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Recensioni | agosto 2014

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St. Vincent – St. Vincent (Art Pop 2014) Voto 7/10

Per una delle più chiacchierate artiste dell’anno, l’album omonimo è una degna conferma dopo il bellissimo Strange Mercy di tre anni orsono.

Cara – Cara (Alt Rock 2014) Voto 6,5/10

Da qui riesco a sentire gli Animal Kingdom, solo un po’ più Rock. Cara è il nome e personalmente, credo proprio che lo comprerò

Ice Scream – The Flow (Alternative 2014) Voto 6/10

Da Reggio Calabria, si ispirano alla scena Alternative britannica dei 90 ma senza particolari guizzi. Un bel tiro, ma l’originalità latita, ed è una mancanza che si fa sentire.

Xiu Xiu – Angel Guts: Red Classroom (Avant Rock 2014) Voto 6/10

Ennesima mutazione per la creatura di Jamie Stewart lontana dai fasti di inizio millennio ma sempre carica di idee e spinta emotiva

Cibo – Incredibile (Grindcore, Stoner, Punk Demenziale 2014) Voto 6/10

Punk nostrano Lo Fi che del nonsense fa la propria bandiera. Godetene senza prenderli troppo sul serio, loro non lo vogliono affatto. E se riuscite a guardare la copertina di Incredibile senza ridere vi do dieci euri.

Konrad – Carenza di Logica (Cantautorato, Folk Pop 2014) Voto 5/10

Per l’esperto artista pugliese, il concept su mare e amore tutto basato su testi in italiano chiari e poetici e sonorità Folk al sapore di Sud segna l’esordio solista. Nella sostanza le idee latitano.

Inside the Hole – Impressions (Hard Rock 2014) Voto 5/10

Un disco noioso, sprecato nel voler rifarsi sempre agli stessi paradigmi Hard Rock che ormai hanno esaurito ogni briciola di forza propulsiva. Da amanti patologici del genere.

Arizona Dogs – Ossessioni Gratuite (Garage Rock 2014)  Voto 5,5/10

“Mele Marce”, singolo dal sound catchy e fruibile, prova a trainare un album che indeciso tra il cantato in italiano o in inglese finisce per perdere un paio di buone occasioni.

Ugostigliz – Ugostigliz (Blues Rock, Funky, Alt Rock 2014) Voto 5,5/10

Bravi senza ombra di dubbio, I giovani bresciani propongono una miscela di Blues e Funky orecchiabile e allegra che difetta soprattutto per originalità e sotto l’aspetto vocale (testi inclusi).

Antonello Recanatini – Abruzzo Invented Punk (Lo-Fi, Folk 2014) Voto 4/10

Quarto album e Cantautorato discreto nelle liriche quanto preoccupante per timbrica e pronuncia anglosassone; senza troppe pretese difficilmente potrà sfondare le barriere regionali.

Autoblastingdog – Batracomiomachia (Grindcore, Brutal Punk 2014) Voto 4/10

Undici tracce spacca timpani quasi indistinguibili tra loro, in un growl continuo che rende vani i dichiarati intenti cantautorali. Che tradotto significa: non si capisce un cazzo.

Wendy?! – Notebook (Alternative Rock 2014) Voto 3/10

Miscela di Hard Rock e Post Punk con il più classico Alt Rock che parte dagli anni Settanta, Notebook finisce per mettermi in una condizione di imbarazzo inquietante. A partire dalla pronuncia inglese devastante, tutto è fatto nel peggiore dei modi.

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Inside the Hole – Impressions

Written by Recensioni

Dopo i Four Seasons One Day torno ad occuparmi di un’altra band siciliana, localizzata, per la precisione, a Montemaggiore Belsito, nell’hinterland palermitano, interprete di un genere completamente differente dai loro conterranei: gli Inside the Hole, difatti, sciorinano un Hard Rock molto curato negli arrangiamenti che mostra un’accentuata passione per il Blues, ardente nel cuore dei tre ragazzi. Superata la consueta gavetta, fecero uscire il loro primo album Beer! Sex!…and Fuckin’ Roll nel Novembre 2011 e apparvero in ben tre compilation nel solo 2012: Riot On Sunset Vol. 29, Mondo Metal Compilation e Demo Invasion, le quali, vista l’ampia distribuzione, attirarono l’attenzione della logic(il)logic. Impressions è un lavoro più maturo rispetto all’esordio, ci sono tutti gli stilemi che il genere richiede: assoli intensi, una sezione ritmica impeccabile e una voce sporca ma al contempo poderosa e profonda. I testi, neanche a dirlo, toccano qualsiasi cliché facilmente associabile all’Hard ‘n’ Blues: bevute, ragazze sexy e spiriti liberi. Niente di originale all’orizzonte, almeno su questo versante. Non che musicalmente si arrivi all’apice dell’originalità in quattro e quattr’otto: responsabilità attribuibile a un genere saturo, per lo più rivolto ai suoi numerosi aficionados. L’episodio meglio riuscito è a mio avviso “Beer! Sex!…And Fuckin’Roll” dove finalmente si rompono gli schemi, rasentando l’Hard venato dal Metal dei Motörhead. Subito dopo, però, si conclude il disco con la canzone più Blues del lotto, “Begins The Blues”, che ha l’amaro sapore del riempitivo e anche un po’ del ripensamento. Viste le doti tecniche messe in evidenza dal trio siciliano mi aspettavo di certo una capacità maggiore di coinvolgere l’ascoltatore. Il desiderio di strafare assume i connotati di un’occasione sprecata. Peccato.

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