Love in Elevator Tag Archive

Love in Elevator – “Unlocked” [VIDEO-INTERVISTA + STREAMING]

Written by Anteprime

Love in Elevator è una band veneta attiva dal 2004 ed ha fulcro e anima nella figura di Anna Carazzai. All’attivo un EP, Venoma (Jestrai, 2004), e tre album: Sue Me (Jestrai, 2005), Re Pulsion (Jestrai, 2008), Il Giorno dell’Assenza (Audioglobe / Epic&Fantasy / Go Down Records, 2010).

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Il Video della Settimana: Heathens – “Parallel Universes”

Written by Senza categoria

Disponibile de venerdì 5 febbraio, il nuovo album Alpha degli Heathens. Composto nell’arco di due anni, il disco costituisce una riflessione attenta ed uno sguardo critico verso alcuni comportamenti sociali propri dei giorni nostri. Affronta e approfondisce tematiche come l’elogio del pensiero critico, razionale e libero da dogmi, tabù e condizionamenti e la critica verso lo sconsiderato utilizzo di strumenti come internet e contro l’informazione pilotata e distorta generata dai mass media. Dal punto di vista musicale, il sound si discosta da quello degli esordi della band veneta. Alpha è un disco maturo, in cui lo stile degli Heathens acquista forma definitiva, spaziando con consapevolezza dall’elettronica di stampo anglosassone a suggestioni Kraut, Dark e Post Wave. Il disco, anticipato dal singolo e video “Parallel Universes”, esce sotto l’egida della storica label IRMA Records e gode della produzione artistica di Tommaso Mantelli (Captain Mantell) e delle partecipazioni fra gli ospiti di Nicola Manzan (Bologna Violenta), Anna Carazzai (Lume, Love in Elevator) e George Koulermos (Technogod, y:dk). Il Video della Settimana di Rockambula è Heathens – “Parallel Universes”

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Lume – Lume

Written by Recensioni

L’esordio della band di Franz Valente (Il Teatro degli Orrori), Anna Carazzai (Love in Elevator) e Andrea Abbrescia è un frullato epilettico e nervoso di Rock graffiante e melodie giocose (“Bad Daughter”), distorsioni rumorose, batterie psicotiche e pianoforti infestanti (“Domino”), con il topping di voci agitate, esaltate, tensive, che qua e là si trasformano in filastrocche inquietanti (l’episodio breve “Sunlight”) o che altrove mescolano maschile e femminile in litanie che affogano nella polvere di un Noise ipertrofico (“Charge”).
Stupisce la libertà totale, incasinata, disordinata, dove si percepisce il divertimento truccato di inquietudine e nervosismo, l’esaltazione per l’afflato distruttivo e confusionario, il gusto per il dettaglio, che sia linea melodica o ritmica. Lume è potente e catartico, divertente, in alcuni anfratti anche ironico, da ascoltare ad alto volume con la faccia incazzata ma così, per ridere. Ed è anche cupo, oscuro, pesante nel pestare a testa bassa, nella follia umbratile, schizofrenica.
Mi fa immaginare un manicomio polveroso, abbandonato, dove ambientare un film horror di serie B, quei film che spaventano e fanno sorridere insieme. Ci danzano figure sfocate che si muovono in modo innaturale, che gridano e cantano e ballano e spaventano da lontano. Le ombre sporche degli angoli e la bianchezza dei denti, sfoderati in un sorriso tagliente oltre una finestra rotta.

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LUME: esce a Marzo con il disco omonimo targato Blinde Proteus

Written by Senza categoria

Un Lume si accende nel buio, e ne nasce musica. Si chiama proprio così, Lume, il nuovo progetto di Franz Valente (Il Teatro degli Orrori), Anna Carazzai (Love in Elevator) e Andrea Abbrescia, che dà alle stampe il primo disco su etichetta Blinde Proteus. Lume è un lavoro che trae origine dalle idee nate durante l’ultimo tour dei Love in Elevator più il materiale di Franz, qui al basso, alle chitarre e alla voce in molti pezzi, oltre che alla solita batteria. Un disco chiaroscurale, non volutamente Rock anche se animato da questa attitudine, e spostato sulla melodia e su cambi di dinamica repentini. A dominare sono i contrasti, prima di tutto quello fra luce e buio, che mescola un suono chitarristico “aperto” e tipicamente anni ‘0 alle ombrosità di atmosfere magiche e inconoscibili, alternando in questo modo pezzi più oscuri ad altri più solari, o brani più visionari ad altri più da festa.

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La Band Della Settimana: La Nuit

Written by Novità

Sono i La Nuit la nuova band della settimana scelta da Rockambula webzine.

Testi introspettivi, atmosfere oscure e graffianti e grande fisicità on-stage: questa la ricetta del Rock Crepuscolare dei LA NUIT. Il progetto nasce nell’inverno del 2011 con Marco Mangone alla chitarra, Andrea Spinelli alla batteria e Matteo Terzi (ora busker itinerante conosciuto come Soltanto) alla voce. Dopo l’abbandono del progetto da parte di Matteo e diversi cambi di line-up al basso (Pietro Ferrari e successivamente l’attuale Marco Arpigliano) subentra Giulio De Busti alla voce.

La band inizia a suonare in diversi live club ed eventi e dopo 2 anni e mezzo di attività raggiunge la quota di 40 live-show tra Lombardia e Piemonte. Nel 2011 vince il Bià Music Contest grazie al voto in giuria di Manuel Agnelli (AFTERHOURS) e suona davanti a 300 detenuti del carcere Torre del Gallo di Pavia.

26 Gennaio 2013 – La band rilascia il primo full-lenght autoprodotto di 12 tracce: INTRODUZIONE AL BIMBO INSONNE. Il disco viene presentato al Tambourine di Seregno dove i LA NUIT fanno da opening act a ROBERTO DELLERA & RODRIGO D’ERASMO. I LA NUIT hanno suonato con: ROBERTO DELLERA & RODRIGO D’ERASMO, BOLOGNA VIOLENTA, MORKOBOT, LOVE IN ELEVATOR, LUBJAN, AIM, IO?DRAMA, MANTRA ATSMM …

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Kash – Full Of

Written by Recensioni

Anche se in ritardo ho scoperto i Kash, gruppo nato nel lontano 1997 e formato dal cantante Stefano Abbà, dal chitarrista Paride Lanciani e dal bassista Luigi Racca, che nel 2012 esce con un nuovo lavoro Full Of, registrato agli Oxygen Studios sotto la regia attenta di Steve Albini (Scott Weiland, Iggy & The Stooges) . Il 2012 è un anno particolarmente fortunato per il gruppo che intraprende un tour promozionale negli USA e in Inghilterra, suonando al BBQ Festival e ATP Festival e in generale con artisti importanti quali: Il Teatro degli Orrori, Marlene Kuntz, A Toys Orchestra, Love in Elevator, Dandy Wharrol e molti altri.
L’album Full Of si presenta sotto la forma di otto brani che genericamente potremmo racchiudere nello scaffale dell’Indie ma che in particolare mi ha fatto pensare a quel Grunge graffiato e malinconico che riconduce ai Nirvana. Al primo ascolto non si capisce bene il significato di questa musica, ma mentre ci si addentra in questo corridoio sonoro si percepisce la necessità di sgombrare la mente e di farci entrare brani come “Monster of Fire”, “Eagle”, “Hero of Lovers” e “Private War”, i cui significati non colpiscono subito la parte razionale della testa ma che alla fine figurano e raccontano quegli elementi reali dell’esistenza di ognuno di noi e cioè l’amore, la paura, i demoni interni, le battaglie del mondo, i colori della mente e gli angeli che ci proteggono.

La registrazione dell’album, inutile dirlo, è uno degli elementi più belli, perché nella sua apparente semplicità si scorge quell’incastonatura sempre molto precisa della batteria con la chitarra, della voce con il basso e della musica con l’anima. Tutti elementi nascosti magari sotto la vocalità sospirata, che comunque sottolinea in maniera evidente la cifra stilistica e l’intenzione musicale che si vuole imprimere nel disco, che diventa Rock sofferto soprattutto nell’ultimo brano “Blood of” come a voler salutare chi sta ascoltando riempiendolo di un qualcosa di etereo e di impossibile da catturare. Che questa sensazione sia musica? Nessuno può dirlo prima di aver ascoltato in silenzio.

 

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