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Il Video della Settimana: Borghese – “La Tipa di Rockit”

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Un tipo abbronzato che scende da una Porsche con una t-shirt con la vistosa scritta “Pusher”: un vero vincente dei tempi moderni. L’emblema del successo all’età dei cyber-primitivi del terzo millennio: questo lo spunto di vita reale che costituisce la scintilla per “la Tipa di Rockit” il primo singolo di Borghese, la band arrivata al suo secondo lavoro in studio In Caso di Pioggia la Rivoluzione si Farà al Coperto. Questo soggetto diventa a sua insaputa il simbolo dell’ostentazione, parodia e metafora di certi rapper tutti catene d’oro e macchine rombanti, naturale contraltare del musicista “intellettualoide” che invece si bea quasi nell’arrivare a pochi, facendosi un vanto di quella che in realtà è la sua sconfitta: il non poter campare della sua arte. Un musicista intellettuale che si auto legittima con pose da rockstar sui social ma che in realtà deve fare un altro lavoro per permettersi la passione della sua vita. Un musicista che apparentemente ha un’idea su tutto ma che non si espone mai per paura di perdere posizione in quella nicchia che si è grattato con le unghie. Una generazione di ragazzi in perenne posa da disillusi senza avere avuto mai la possibilità di illudersi, condannata all’austerità anche dei pensieri; una generazione che non capisce che giudicare la propria vita con i parametri dei proprio genitori conduce solo all’infelicità; una generazione che ignora che “la vita è solo la vita, non serve drammatizzarla, tanto nessuno ne uscirà vivo”. È lo stesso Borghese a spiegare come nasce il video che “propone un esilarante parallelismo tra il mondo della musica, in cui il musicista viene rimpallato tra giudizi di uffici stampa, giornali e webzine, e quello dei reality show di cucina. Del resto una portata può essere un’opera d’arte quanto una canzone e un disco può nutrire quanto un pranzo ben cucinato. Ci divertiva molto scherzare sul concetto di intellettualizzare tutto e del tentativo perenne della critica di pilotare giudizi di cui il metro ultimo è (e rimarrà sempre) il palato e il gusto personale. La fine del video esprime metaforicamente e in maniera disincantata, quasi punk, il nostro manifesto sulla questione: siamo tutti un po’ meno sofisticati di quello che dobbiamo sembrare per esser credibili. E tutto ciò non serve a nessuno perché tutto è più leggero e migliore di come lo riduciamo pensandolo; “la musica è una cosa serissima, se non la prendi sul serio, e la vita è solo la vita, non serve drammatizzarla tanto nessuno ne uscirà vivo”.

Disco in uscita il 25 di aprile per TouchClay Records: In Caso di Pioggia la Rivoluzione si Farà al Coperto.


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