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LaCorte – Grande Esposizione Universale

Written by Recensioni

La grande esposizione universale nasceva come termine per indicare le grandi esposizioni tenutesi fin dalla metà del XIX secolo in giro per il mondo. Viene da chiedersi cosa lega LaCorte, gruppo composto da quattro giovanotti brianzoli, al mondo delle EXPO. Senza dubbio il titolo del loro nuovo album, Grande Esposizione Universale ma non solo. Insieme dal 2008, dopo un EP e un album registrati in presa diretta, escono con 10 brani, alcuni nuovi altri tratti dall’album “Percezioni Di Vita Distorte”, dal sound più definito e curato. Genuini, senza troppi fronzoli, Pop nell’accezione più positiva della parola, universali nel senso e nelle sonorità, come le celebri esposizioni. Ecco il legame che cercavo. Se si ascoltano con cura le parole si coglie in prima battuta come i testi lineari, non necessariamente fioriti e ricchi di richiami a mondi iperuranici, sono diretti, immediati, comprensibili e le emozioni di cui parlano sono reali e facilmente percepibili. Essere universali da questo punto di vista spesso richiede doti di sottrazione, piuttosto che di aggiunta e i brani rispecchiano la magica regola anche sul lato musicale: un basso, due chitarre e una batteria sono quello che basta ai LaCorte per confezionare i loro pezzi. Ci sono brani come “Peter Parker e Mary Jane” e “Provinciale Per Il Paradiso”che suonano subito come possibili hit da raccolta e che sicuramente un pubblico ampio apprezzerebbe. La voce di Davide Genco è piena, rotonda, poco spigolosa e senza perdersi in eccessivi virtuosismi, aggiunge il giusto colore ai brani, in “7 Vite” si riesce ad apprezzarla in pieno sotto questi aspetti. Sebbene come già detto i dieci brani svelino l’anima pop del gruppo la scelta di non cadere nel trappolone del lento melanconico alla The Calling li premia. La seconda parte dell’album, invece, svela generose influenze provenienti dal mondo del rock. Ascolti senza dubbio di spessore, come da loro stessi citati sui loro canali web, che si concretizza con l’aggiunta di suoni distorti e una batteria più dinamica come in “Contro Di Te”. Nel complesso tutto suona bene, ma i brani inediti, a discapito di quelli ripresi dal precedente lavoro, hanno maggiore forza e presa, probabilmente perché figli di un percorso di crescita del gruppo stesso, che ci auguriamo continui e li porti a proseguire nel lavoro di perfezionamento. Nel non sarà l’album che li porterà alla ribalta, ma rappresenta senza dubbio un ottimo passo.

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