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MyBad – Parabellum

Written by Recensioni

In un certo senso non tutte le cose arrivano per nuocere, non sempre qualcosa apparentemente in vecchio stile infastidisce l’approccio mentale che un ascoltatore tipo cerca di mettere nelle proprie esperienze. Insomma quel sound stravecchio sentito e risentito riesce delle volte a regalare piccole pillole di zucchero superando, anche se per poco tempo, l’amarezza della banalità. Questo succede quando quattro ragazzi con esperienza decennale (soprattutto Punk Rock) nella musica live prevalentemente locale decidono di unirsi per dare vita al progetto MyBad e registrare il loro disco d’esordio Parabellum uscito sotto etichetta Red Cat Records. Parabellum unisce la velocità prettamente testata nel Punk Rock melodico commerciale e l’orecchiabilità di quelle band adolescenziali come Blink 182 o come i nostrani Finley, un mix di aggressività poco impegnata e voglia di avere quattordici anni. “Fly” apre il disco e sembra essere poco intenzionata a lasciare il segno, molto intensa nel cantato (in italiano badate bene) e con chitarre che suonano davvero bene mentre l’incazzatura nel finale scivola nella routine.

Basso in grande stile nell’apertura di “Mondo Perfetto”, un testo poco impegnato ma simpaticamente efficace recupera un sorriso involontario ma sincero. Sensazioni troppo contrastanti nell’andare avanti e ricordo che comunque all’uscita del tunnel c’è sempre qualcosa di buono. O meglio, c’è sempre la luce. “Madre” suona come un pezzo molto intimo e sembra discostarsi dai brani ascoltati fino a questo momento, una ballata con i suoi momenti emozionali per capirci, neanche una traccia di Punk questa volta  per i MyBad. Poi torniamo a ritmi forsennati e decisamente più consoni all’attitudine della band in “Mika Facile” (Mika o Mica? È scritto in entrambi i modi nell’artwork) e sembra di ricordare quel ritornello che più o meno suonava così: “Diventerai una star…na na na… Una celebrità…na na na”. “Lucifero” senza un motivo preciso suona Nu Metal pesante, una versione Grind dei Linea 77 di Ketchup Suicide, i MyBad sono intenzionati a rompere i timpani e fanno di tutto per non lasciarsi intimorire dagli eventi che si potrebbero scatenare da questa dura melodia. Della serie noi spacchiamo tutto.

“Apollo 20” chiude Parabellum e lascia una ventata di speranza nelle intenzioni di questi musicisti, la canzone più personale dell’intero lavoro che tolto qualche infeltrito riff potrebbe sembrare una retta strada da seguire per impegnarsi a composizioni meno omologate. Parabellum dei MyBad trova sicuramente la propria fetta di pubblico e sarei curioso di assistere a una live performance per saltare e bere birra come non ci fosse un domani, il problema è che quattordici anni li ho superati da un pezzo e per lasciarmi di stucco ci vuole ben altra situazione; comunque sia i MyBad hanno un loro perché. Scopritelo.

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