarto brano dell’ep, che viene utilizzato da Ponis, sulla pagina facebook del progetto, per presentare così il suo esordio: <<Torna il Natale, torna “Christmas time”, ma esce per la prima volta l’E.P d’esordio di Metibla “Paraphernalia” contenente il brano. Nato ben 6 anni fa vede la luce solo oggi per semplici questioni di malattia mentale>>.
E proprio questa “malattia mentale”, questi lunghi monologhi rivolti a un “tu” che non si conosce, la paura e il senso di malinconia perenne, accomuna il linguaggio musicale di entrambi i lavori, scritti e cantati in inglese, dove l’italiano si trova solo nella seconda parte di Sint Annen Straat,quarto brano dell’ep, costruito come una sorta di suite.
Hell Holes sembrerebbe un lavoro più completo, con dieci brani ben sviluppati nel loro significato di canzone. La melodia è il centro di tutto il lavoro, infatti, come si legge sul sito:l’obbiettivo principale del progetto è quello di comporre brani in modo diverso, mescolando diversi tipi di musica(rock, elettronica, metal), ma senza mai dimenticare la parte melodica.
Tutto questo succede fin dall’inizio, nel brano Crack, con i bellissimi armonici iniziali e la voce dai colori glam, in un testo sottile e sincero. Voce che si trasforma in una sorta di growl in Fool, secondo brano dell’album, che nonostante le tinte forti, esprime desideri semplici. E la chitarra trasporta la melodia anche in Pain, attraverso sonorità e testi moderni (Ma tutti questi ricordi, sono come le melodie che mi fanno sentire blu) che procedono senza fronzoli e senza retorica, per arrivare dritti a un determinato messaggio, poche volte felice. Ma invece di parlare di felicità, Metibla forse vuole esprimere se stesso, un se stesso che è accomunabile a tutti, un sé che si trasforma, giorno per giorno, in consapevolezza e forza, interiore, come in Victory, esprimendo l’integrità come la virtù più forte (Ora mi alzo, dalle ceneri delle vostre bugie), mediante una musica forse troppo digitalizzata.
Spino, quinto brano, uno tra i più interessanti, si dipinge dei più classici colori rock, per raccontare un amore sofferto. Sofferenza che si può toccare anche nella vita giornaliera, che lascia poco spazio ai desideri e alle aspirazioni delle giovani generazioni, che amano, sognano, suonano, scrivono, interpretano ma solo dopo essersi alzati dalla loro scrivania da impiegati, come in Brand New One, costruita su una melodia quasi infantile.
La pioggia, invece, si fa portatrice di profondi significati interiori, cullati da un timbro chiaro, una buona orecchiabilità e una chitarra sostenitrice, in Grave Sweet Grave e Cross the Rain, un cantato che guarda, sospira e soffre per i comportamenti della gente, per un Dio che abbandona e una famiglia distante. Tutto questo disagio si percepisce anche in You live, I don’t!, penultimo brano particolarmente cupo, nel quale la parola suicidio appare più di una volta e l’elettronica, poi, sottolinea costantemente questi pensieri martellanti. E la strada interiore termina con il lungo ricordo malinconico di Molly, il primo vero amore, la prima paura, la prima delusione.
E per finire la musica di Metibla,oltre ad essere una sperimentazione continua tra vari stili, una valvola di sfogo e un triste mondo parallelo,sarà anche colonna sonora del film Hop-Frog, di Rosso Fiorentino. Un 2012 fortunato, con l’uscita dell’ep, dell’album e della colonna sonora, per una musica lenta, sottile, cupa, che va ascoltata più di una volta,che sicuramente crescerà nel tempo e che probabilmente troverà in futuroanche un po’ si serenità.

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