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The Colla – Ad Ovest di Paperino

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Più che un disco quello che sto per farvi conoscere è un progetto dal valore innegabile e che merita la più alta e autorevole attenzione possibile. Partiamo da lontano. Dall’inizio degli anni 80, quando un trio denominato The Colla (Nicola Contini con D. Parisini e S. Head) se ne va in giro per l’Italia con un’altra triade, comica però, che risponde al nome de I Giancattivi. Loro sono Alessandro Benvenuti, Francesco Nuti e Athina Cenci, tre pezzi di storia del’umorismo e del cinema italiano che purtroppo proprio l’Italia ha un po’ abbandonato a se stessi negli ultimi decenni. È il 1982 quando il terzetto fa il suo esordio sul grande schermo con Ad Ovest di Paperino (in realtà non il protagonista disneyano ma…), pellicola un po’ strampalata già dal titolo che si estende attraverso una trama surreale e paradossale che racconta di tre giovani che aspetteranno domani, dentro una giornata di non-sense. Alla regia c’è Alessandro Benvenuti e il film diviene presto il manifesto di un nuovo modo di confezionare comicità e cinema, slegandosi dalle dinamiche delle rigide sceneggiature e dei copioni teatrali. Chi ci sarà a mettere in musica le follie di un film cult della New Wave fiorentina come Ad Ovest di Paperino se non i The Colla e Alessandro Benvenuti? E cosa può essere accaduto nel 2013 che abbia riportato alla mente il nome di The Colla e di quella sensazionale colonna sonora?

Avviene che un progetto del Centro Italiano di Fukuoka dedicato esclusivamente alla musica tricolore e alla riscoperta di alcune sue opere perdute nel tempo, chiamato On Records Japan (le sue realizzazioni sono distribuite in Italia da Audioglobe), dopo aver messo mani all’album dei Gronge, Cremone Gigante per Soli Adulti, veste anche quest’album e ne realizza un Cd rimasterizzato composto dalle undici tracce originali più il video inedito del brano “Marta”, opera del musicista, film maker, editore e artista Riccardo Cioni. Un album che musicalmente unisce le avanguardie zappiane, con le esperienze Film Score di Keith Jarrett, la World Music e la New Wave, senza dimenticare le contaminazioni elettroniche e il Pop in stile anni Ottanta.

Sono gli stessi autori a esprimere a parole meglio di chiunque altro quello che racchiude un album come questo. Dado Parisini: ”Rivedere e risentire dopo tanti anni Ad Ovest di Paperino è per me una forte emozione, sia per i mille ricordi di quel periodo sia per la fatica per ottenere con i mezzi dell’epoca un risultato a mio parere sorprendente. Trovo che siano delle idee musicali ancora molto attuali e divertenti che contengono molte delle tendenze degli ultimi anni. Incroci, contaminazioni ed emozioni scevre da preconcetti e dogmi musicali troppo prevedibili. Sono molto orgoglioso di aver fatto parte di questo gruppo di artisti sensibili e visionari che hanno sicuramente influenzato la mia carriera artistica”.

Head invece racconta che: “il disco fu registrato a casa mia con un 8 piste Tascam 8078 da mezzo pollice. Fu praticamente un miracolo. Poi lo mixammo Dado ed io sul primo esemplare del banco Solid State Logic dopo aver riversato tutte le 8 piste su un 24 piste Studer. Ma come rimasi male dopo l’ascolto del trasferimento su vinile; molte frequenze agli estremi furono tagliate senza pietà per via della forte dinamica di alcuni brani rendendo tutto molto piatto. Con la rimasterizzazione credo siamo riusciti a recuperare invece tutto quanto. Un motivo in più che ne giustifica una ristampa appetibile anche per chi aveva la versione originale in vinile.”

Una ristampa che è molto di più dunque che la somma della grandezza delle singole tracce, cosi avanguardistiche e folli, molto più di una voglia di riscoperta di un passato musico-cinematografico italiano. Una ristampa che è una delle migliori cose che siano uscite nell’anno in questione.

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Gronge – Cremone Gigante Per Soli Adulti

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Doversi confrontare con il passato non è mai facile e se poi questo arriva dagli anni 90 ecco che la faccenda si complica. Gronge, questi sconosciuti ai molti che riemergono dagli anni del Grunge dei Nirvana e del lolita Pop della Britney con un album del 1992 mai edito, Cremone Gigante Per Soli Adulti. La faccenda, dicevamo, è complessa sotto molti punti di vista. Gli anni passati, ben ventiquattro, che rendono questo lavoro quasi un reperto di archeologia musicale riportato alla luce non si sa per quale motivo. Il genere, Gronge non è una persona, una band, un mondo ma un concetto di musica sperimentale e provocatoria. La musica, difficile da passare sotto una lente analitica perchè contaminata fino al midollo, sregolata, guidata da un approccio teatrale che raggiunge picchi grotteschi al limite, pure per il più ardito Pirandello. In tutto questo marasma l’unico punto saldo è la voce di Tiziana Lo Conte, che nonostante rimanga ingabbiata nelle logiche non logiche di Cremone e votata al rumore piuttosto che alla melodia, ci porta per mano con personalità per tutti i ventiquattro brani dell’album. Tiziana ha un timbro che si avvicina, per molti aspetti, a quello di Antonella Ruggiero ma che, nell’adattarsi alle turbolenze melodiche, viene usato in modo più moderno e schizzofrenico. Chiarite le premesse è facile capire che preferirei astenermi dal dare un giudizio su questo gruppo romano che fin dal 1989, anno di fondazione, ha percorso con tenacia la via dell’autoproduzione cercando di uscire da schemi e logiche preconfezionate.

Questi pionieri, forse, dadaisti visionari del loro tempo, ascoltati alcuni decenni dopo perdono l’aura trasgressiva e provocatoria e il loro Punk Noise misto a Pop denaturato con qualche pennellata New Wave non sconvolge il mio animo. Direte, sbagliato decontestualizzare, soprattutto per un disco che affonda la sua ragion d’essere nella critica feroce alla sua contemporaneità; dico sì con riserva in quanto Gronge nel momento in cui decide di editare il disco si mette alla mercè di noi ascoltatori, che abbiamo orecchie abituate ad altre sonorità e gusti definiti su altri modelli. Probabilmente se fosse uscito nell’anno di realizzazione sarebbe stato tutta un altra storia e avrebbe avuto un altro e alto valore culturale, pezzi come “Era Moderna”, “Ticket” e “Metropolis” e la stessa tracklist “Cremone Gigante Per Soli Adulti” avrebbero avuto un’impronta più decisiva sui ricordi delle generazioni future e sulla musica italiana in generale.

Le chitarre impazzite, il Punk e il sapore della patina vintage non sempre fanno “figo” e lasciano a chi resta un nostalgico dei tempi che furono e agli appassionati una raccolta postuma dall’allure del vorrei ma non posso.

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