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Pre-Cog in the Bunker – Pre-Cog in the Bunker

Written by Recensioni

Come si può unire il mondo della letteratura fantascientifica al suono sporco del Garage Noise d’ispirazione pluridecennale? A questo prova a rispondere il duo Sci Fi Alt Rock abruzzese composto da Miriam Di Sabatino (batteria, voce e cori) e Antonello Recanatini (chitarra e voce) miscelando un rozzo e aggressivo Punk Noise a liriche chiaramente ispirate agli scrittori di genere come P.K. Dick o Asimov. Come nella migliore tradizione Garage anni 80 la materia prima dalla quale nasce il suono targato Pre-Cog in the Bunker è un Blues sporchissimo e minimale, elettrico e violento nonostante la formazione in duo consapevolmente senza linea di basso a fornire nuova potenza alla sezione ritmica. Partendo da questa inclinazione, i due prendono strade sorprendenti, puntando dritti alla creazione di melodie quasi cantautorali ma costruendovi intorno muri di suono distorto grazie ad un’attitudine Punk resa palese dalla scarsissima attenzione agli aspetti formali, sia di tutto quello che ruota attorno alla musica (artwork, immagini, ecc…) sia proprio sotto l’aspetto tecnico. Se Antonello Recanatini alla chitarra si mostra in tutta la sua capacità di trascinare e stupire, usando la chitarra come un rasoio stile Shellac (se lavorasse maggiormente sull’effettistica sarebbe qualcosa di straordinario), meno puntuale ma non per questo meno poderosa è Miriam Di Sabatino alla batteria mentre i veri grandi limiti che in un certo senso possono quasi considerarsi manifesto di un certo modo di (re)interpretare la materia Garage li troviamo alla voce (di entrambi) non troppo precisa nella pronuncia in inglese e neanche troppo convincente e appassionante in quanto a timbrica. Non è la qualità dello strumento quello su cui puntano i Pre-Cog e fondamentalmente non ce ne frega un cazzo perché quando arrivi alla fine e ti trovi ad ascoltare un brano come “To Berlin” la consapevolezza di aver imparato più da questi marci e polverosi ventisei minuti che non dall’ostentazione onanistica di qualche disadattato turnista di una tribute band ascoltato per caso alla sagra del paese è tanto grande da farti uscire di casa incazzato come una bestia, iniziando a ricordare quanto ti faceva stare bene e male al tempo stesso la rabbia che avevi da ragazzo, quando sognavi di morire giovane, sognavi di non morire mai dentro.

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