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Decreto Valore Cultura, un primo passo verso la semplicità.

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Come italiani siamo abituati a Decreti Legge che assomigliano più a melting pot che a vere leggi ad hoc che potrebbero migliorarci la vita; questo perché, come ben sapete, riusciamo ad essere un paese d’accordo su poche cose, anzi pochissime, che di solito derivano da un precedente stato di immobilità politica totale e da una spinta falso progressista. È il caso del Decreto Valore Cultura che in pancia tiene innumerevoli norme per rilanciare quest’ultima, oramai ridotta ad un colabrodo dai precedenti governi e dalle stesse persone che hanno votato questa legge. Basti pensare a Pompei diventata oggetto di vergogna in mondo visione per l’estremo decadimento del sito archeologico patrimonio dell’UNESCO e non più motivo di vanto all’estero. In se, il DL, contiene una serie di “strategie” per il rilancio dei siti archeologici, appunto, con “Interventi di tutela e di valorizzazione di luoghi e beni culturali”, “Interventi per assicurare risorse al sistema dei beni e delle attività culturali”, che si traduce in musei sempre più aperti e semplificazioni nelle procedure per acquisire le donazioni private e dulcis in fundo: “Interventi per il rilancio del cinema, delle attività musicali e dello spettacolo dal vivo”. Qui è stata inserita una prima norma, di cui ancora non conosciamo bene l’applicazione, per semplificare la Musica dal Vivo ispirandosi al Live Music Act adottato in Inghilterra e che di fatto liberalizza gli eventi Live con meno di 200 persone e che terminano entro le ore 23. Voluta fortemente dall’ex-assessore alla cultura del Comune di Milano Stefano Boeri che tramite la piattaforma Change.org, dove è possibile seguire tutta la vicenda, è riuscito a raccogliere 37.000 firme, tra cui anche quelle di Rockambula, per far inserire tale proposta nel DL sopra citato. La petizione inizia così e non potevamo non firmarla:

“Gentile Ministro Bray,

i Rolling Stones, gli Who, gli U2, ma anche i Beatles (nel mitico Cavern di Liverpool) hanno cominciato a suonare nei pub e nei locali dal vivo, per qualche decina di ascoltatore sparso tra i tavoli o in piedi con una birra in mano.
La musica, come ben sappiamo, non è un prodotto preconfezionato.
Nasce in situazioni imprevedibili –un incontro casuale sui banchi di una scuola davanti a una pizza, sulla rete- e cresce in luoghi spesso occasionali: uno scantinato, un garage, una soffitta. Ma subito cerca, come l’ossigeno, un pubblico e uno spazio per mettersi in scena, magari davanti a pochi amici o parenti durante una festa, un matrimonio, una serata in un locale. Aiutare la musica a crescere, significa offrire a migliaia di giovani donne e uomini la possibilità di suonare in pubblico e dal vivo.”

Ma veniamo al sodo,  spulciando il Capo III del decreto ci si imbatte subito in una norma che finanzia, in parte, la realizzazione di fonogrammi e videogrammi che siano opere prime, o seconde, in cui è riconosciuto un credito di imposta, cioè uno sgravio del 30% dei costi sostenuti per attività di sviluppo, produzione, digitalizzazione e promozione di registrazioni fonografiche o videografiche musicali. Certo, dal 2014 fino al 2016, certo fino a fine fondi, 4,5 mln di euro, certo alle imprese. Alla fine, scritto piccolo piccolo, vengono introdotte due modifiche ad articoli contenuti nel “Testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza”, una legge del 1931, pensate un po’ come siamo messi, che vengono così modificati: «Per eventi fino ad un massimo di 200 partecipanti e che si svolgono entro le ore 24 del giorno di inizio, la licenza e’ sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attività di cui all’articolo 19 della legge n. 241 del 1990, presentata allo sportello unico per le attività produttive o ufficio analogo»;  Quindi da oggi in poi basterà una semplice autocertificazione da presentare in Comune senza neanche il bisogno della “licenza dell’autorità di pubblica sicurezza”. Questo, come ammette lo stesso Boeri, è un piccolo passo verso quella che vorrà essere una riforma dello spettacolo da vivo. Speriamo. Un po’ poco per ora, viste le 200 persone, ma pure sempre qualcosa in un panorama legislativo desertificato dai “cazzi propri”. Sono sicuro che tutto ciò gioverà sopratutto a quei piccoli locali, associazioni, che già faticano a sopravvivere e di sicuro diminuirà lo sbattimento degli organizzatori che dovranno presentare una sola autocertificazione.

La cosa più rilevante di tutta la vicenda è che tutto è partito con un forte desiderio di cambiamento e una semplice raccolta firme su Change.org. Speriamo sia solo il primo passo verso un vero e proprio cambiamento e che tramite questi strumenti di aggregazione si continui a rendere la musica, e l’arte e lo spettacolo, posti migliori. Noi di Rockambula continueremo a promuovere, coltivare e seguire la vicenda.

[FONTI]

Change.org: http://www.change.org/it/petizioni/una-nuova-legge-per-la-musica-dal-vivo-in-italia

Normativa: http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2013;91

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Una nuova legge per la Musica Dal Vivo

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Stefano Boeri, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, lancia su change.org una petizione per salvaguardare la Musica dal Vivo al Ministro Bray. I Live sono sempre più soggetti all’ingarbugliato mondo delle autorizzazioni e la musica ne perde. Noi, con il nostro Don Pizzica, ne avevamo parlato nelle scorse settimane con un articolo e un’intervista a Aldo Minosse gestore del PinUp, se volete approfondire. Lo stesso Boeri ce lo conferma: “i Rolling Stones, gli Who, gli U2, ma anche i Beatles (nel mitico Cavern di Liverpool) hanno cominciato a suonare nei pub e nei locali dal vivo, per qualche decina di ascoltatore sparso tra i tavoli o in piedi con una birra in mano. La musica, come ben sappiamo, non è un prodotto preconfezionato”.

Non rimane che FIRMARE!!!!!!!!!!!!!

QUI: http://www.change.org/it/petizioni/una-nuova-legge-per-la-musica-dal-vivo-in-italia

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