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The Spezials – Crazy Gravity

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Ascolto: in riva al mare. Luogo: Barcellona, spiaggia dei nudisti adiacente  hotel Vela. Umore: vacanziero e tendente alla traversata alcolica della giornata in solitaria.

Dopo aver messo su il disco dei The Spezials il mio primo pensiero e’stato: “ci vorrebbe un’organizzazione che impedisca alle band di ogni latitudine di applicare il flanger sulla voce (nell’intenzione dovrebbe far percepire la voce come se cantasse in una bottiglia e molto più spesso invece la fa arrivare dal mezzo delle tette di una cicciona nera di Harlem al fastfood  dopo la messa della domenica). Ci vorrebbe qualcuno che in giacca e cravatta bussasse alla porta del cantante e lo prendesse a scappellotti sulla nuca urlandogli: “non si fa più”. Flanger e scherzi a parte questo Crazy Gravity e’ un disco davvero godibile, The Spezials sono un trio che nulla ha da invidiare alle band di cui si intravede la scia creativa: Artic Monkeys su tutti. Pezzi tutti molto centrati, sezione ritmica davvero in palla e suono molto ben strutturato. La voce e le tracce di chitarra di Giovanni Toscani hanno nelle corde il pontile sul mare di Brighton, le nebbie dei sobborghi di Manchester e una  dose di rabbia in cravatta, un’ostentazione di precisione estetica quasi Mod, pure qualche eco Ska alla Madness. Pochi appunti alla produzione:  una certa tendenza, secondo me veniale, a suoni di chitarra che portino l’orecchio più negli  Stati Uniti che in Inghilterra e un limite, questo un po’ più grave, nel non lasciare un tema memorabile (forse solo “Two Girls”) alla fine del disco. Mille buone idee musicali. Ogni pezzo ha spunti a sufficienza per tre, troppo per una band che dichiara  la sua vocazione Dance Rock. Peccato, perché le buone premesse ci sono tutte. I The Spezials non devono far capire ad ogni costo e in ogni singolo pezzo quanto siano bravi , la distanza per dimostrare l’ arte si misura in decenni, non in minuti.

I secondi dischi, comunque, esistono per questo.

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The Spezials – Crazy Gravity

Written by Recensioni

È la seconda “volta” per i milanesi The Spezials, ed è un piccolo registrato da emozioni spigliate che,  davanti vorreste condividere con tutti e  che invece ve lo terreste tutto per voi, gelosi della loro attitudine grattugiante e diretta che sforma un ascolto imprevisto, o che può correre il rischio – tranquillo –  di essere incredibilmente ostaggio di una sensibilità FM Alternative oltre i limiti; Crazy Gravity è la fissazione riuscita di suonare sia con certe spiritualità ispiratrici che con l’audacia amplificata della creatività, fuori comunque dagli ordini costituiti del piacere modaiolo a tutti i costi.

Registrate in crowdfunding su piattaforma musicraiser, le dieci tracce del disco, se ascoltate in sequenza determinante, sono una perfetta e definita sintesi di tutte le bipolarità umorali dell’ultima generazione, una scaletta che alterna la dolcezza di una ballata ventilata “Two Girls” e il cozzo del rock nudo e crudo della titletrack, un’onda calda dalla personalità multipla che stringe il microfono dell’ascolto e spiazza nella sua sincera coralità miscelata; pulito da tutte quelle banalità che si annidano come germi a presa rapida in milioni di produzioni underground, Crazy Gravity esprime davvero bella musica, quelle tonalità tutte inglesi di controbattere la noia con infinitesimali meraviglie senza demoni o altre astrusità rabbiose. Belle chitarre d’assalto dolce, una voce che compete sul ritmo sempre di corsa e quella liberazione sonora che si paragona  con esuberanze Arctic Monkeys, qualcosa di sottofondo della Leeds punkettara d’antan “Futuristic Horse”, “Morning Dead”, poi tutto quello che è in più e una rivelazione spiritata da tenere stretta e puntarci sopra.
Disco “birichino” e fruibilissimo, un suono totale che mescola ironia e mood frizzante, impasta e modella come plastilina il suo argento vivo e la sua concreta effervescenza, che racconta le sue storie col fiatone “Shimbone” e con le stramberie disco – danzereccie che provano a riscrivere una stringa di tempo che fa piacere – risentirla in vocoder – tra una cosa e l’altra “Normal”.

La guida  all’ascolto è come una linea schizzata di angoli elettrificati, il piacere – una volta identificata tale linea – è una scarica di adrenalina che precede lo schianto con una soluzione musicale stupendamente cool.

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