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Do Nascimiento – Giorgio

Written by Recensioni

Ho buona memoria. Sarà che il nome Do Nascimiento, per la sua inusualità, resta impresso. Li ascoltai l’ultima volta nell’esperimento Splittone Paura che divisero con i Verme e i Gazebo Penguins e che vedeva compatte ben quattro etichette: To Lose La Track, Que Suerte!, TwoTwoCats e NeatIs Murder. Tra i quattro litiganti, il quinto gode. Il quinto è la Flying Kids Records, anche se sotto sotto c’è lo zampino del prezzemolino To Lose La Track. Ormai quest’ultima label è diventata indiscutibilmente sinonimo di ottime produzioni. Giorgio confermerà l’andamento?

Partiamo dal fatto che è un disco di sole sei canzoni che fanno il verso agli ex compagni di ventura Verme e Gazebo Penguins. Quindi atmosfere rarefatte strapiene di Postcore traboccante emotività. “Vecchio” è un monito dedicato a chi maledice i propri compleanni, tema sviluppato in poco più di un minuto.  Impossibile estromettere dalle influenze i Fine Before You Came: “Chitarra” ha esattamente le loro sembianze, anche se i Do Nascimiento sono meno levigati per partito preso. Quello che sembrava solo un sospetto si tramuta in una certezza: il timbro del singer somiglia spaventosamente a quello di Dani, famoso per aver militato nelle Pornoriviste e di essere attualmente il leader degli Yokoano (“Baracchetta” ne è la prova inconfutabile).  Il calderone bollente della scena Emo italiana non si fa schiacciare e le sue sfaccettature sono tutte raggruppate nell’episodio finale, il più lungo con i suoi due minuti e trentotto secondi: “Fiato” è quasi esclusivamente composta dal binomio voce-chitarra arpeggiante, qualche rullata ben assestata genera la struttura del pezzo, fino a spegnersi nel bel mezzo del ritornello, cantato sguaiatamente. I quattro ragazzi liguri non si sprecano in nulla: titoli composti da una singola parola, brani con tempistiche che lasciano a desiderare. Ma nonostante questo non mi vengono in mente metodi diversi per spendere bene dodici minuti della mia esistenza.

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