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Venus in Furs – BRA! (Braccia Rubate All’Agricoltura)

Written by Recensioni

Come si può diventare grandi in pochi giri di stereo si potrebbe dire o senza passare per le forche caudine di qualche concordino pseudoindie, fatto sta che come la rigiriamo i discorsi sono a zero, loro, i livornesi Venus in Furs non la mandano a dire, e col nuovo disco BRA (Braccia Rubate All’Agricoltura) si lanciano sugli ascolti con una frenesia rockettara bombastica, quasi monumentale che scava e si fa intendere senza tanti convenevoli.

Dunque la Toscana come nuova fucina underground, e i Venus in Furs non fanno nulla per tenere il loud sotto i limiti, un incedere di elettricità e ritmo, liriche e pedaliere che da il fiatone e non da nulla per scontato se non per certi riffoni carsici – ma giusto un pelino –  alla Zeppelin che arrivano a ondate per tornarsene poi nel loro Olimpo ispirativo: sei tracce col ghigno della suadenza amplificata, un piccolo manifesto urbano che si scuote e scuote tra schegge heavy e spavalde freschezze estemporanee, e durante lo scroller della tracklist la consapevolezza netta di avere tra le mani e orecchie un ottimo lavoro underground si fa nitida, reale.

Disco d’assalto, con i denti aguzzi e qualche dolcezza nascosta, tanti gli obiettivi della società pragmatica e musical-cretina colpiti senza pietà e suonato senza nessuna remora falso perbenista, tracce che folgorano nel profondo e con altissima qualità: gli hook diabolici “Leggins”, gli Zoso diBlack Dog” che passeggiano distratti nella tracklist e in “Sotto stress”, lo Shuffle Crooner  “Nel Nome Del Padre” e due stupende innocenze inaspettate che arrivano per mettere un asterisco in più sulla tara generale, ovvero il bisbiglio alla Edda del periodo Ritmo Tribale “Via Del Cappello” e quello strabiliante tuffo Soul-Gospel in un Mississippi de’ noantri che infrange il muro della goduria straniante “Nel Blues Dipinto di Blues”.

Decisamente credibile e incredibilmente deciso.

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