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OH NO, IT’S…AltrocheSanRemo Volume4: si parte!!!

Written by Senza categoria

La pausa è finita e finalmente possiamo partire con quella che è la quarta edizione del nostro concorso. Gli ultimi vincitori sono i Borderline e sulle nostre pagine avrete visto il loro banner e l’intervista. Per la recensione dobbiamo aspettare l’imminente uscita dell’album.

Per AltrocheSanRemo Volume4 abbiamo altre dieci band super agguerrite, che spaziano su ogni fronte del Rock, pronte a contendersi, con il loro brano in gara, il nostro banner, i brani in ascolto in home, una recensione e/o intervista e promozione.

Come sempre il regolamento è semplicissimo. Ascoltate i pezzi in home e sulla stessa pagina votate FINO A 3 PREFERENZE DIVERSE.
ATTENZIONE!!! Nel caso in cui dovessimo renderci conto che una band o i suoi sostenitori stiano palesemente “giocando sporco” la stessa band sarà esclusa dalla votazione. Il nostro concorso è fatto per mettere in mostra le realtà emergenti e non per premiare i “furbetti” che con mezzucci squallidi provano ad ottenere quello che con le loro qualità non riescono ad avere. Detto questo, non mi resta che augurarvi di vincere ma soprattutto di farvi notare. Le votazioni si concluderanno il 07/07/2013 alle ore 22:00 più eventuale recupero.

P.s. Ascoltate tutti i brani in gara e, se volete bene alla musica, votate il migliore.

Di seguito tutte le band partecipanti:

Carmilla e il Segreto Dei Ciliegi – Addestro il Pensiero Da Bari, Rock surreale tra Smashing Pumpkins, Cure, CSI, Afterhours, Marlene Kunz, Radiohead, Muse, Editors, David Bowie e Pink Floyd

Doriana Legge – Palinsesti Doriana Legge è cantante, chitarrista, compositrice. Doriana Legge ha i capelli rossi finti naturali, occhi scuri. Doriana Legge non sa ballare

Drive me Crazy – Drive me Crazy Rock’n Rose da Brescia ma con forte spirito d’internazionalità

Mad Chickens – Fell in Love Dietro al nome MAD CHICKENS c’è il nulla e oltre!! Trio Noise Psichedelico direttamente dal purgatorio.

Oliver – Pom Pom Addirittura da Parigi, unici stranieri del gruppo.

Le Strade – In Fuga Verso il Confine Giovanissimo ma già ben noto nei circut underground quintetto bolognese di puro e sano Alt Rock

Christine Plays Viola – Leocadia Tra le migliori band Darkwave e Gothic della penisola, già famosissimi in Germania

Hot Fetish Divas – Radical Chic Il Garage si è fermato a Eboli equesto power trio lo ha catturato tra le sue corde e le sue pelli.

À L’Aube Fluorescente – Brand New Stupid Words Quattro ragazzi e il loro Alternative Rock di qualità sopraffina.

No Love Lost – Control Nati come cover band dei Joy Division, sembrano ormai pronti ad avventurarsi con le proprie gambe nel mondo del Post-Punk. Questo è uno dei loro primi inediti.

Ovviamente, vinca il migliore.

[I Can’t Get No] Satisfaction!!!

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Borderline

Written by Interviste

Ecco finalmente l’intervista con i vincitori dell’ultima edizione del nostro concorso, AltrocheSanRemo, realizzata da Silvio “Don” Pizzica. Buona lettura:

Ciao a tutti voi. Come state?
Ciao Rockambula, piacere. Noi stiamo bene, un po’ assonnati, ma con tanto lavoro da fare,  tra le riprese del video e le rifiniture dell’album. Insomma, siamo sul pezzo.

Iniziamo con le presentazioni. Chi sono i Borderline? Cosa significa Borderline oltre la traduzione letterale?
Siamo 4 ragazzi alla continua ricerca di noi stessi, Borderline è per noi un viaggio,una guerra e una contraddizione. Un viaggio all’interno di tutte le possibili sensazioni umane, le mille diverse sfaccettature dell’io, e la contraddizione che emerge tra esse. I nostri testi sono pieni di contrasti e a volte controsensi. Noi stiamo sulla “linea di confine”, queste emozioni le viviamo, le osserviamo, e le raccontiamo in musica.

Parlateci del bellissimo singolo Multicolor, il brano che ha vinto AltrocheSanRemo Volume3. Come è nato e cosa ha di speciale? Perché proprio quel brano ha battuto gli altri nove pezzi in concorso?
Perché è quello che è piaciuto di più, semplice! (ride, ndr) è stato un singolo azzeccato che comincia a dare i suoi frutti, ma la promozione vera e propria inizierà con l’uscita del video.

La vostra è musica di chiara ispirazione Brit Pop (ovviamente fino all’uscita dell’album i punti di riferimento sono questi, anche se pochi) anni novanta. È veramente questo che amate, volevate sempre suonare, avete ascoltato e ascoltate ancora?
Noi esprimiamo ciò che siamo. Io sono cresciuto, mi sono avvicinato alla musica grazie al sound d’Oltremanica, e ovviamente questo si riflette nell’idea di musica che abbiamo. Ma ripeto, ora i nostri suoni sono questi perché noi siamo questi. Se poi un giorno dovessimo fare Reggae, sarete i primi a saperlo, ma ne dubito fortemente (ride,ndr)

Perché avete scelto di guardare al passato e prendere una strada sicura ma affollata invece che provare ad aprire nuovi varchi, nel mondo del Rock, anche a rischio di perdervi?
Non esistono strade passate e strade nuove. Esiste la buona musica, e quella meno buona. Noi siamo convinti di ciò che scriviamo e se ci sono evidenti influenze di alcune band, queste vengono rielaborate e riprodotte secondo quello che è il nostro gusto. Siamo riconducibili a un movimento, al Brit Pop, ma non somigliamo a nessuno in particolare. Poi è ovvio, ascoltiamo un certo tipo di musica e questo ci influenza. Se trovi una band che ti dice che non si ispira a nessuno, sappi che ti sta dicendo il falso.

Raccontateci qualcosa del vostro primo disco di prossima uscita. Partiamo dal titolo; e poi, che novità dobbiamo aspettarci?
Il titolo è una carta che ci giocheremo solo alla fine, poco prima dell’uscita. I brani saranno vari, sono diversi tra loro e diversi da Multicolor. La matrice è la stessa, ma ci sarà spazio per molteplici sensazioni: dalla malinconia alla rabbia, dalla gioia alla voglia di urlare e ballare come se non ci fosse un domani.

Se mettete tanto di voi, una parte intima e preziosa, nella musica e cercate di fare soldi cosa distingue una puttana, un poeta e una band come la vostra?
La puttana di intimo e prezioso non ci mette proprio nulla, se non quello che tutti sappiamo. Il poeta ci mette l’anima ma poi va a puttane, solitamente. Una band come la nostra ci mette corpo, parole e anima: e sul palco, a contatto con la gente, è il momento in cui avviene l’estasi, il punto più alto, l’orgasmo definitivo. E gli orgasmi che ti regala una rock band sono più duraturi e soddisfacenti di quelli che ti può regalare una puttana.

La scena indipendente è un oceano di band non sempre di valore considerevole. Difficile emergere e complicato, per il pubblico, scegliere tra i Borderline, gli Albedo, I Milf o una qualunque delle tante formazioni che “ci provano”. Perché un ascoltatore, un nostro lettore, dovrebbe dare fiducia e il suo tempo a voi, prima che agli altri, non potendo darli a tutti?
E’ difficile e complicato anche scegliere chi ascoltare, oltre che emergere. Un ascoltatore medio oggi è bombardato da mille input e quelli predominanti soprattutto in Italia sono ancora quelli di una certa musica, trita e ritrita (questa si veramente vecchia) dei soliti quattro anzianotti che a malapena si reggono in piedi. Chi ha voglia di andare a gironzolare per i mille volti della musica indipendente può trovare alcune sfiziose scoperte. A noi piacerebbe essere una di queste, per iniziare.

Vi capita mai di dare uno sguardo alle classifiche estere, soprattutto anglofone? Oltre a inglesi di lingua, potete trovarci francesi, islandesi quando non insospettabili extraeuropei. Mai italiani. Se (sottolineo se) la qualità del nostro Rock, come dicono alcuni, è oggi alta, perché all’estero continuano a snobbarci? Il problema è in fase compositiva, promozionale o cosa?
Non credo sia in fase compositiva,ma di sistema: il problema è più che altro che all’estero propongono solo  gente come Nek o Ramazzotti tra gli italiani. Che per l’amore di Dio, funzionano bene, ma ci sono tante band che se le riesci a promuovere in Inghilterra o nel Resto d’Europa spaccherebbero non poco.

In quest’ottica, voi cantate in inglese ma mirate al pubblico italiano suppongo. Gli stessi Zen Circus hanno dovuto fare un passo indietro, per avvicinare il pubblico di casa nostra ed evitare di restare senza fan sia dentro sia fuori confine. Perché tante formazioni come voi continuano a cantare in inglese? Quale gruppo italiano che ha sfondato in Italia cantando in inglese è il vostro punto di riferimento, se lo avete?
Noi cantiamo in inglese perché non potrebbe essere diversamente. La nostra musica è fatta per essere cantata in inglese, i testi li pensiamo già cosi, la lingua italiana non avrebbe la stessa efficacia. Non è giusto continuare a chiedersi perché non si canta in italiano, siamo nel 2013 ormai. E’ un concetto da superare, non si deve per forza cantare in italiano. Essendo friulani, potevamo anche cantare in dialetto friulano. Ma non si addiceva molto al sound (ride, ndr)

Tornando alla difficoltà di emergere di una piccola band, ho notato che, quelli che ce la fanno, spesso (oggi più che ieri) ci riescono grazie a gesti che poco hanno a che fare con la musica (vedi 1° maggio) o grazie a pezzi di medio-bassa qualità ma immediati (qui torna in gioco la lingua madre) e di grande impatto (vedi Stato Sociale, I Cani, ecc…) sulla massa (che con la musica intesa come arte ha poco a che vedere). Voi cosa sareste disposti a fare, a cosa rinuncereste e a cosa non rinuncereste mai per una fetta di quel famoso “successo”? Siate sinceri…
Sulla prima parte della tua analisi, non posso che darti pienamente ragione. E’ cosi e basta, e qui ci si ricollega al discorso di prima. Noi ovviamente il successo lo desideriamo, come ogni artista (non credere a quelli che ti dicono che non gliene frega niente) e siamo disposti a tutto per averlo, ma con la nostra musica, le nostre faccione, e la nostra immensa fame. Nient’altro, quello che sarà, sarà.

Per un attimo non parliamo di voi. Come sempre, provo a farmi dare un nome. Quale è la band o l’artista Indie italiano più sopravvalutato in circolazione?
Ho letto che fate spesso questa domanda, e fate fatica ad avere una risposta, ma non ascoltiamo molto indie italiano, sinceramente. Comunque non esistono band sopravvalutate. Sono le band stesse che tendono a sopravvalutarsi a volte. E risultano fastidiose. Come ad esempio noi, che a volte ci diamo fastidio da soli.

Siamo in chiusura. Cosa hanno in programma i Borderline per l’immediato futuro? Album, live, diteci tutto!
Adesso stiamo seguendo i mixaggi per l’album, e ci staremo dietro un po’, perché tendiamo ad essere abbastanza esigenti. Poi sarà da decidere la data migliore per l’uscita. E’ il nostro primo album, vogliamo giocarcelo bene. Per quanto riguarda i live, ci aspetta un’estate abbastanza ricca di concerti, un po’ sparsi nel Nord Italia, anche se partiremo dal Friuli, la nostra terra madre. In autunno poi comincerà la promozione dell’album e li si girerà ancora un pochino di più. E noi, che amiamo visceralmente la dimensione live, non vediamo l’ora di fare ballare il numero più alto di “giovanotti da club” (e non solo) possibile.

Ditemi quello che avrei dovuto chiedervi e non vi ho chiesto? Poi, se volete, rispondetemi.
Se ci viene mai da starnutire mentre suoniamo. Ci pensavamo ieri e credo non sia mai capitato, non che io ricordi almeno. Ma gli altri della band la pensano diversamente. Abbiamo litigato di brutto su questo, ma ora è passata.

Abbiamo provato a conoscere meglio i Borderline, la band che ha trionfato ad AltrocheSanRemo Volume4. Aspettiamo con ansia l’uscita imminente del loro primo full lenght ma intanto gustiamoci ancora una volta il primo irresistibile singolo, Multicolor. Se tutti i brani saranno a questo livello si conquisteranno una bella fetta di pubblico. Voi che ne dite?

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I Am The Distance

Written by Interviste

Giunti sesti al nostro concorso AltrocheSanRemo Volume3, il trio di polistrumentisti lombardo ha comunque mostrato tante qualità e grande carattere. Abbiamo quindi deciso di intervistare gli I Am The Distance (facebook ufficiale) e, come potrete leggere voi stessi, la scelta è stata indovinata. Risposte mai banali e soprattutto parole che andrebbero fatte leggere a ogni giovane che si appresti a iniziare a suonare in una band.

Ciao. Per prima cosa, come state?
Ciao a voi di Rockambula! Al momento non ci possiamo lamentare…

Chi siete musicalmente, come band e come singoli? Perché questo nome?
Ci piace pensare di essere, presi singolarmente, musicisti completi; ognuno di noi ha alle spalle una formazione specifica su un determinato strumento, e successivamente ne ha imbracciati altri, coltivando in parallelo l’attività del canto. Inoltre, prima di incrociare le nostre strade, abbiamo sempre scritto e prodotto “artigianalmente” vario materiale come solisti, ciascuno con un diverso moniker (per Fabio, Split the void, in seguito titolo di uno dei nostri primi brani condivisi; per Jacopo, Someone; per Alessio, An Orchard Next to the Highway). Gli I Am The Distance, visti globalmente, non sono però un mero collage di tre individualità; sono anzi un’entità unica, collaborativa e multiforme, che cerca l’armonia e la coesione prima di tutto. Quanto al nome, è di base una suggestione, tanto fulminea quanto (crediamo) profonda, in cui ci siamo identificati; cercavamo qualcosa che riassumesse la nostra musica, e questo ci ha soddisfatti subito: “Io sono la Distanza”, e cioè la distanza dalle cose, dalle persone, dagli eventi che hanno finito per prosciugarmi; “Io” come essere umano non sono più l’altro capo di una relazione o di un legame, ma divento il vuoto stesso tra le due estremità.

Siete una band particolarmente giovane, con un solo full lenght alle spalle eppure avete già firmato per un’etichetta, seppur piccola. È veramente cosi utile avere un’etichetta alle spalle per una band come voi invece che puntare sull’autoproduzione? Non sarebbe più utile un ufficio stampa con “le palle”?
Il primo EP omonimo, in effetti, era completamente autoprodotto, mentre con Solace abbiamo deciso di guardare a ciò che facciamo sotto una lente più professionale. Il lavoro che la nostra etichetta, After Life Music Dimension, compie per noi e con noi ci è sembrato utile e proficuo: da una parte, la co-produzione ci aiuta a dare la giusta resa alle canzoni in fase di studio, senza però prese di posizione invadenti; dall’altra, ci ha aperto gli occhi sulle possibilità della vendita digitale. Finora, questa partnership si è rivelata essere in pieno spirito “indie” e anche economicamente vantaggiosa per noi; inoltre, cosa non meno importante, ci ha consentito di entrare a far parte di un ambiente giovanile, caloroso, pieno di ottimi musicisti, e di trovare qualche data in più. Uffici stampa e agenzie sono indubbiamente una buona soluzione, ma per adesso non ne sentiamo la necessità.

Domanda banale. Sono convinto però di ricevere una risposta originale. Perché cantate in inglese? Se ci pensate, il pubblico tricolore sembra appassionarsi più alle formazioni che parlano in lingua madre, al di là della qualità musicale della loro proposta.
La motivazione è comunque banale: non siamo mai o quasi mai riusciti a scrivere in italiano, neanche volendo; di contro, abbiamo sempre e solo scritto in inglese, e raramente traducendo una traccia pensata in anticipo in italiano. La nostra lingua non ci sembra in verità adatta alla (nostra) musica, prolissa e abbondante com’è per sua natura: è senza dubbio ottima per la prosa o la poesia letteraria, ma troppo instabile e barocca per la canzone – specie se di oggi; l’inglese è invece funzionale, sintetico, sufficientemente “tagliente” da trasmettere un messaggio nella maniera più diretta possibile, soprattutto nei pochi versi a disposizione in una forma-canzone come la nostra. Dal punto di vista dell’agilità, è la lingua più bella del mondo, assolutamente. Da parte nostra, come autori di testi, cantare in una lingua straniera non vuole affatto essere un’ostentazione di originalità o esterofilia pura, e neanche un tentativo di darci un tono da rockstar britanniche o americane (visto che qualcuno l’ha anche insinuato ascoltandoci); quel che vediamo nell’inglese è, piuttosto, un grande patrimonio lessicale, espressivo e di conseguenza artistico.

Nel descrivere la vostra musica parlate di tradizione acustica, cantautorato, Alt rock britannico e addirittura scandinavo, Folk, Country e Grunge. Ci si aspetterebbe un miscuglio e un complicato intreccio ma in realtà la proposta è estremamente lineare e facilmente godibile. È esagerata la descrizione o quelle influenze riguardano i singoli membri che poi, in fase di composizione, riescono a lavorare come un’entità unica?
La seconda che hai detto. Le nostre singole influenze sono molto differenti fra loro,  e solo dopo aver iniziato a scrivere insieme abbiamo finito per “contagiarci” a vicenda. Fabio proviene dal metal, nelle sue tante sfaccettature, e si è poi gradualmente accostato a generi più soft; Jacopo ha una preparazione pianistica di stampo classico, e durante l’adolescenza ha ascoltato dapprima moltissimo brit-pop, per poi estendere l’interesse a tutto il resto; Alessio ha imparato a suonare sulla scia dei grandi maestri del fingerpicking e di alcuni cantautori importanti, dipartendosi poi a sua volta verso altri lidi. La nostra apertura mentale ci porta a combinare tutto questo senza programmare nulla, con il solo scopo di fare qualcosa che ci convinca e ci faccia innamorare tutti.

A proposito di influenze, se doveste citare tre gruppi del passato dalla quale avete tratto ispirazione e che, effettivamente vi somigliano chi citereste? Se invece parlassimo di gruppi attuali?
Per Fabio, dalla vecchia guardia vanno citati senz’altro i Metallica, i Dream Theater, gli Alice in Chains; per Jacopo, i Fleetwood Mac del periodo Rumors, gli Eagles degli anni d’oro e i defunti Oasis; per Alessio, alcuni virtuosi come Marcel Dadi, Nick Drake, Jeff Buckley. Per i gruppi attuali, rimandiamo alla risposta successiva, che crediamo sia esauriente.

Parlando di band o artisti attuali, chi vi piace in Italia e all’estero?
Sulla musica italiana siamo parecchio selettivi; se dovessimo scegliere qualche nome, menzioneremmo altri chitarristi “sperimentali” attuali come Pietro Nobile e Sergio Altamura; oppure cantautori come Gazzè o Britti. Per quanto riguarda invece la musica straniera, non abbiamo veramente limiti: tra gli artisti che più di tutti ci mettono d’accordo, ci sono però innegabilmente gli Opeth, i Sevendust, gli Alter Bridge, i Pearl Jam; e ancora William Fitzsimmons, i Lifehouse, gli A Perfect Circle. Non mancano, naturalmente, i riferimenti personali di ognuno che possono incidere in misura maggiore o minore sui nostri pezzi: per Fabio i Mumford & Sons, Andy McKee, gli Incubus; per Jacopo gli Hanson, Noel Gallagher, Steven Wilson;  per Alessio i Radiohead, Tommy Emmanuel, i My Morning Jacket;.

Torniamo alla vostra musica? Chi di voi scrive musica e testi? Di cosa vi piace parlare nelle vostre canzoni?
Come detto, siamo un gruppo che ragiona con un’unica testa, quindi contribuiamo tutti attivamente alla composizione. Non c’è mai un meccanismo fisso o uno schema, né per la musica né per i testi, e neanche per gli arrangiamenti; un riff o un’idea possono essere portati in sala prove da uno o due elementi del gruppo, per poi essere arrangiati da tutti, oppure nascere subito da un’improvvisazione collettiva – e lo stesso vale per i testi. Ci viene spesso in mente “Spiral”, l’opener di Solace: l’abbiamo scritta di getto insieme, durante una notte insonne, trovando immediatamente ogni connessione – accordi, arpeggi, parole (divise e cantate fra tutti), struttura… Per questo ha un valore speciale. In realtà, comunque, ogni canzone ha davvero alle spalle un parto e una storia a sé.
La domanda sull’argomento delle canzoni stesse ha una risposta intricata. La bontà di un testo sta nella sua capacità di spingere ogni ascoltatore a immedesimarsi in modo differente: soltanto l’autore del testo stesso, infatti, conosce veramente l’essenza dei propri pensieri, e spiegarla apertamente equivarrebbe a violarla. E’ una complessa questione di privacy, che però non impedisce la condivisione, grazie alla libera interpretazione altrui. La stessa cosa vale per noi: a volte ognuno di noi non sa per certo di che cosa parlino i testi degli altri due, e il più delle volte si lascia semplicemente trasportare dalle immagini che le parole evocano. Se dovessimo proprio inquadrare grossolanamente i nostri contenuti, potremmo dire che le tematiche proposte da Alessio (il migliore di noi, sotto questo aspetto) sono le più sfuggenti, le più difficili da afferrare; Fabio e Jacopo, invece, si rifanno soprattutto a esperienze ben specifiche, da cui hanno ricavato la loro visione delle cose. Quello che lega tutti i nostri testi, in fin dei conti, è perlopiù un concentrato di malinconia, rabbia e frustrazione, espresse in una gradazione diversa a seconda del pezzo.

Oggi, a causa del web, dei maggiori mezzi a disposizione, sia per suonare che per proporsi, c’è un numero di band veramente esagerato. Credo che di tutte quelle che ci sono in giro, almeno il 90% potrebbero suonare per esprimersi senza cercare di proporsi all’Italia intera. (Domanda banale n°2) Voi dove vi trovate? Nel 10% o nel 90%?
Speriamo nel 10%! Girando, ci siamo accorti che la “concorrenza” è molta e la qualità è spesso medio-alta, ma ci auguriamo che la nostra musica – quali che siano i canali attraverso cui la proponiamo – venga vista come un prodotto di qualità.

In quest’ottica cosa cercate dalla musica? Pensate di poterci vivere oggi che i dischi non li compra quasi più nessuno e un concerto gratuito di Cesare Basile a Pescara fa un pubblico di circa 20 persone?
Per noi la musica è un linguaggio, un modo di essere, di descrivere il mondo; la diffusione web è ormai l’unica che conti davvero, e nel mondo underground la condivisione gratuita ha prevalso a scapito del business. A onor del vero, non ci interessa fare di quest’arte – e sottolineiamo il termine arte – un lavoro e nemmeno un hobby particolarmente redditizio: per noi è passione, esigenza biologica, e saremo sempre grati ai pochi che vorranno seguirci, vuoi per fedeltà o vuoi perché avranno ritrovato ogni volta una traccia di sé in ciò che facciamo.

Quale pensate possa essere il vostro ascoltatore ideale?
Di sicuro una persona intellettualmente aperta, ma non spocchiosa; critica, ma non distruttiva; emotiva, ma non smielata. Per entrare nella nostra dimensione, la sola regola veramente valida è lasciarsi trasportare.

Cosa differenzia l’Ep Solace dal vostro album d’esordio I Am The Distance? E cosa distingue i lavori in studio dalle vostre esibizioni live?
Molte delle canzoni del primo album erano fortemente guidate dal pianoforte, un ingrediente che in Solace ha svolto invece un ruolo di accompagnamento; le sonorità erano più acerbe, le soluzioni più ingenue, le dinamiche costruite meno sapientemente. Dovevamo ancora crescere, è chiaro. A volte, al confronto ci sembra che Solace abbia un sound lievemente più grunge in alcuni passaggi, senz’altro “americano” in brani come The Fall Never Comes e Shelter, e più marcatamente folk in Spiral e Butterflies and the black dog. Abbiamo voluto far risaltare maggiormente le differenze tra le nostre tre voci, con Alessio unico interprete nella sua Butterflies, Jacopo e Fabio spesso in duetto e soprattutto l’approccio corale di Spiral; in sostanza, si è voluto giocare più sui cori, sulle armonizzazioni e sui controcanti.
Dal vivo, cerchiamo di ricreare le atmosfere delle canzoni al meglio, con una cura via via più minuziosa per le modulazioni, i cambi d’intensità e gli intrecci vocali; durante le nostre prime esibizioni, fatte da seduti, tutto era più statico, ma da quando abbiamo iniziato a suonare in piedi la qualità dei live – e del nostro divertimento – è decisamente migliorata: il pubblico è più coinvolto, l’esecuzione più precisa e noi ce la godiamo di più.

Cosa viene dopo? Ci sarà un nuovo disco? Ci sarà un tour?
Abbiamo appena terminato un tour che ha coperto varie zone della Lombardia, e al momento quello che ci preme di più è lavorare sul nostro nuovo materiale; di carne al fuoco ce n’è molta, di buoni propositi anche. Tra i nostri progetti c’è sicuramente l’incisione, verso Ottobre, di un nuovo doppio singolo (probabilmente composto da una forma-canzone “canonica” e da una sorta di brano-concept, su cui ancora dobbiamo spremerci), sempre sotto After Life Music Dimension. Questo dovrebbe spianare la strada in vista del nostro primo disco vero e proprio, che si aggirerà intorno alle dodici/quattordici tracce e su cui abbiamo intenzione di concentrarci per buona parte del 2014. L’attività live proseguirà, naturalmente, ma non dovrà ostacolare il lavoro in studio.

Non pensate che la musica italiana sia troppo legata o al solito cantautorato
tradizionale o al Rock alternativo anni’90? Perché nessuno osa?
Il nocciolo è uno: gli italiani non hanno gusto, non hanno apertura, non hanno il senso della sperimentazione e della novità, in niente; tantomeno ce l’hanno nell’arte e nella “comunicazione” (qualunque cosa diamine significhi ormai). Questo non cambierà, perché ogni nostro stimolo culturale è ormai marcito o compromesso. Riconosciamolo e mettiamoci l’anima in pace, cercando nel nostro piccolo di fare qualcosa innanzitutto per noi stessi, e poi per gli altri.

Chi è la grande truffa dell’Indie italiano?
E’ l’indie italiano a essere una truffa.

Romagnoli (Management Del Dolore Post Operatorio) ha provocato tanto al concerto del 1° Maggio fino a tirarsi fuori l’uccello. Pollice su o pollice giù? Voi cosa sareste disposti a fare per decuplicare il vostro pubblico?
Ci pare si commenti da sé… A noi interessa la musica, le troiate da bambini le lasciamo a chi le ritiene opportune per ottenere qualcosa.

Perché da artisti sconosciuti parlano quasi tutti di coerenza, odio verso il mainstream, necessità di esprimersi senza la ricerca del successo? Tutti o quasi giurano che non venderanno mai la loro musica per qualche euro in più ma come la fama si avvicina, l’atteggiamento sembra mutare? Ipocrisia giovanile, ingenuità o è il successo che ti divora e cambia l’anima?
Mantenersi “innocenti” completamente in questo mondo è impossibile, ed è spesso è inevitabile dover scendere a patti con situazioni e sistemi sgradevoli (in ovvia proporzione a ciò che si intende raggiungere); da parte nostra, possiamo solo assicurare che faremo di tutto per mantenerci fedeli ai nostri principi morali, ai nostri sogni (quelli non intaccati dalla merda imperante) e alla musica, che è la sola cosa di cui alla fin fine ci importi.

Ditemi quello che avrei dovuto chiedervi e non vi ho chiesto? Poi, se volete, rispondetemi.
Niente di particolare… Ci auguriamo solo di essere stati esaustivi. Alla prossima e grazie mille!

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Aperte le iscrizioni per AltrocheSanRemo Volume4

Written by Senza categoria

Ricordate la prima edizione del nostro concorso? Vinse un simpaticissimo cantautore campano, Martino Adriani. Poi toccò agli Alley e nell’ultima, appena conclusa edizione, è stata la volta dei Borderline, che come i primi, hanno presentato un classico Pop/Rock ricco di melodia.

Oggi apriamo ufficialmente le iscrizioni per AltrocheSanRemo Volume4 e la speranza è di trovare altri talenti come quelli scovati fino ad ora.

Per partecipare basta poco:

1. essere una band (o un singolo) emergente che faccia pezzi originali (niente cover)

2. mandarci un pezzo in mp3 che sarà inserito con altri 9 in ascolto sulla nostra home

Al termine, chi vince ha il banner per  un mese, un’intervista e/o recensione, pezzi in ascolto esclusivo in home e promozione.

Per iscrivervi scrivete (con allegato pezzo in mp3 e mini bio) a pizzicasilvio@virgilio.it o riccardomerolli@katamail.it ma anche rockambulawebzine@gmail.com

In bocca al lupo…

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AltrocheSanRemo Volume3. Vincono i Borderline.

Written by Senza categoria

Dopo l’ottimo inizio dei Twiggy è Morta sembravano essere i Johnny Freak i vincitori annunciati di questa terza edizione del nostro concorso AltrocheSanRemo Volume3. Ben presto però è iniziata la lunga fuga dei Borderline che una volta conquistata la vetta non l’hanno più lasciata fino ad oggi.

Sono loro a vincere AltrocheSanRemo Volume3 e presto potrete leggere nelle nostre pagine intervista e recensione, potrete ascoltare i pezzi e gustarvi il banner mentre noi penseremo a promuovere la formazione di Tolmezzo.

Sito Web Borderline

Classifica completa:

  • Borderline (36%, 126 Votes)
  • Johnny Freak (20%, 70 Votes)
  • Complesso Architettonico (20%, 70 Votes)
  • Deaf Cities (10%, 35 Votes)
  • Cambio di Rotta (7%, 26 Votes)
  • I Am The Distance (7%, 23 Votes)
  • Twiggy è Morta (5%, 17 Votes)
  • X-Ray Life (3%, 11 Votes)
  • 373°K (3%, 9 Votes)
  • Esma (2%, 7 Votes)

 

 

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Alley – Tales From The Pizzeria

Written by Recensioni

Perché Sanremo è Sanremo. Pararà! Cantava così il jingle del famoso Festival della Canzone Italiana. Il Concorso di Rockambula che ha appena decretato il suo vincitore però si chiama AltrocheSanRemo Volume2 e, per rimanere fedele al suo titolo, un jingle non ce l’ha. Possiede tuttavia una vera e propria colonna sonora: il disco del vincitore del concorso. Nel caso di questa seconda edizione il disco in questione è Tales From The Pizzeria degli Alley. Prima di procedere con l’ascolto, mi soffermo un attimo a pensare al titolo e cerco di immaginare cosa potrei mai aspettarmi da un disco che porta questo nome. Cosa saranno mai queste Storie Dalla Pizzeria? E soprattutto, ci sarà mai il modo di raccontarsi delle storie in una pizzeria considerando il rumore di piatti e la sovrapposizione di voci che caratterizza questo genere di locale? Sarà mica un disco fatto di rumore e nulla più?

E invece no. Tales From The Pizzeria comincia sottovoce, con un pezzo che si chiama “Welcome Back”, una canzone di benvenuto per  tutti, per chi suona e per chi ascolta. Alla prima chitarra, che con coraggio spezza il silenzio, si unisce il suono di tutti gli altri strumenti. Per ultima arriva la voce, suadente e decisa, a chiudere il cerchio. Finalmente posso rilassare i muscoli del volto racchiusi in un espressione di curiosità ed abbandonarmi all’ascolto. Non sarà un’accozzaglia di suoni, ma sarà Musica. Comincia a piacermi questa pizzeria. Il disco procede, tra una passeggiata (“Promenade”) e una corsa disperata (“Desperate Ride”), tra chitarre distorte in puro stile anni ’90 e un ritmo sostenuto: il sound della band è ormai chiaro, talmente chiaro che viene da chiedersi se le storie siano davvero finite tutte lì oppure o se ci sia dell’altro da raccontare.

Neanche il tempo di porsi la domanda che arrivano canzoni come “Madame Anvil”, “Brothers and Sisters” e “Joy” a cambiare le carte in tavola; il suono si arricchisce di nuovi elementi, le chitarre perdono le loro distorsioni e l’intero pezzo diventa più melodico. “Joy” ad esempio vanta anche un’introduzione che richiama un vero e proprio organo stile cattedrale. Dopo l’esplosiva “Super Cosmic Power Punch” ci si avvia verso la fine dell’ascolto. Il ritmo allenta la presa e tutto diventa più calmo, così come all’inizio del disco. Insieme a “Giona” anche la chitarra si spegne piano, le storie sono ormai finite. “Bordeaux”, bonus track del disco, è già un capitolo a parte.

Si chiamano Alley, che significa vicolo. Ma più che un vicolo la loro musica mi è sembrata una strada bella larga che fa viaggiare sicuri; una di quelle strade lunghe, che non vedono la loro fine, e sanno sempre dove vogliono arrivare.

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AltrocheSanRemo Volume3: Gabba Gabba Hey, si parte!!!

Written by Senza categoria

Siamo ormai pronti per la terza edizione del nostro concorso. AltrocheSanRemo Volume3. La prima è stata vinta dal cantautore campano Martino Adriani mentre la scorsa e seconda dagli Alley, che presto conoscerete molto bene nelle pagine del nostro sito. Per questa edizione c’è una importante novità. I premi sono gli stessi. Il banner per circa un mese, pezzi in ascolto, recensione e/o inteervista e promozione. La novità è che non si vota più tramite un sondaggio Facebook ma direttamente dalla home di Rockambula.
ATTENZIONE!!! Nel caso in cui dovessimo renderci conto che una band o i suoi sostenitori stiano palesemente “giocando sporco” la stessa band sarà esclusa dalla votazione. Il nostro concorso è fatto per mettere in mostra le realtà emergenti e non per premiare i “furbetti” che con mezzucci squallidi provano ad ottenere quello che con le loro qualità non riescono ad avere. Detto questo, non mi resta che augurarvi di vincere ma soprattutto di farvi notare. Le votazioni si concluderanno il 21/05/2013 alle ore 22:00 più eventuale recupero.

P.s. Ascoltate tutti i brani in gara e, se volete bene alla musica, votate il migliore.

IMPORTANTE!!! Potete esprimere fino a 3 preferenze diverse!
Ecco le band:

Johnny Freak – Da Frosinone, un quintetto che mescola l’esperienza Grunge anni ’90 al Rock moderno citando Dylan Dog.

Esma – Energie Svegliano Menti Assopite. Un trio torinese che viaggia senza schemi. Cantautorato, Elettrodubstep, Alt Rock, Grunge e ricordi anni ’60/’70.

373°K – Nati a Bologna dentro le mura del Dams e per le vie della città, i quattro musicisti scelgono la formula del classico Rock italiano, sulla scia di nomi illustri come Litfiba, Timoria e Negrita.

Borderline – Quattro artisti, tre ragazzi e una ragazza da Tolmezzo (Ud) e il loro Brit Pop tricolore.

Cambio di Rotta – Eclettica e affollata band pugliese che parte da una molteplicità di esperienze sonore per proporre un Indie immediato e gradevole.

Complesso Architettonico – L’essenzialità del Rock al servizio del divertimento. Tre amici, chitarra, basso e batteria. Una voce che dovete assolutamente ascoltare e testi folli, demenziali e tutti da ridere.

Deaf Cities – Indie Folk da Sarego (VI), Daiano (TN) e Milano. Alessandro Luisetto e Paolo Montagna ci regalano note semplici e semplici parole per raccontarci una storia senza troppe complessità.

I Am The Distance – Trio di polistrumentisti dall’hinterland pavese e Milano. Cantautorato, Rock, Folk, Country,  Cajòn e tanto altro.

Twiggy è Morta – Una delle band più in vista del panorama indie laziale. Certamente imparerete a conoscerli presto.

X-Ray Life – Giovanissima formazione veneziana, fortemente legata alla tradizione Grunge e Alt Rock anni ’90 fatta di Alice in Chains, Pearl Jam, Smashing Pumpkins, Stone Temple Pilots, Soundgarden e con una forte attitudine internazionale

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Aperte le iscrizioni per AltrocheSanRemo Volume3

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La seconda edizione del nostro concorso AltrocheSanRemo Volume2 è appena finita. I vincitori sono stati gli Alley, giovanissimo quintetto di Asola. Presto troverete tanto materiale sulla band nel nostro sito. Intanto sono aperte le iscrizioni per il Volume3 che avrà un’importante novità che vi sveleremo solo in seguito. Per partecipare basta poco.

1. essere una band (o un singolo) emergente che faccia pezzi originali (niente cover)

2. mandarci un pezzo in mp3 che sarà inserito con altri 9 in ascolto sulla nostra home

Al termine, chi vince ha il banner per 1 mese, 1 intervista e/o recensione, pezzi in ascolto esclusivo in home e promozione.

Per iscrivervi scrivete (con allegato pezzo in mp3 e mini bio) a pizzicasilvio@virgilio.it o riccardomerolli@katamail.it ma anche rockambulawebzine@gmail.com

In bocca al lupo…

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AltroCheSanRemo Volume 2: Vincono gli Alley

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AltroCheSanremo Volume 2 finalmente (ma non tanto!) è arrivato alla fine! I vincitori di questa edizione sono gli Alley! E’ stata da subito una lotta a due con i Psycho Frog, lo scarto di voti alla fine è stato minimo ma il popolo sovrano di facebook ha deciso che i vincitori questa volta sono gli Alley! A breve tante particolari cosette pubblicate su Rockambula ci faranno conoscere meglio e da vicino questa band.

Ecco la classifica del podio:

Primo posto: Alley
Secondo posto: Psycho Frog
Terzo posto: The Strange Situation

Sono già aperte le iscrizioni per AltroCheSanRemo Volume 3, una buona occasione per far conoscere la vostra musica, cosa aspettate contattate Rockambula!
Intanto ascoltate qualcosina dei vincitori, signori e signore gli Alley
http://www.youtube.com/watch?v=rndq7K62Pf0

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Martino Adriani (vincitore AltrocheSanremo Vol.1) guarda il video ‘Le physique du role’

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Martino Adriani è il vincitore di AltrocheSanremo Vol.1. Guardate il video ufficiale de ‘Le physique du role’…

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Martino Adriani

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Finalmente è pronta l’intervista con il vincitore della prima edizione del nostro concorso per band emergenti AltrocheSanRemo. Non dimenticate che è in corso la seconda edizione ma intanto godetevi le risposte di Martino Adriani.

Il primo vincitore del contest AltrocheSanremo; che opinione hai dei vari “concorsi” per artisti emergenti?
Credo che ce ne siano di validi e meno validi. Fino ad ora non avevo mai partecipato ad un concorso, contest o roba del genere. Dico la verità, son sempre stato un po’ scettico, pensando che la musica dovesse “emergere’’ in modi differenti. Inoltre,credo che molti siano pilotati…ma non è certo il caso di AltrocheSanRemo, che, per come è stato impostato su internet, ha garantito il massimo della trasparenza. Poi, l’ho vinto io, quindi..non può che essere valido!…Scherzi a parte, credo che i concorsi, quelli “fatti per bene’’, al giorno d’oggi siano per un emergente un ottimo mezzo per farsi conoscere da gente del settore e cercare di diffondere la propria musica ad un pubblico più ampio.

Parlaci del tuo ultimo disco…
‘’Non date retta a me’’ è un mini album, autoprodotto, composto da 6 canzoni.
Ho iniziato a lavorarci su nella primavera del 2012, dopo aver conosciuto Daniele Brenca, arrangiatore e musicista di gran parte degli strumenti presenti nel disco, per poi dargli vita il 13 agosto dell’anno stesso.
Per quel che riguarda i contenuti, i brani presenti, fondamentalmente, son figli di paranoie e di un “disagio sociale’’ di fondo. E ciò che ho cercato di fare, è stato trattare temi “delicati’’ con ironia e comicità, con spirito ribelle, a volte di denuncia, mantenendo costante quella leggerezza che sfocia spesso in paradossi e surrealità. Il tutto barcollando su un filo sottile, dove non si capisce bene dove sta la follia e dove sta la realtà. Spero di suscitare sorrisi negli ascoltatori, ma soprattutto la famosa domanda:
“Gli diamo retta???’’

Il cantautorato devi averlo nelle vene oppure ti puoi svegliare una mattina e avere l’ispirazione?
Credo che ci sia un percorso da affrontare, avere negli anni i giusti “maestri’’, che siano i grandi cantautori della storia, i grandi letterati o i grandi poeti.
E secondo me bisogna essere particolarmente sensibili, un po’ tormentati, decisamente narcisisti. Quindi si, penso che devi averlo nelle vene.

L’Italia intesa come sistema musica aiuta gli artisti nella tua situazione ad emergere?
Bah. Credo poco. Siamo nel tempo dei “Talent Show’’, in cui vengono creati e studiati ad arte “prodotti commerciali’’ differenti dal mio stile. Non mi è mai balzata l’idea di provare a partecipare a programmi televisivi come “Amici’’ o ‘X Factor’’, non perchè li condanni, anzi, credo sia troppo facile oramai dargli contro, ma semplicemente per il fatto che la mia musica e il mio modo di fare musica non credo siano adatti a tali show.

Cosa faresti se avessi la possibilità di cambiare le cose?
Cercherei di aprire al cantautorato nuovi veicoli di accesso, diversi rispetto alle più facili opportunità di emergere oggi offerte dal sistema musica italiano.
Tuttavia concretizzare tale idea mi vien difficile forse perché non vi è attualmente un’apertura orientata al ritorno e all’affermazione del puro cantautorato di una volta.

La tua musica è diretta a chiunque oppure vuole un pubblico preciso e selezionato?
Credo sia diretta a chiunque. E’ proprio quello il mio intento, far canzoni che possano risultare piacevoli a tutti. Almeno ci provo.

Come nascono le tue canzoni?
Non so dare una vera a propria spiegazione. Le mie canzoni nascono per caso. L’ispirazione viene e va, va e viene. A volte mi abbandona per mesi, ma quando ciò inizia a preoccuparmi, torna con decisione e mi catapulta addosso decine di lampadine accese, tanto da farmi consumare le molteplici Bic rimaste inutilizzate nel periodo “spento’’. Naturalmente, tutto ciò è figlio degli avvenimenti che giorno dopo giorno si presentano nella mia vita.

Raccontaci qualche episodio che vale la pena raccontare della tua carriera artistica ad oggi?
Nel 2007, esordii live nella piazza del mio paese con una canzone-filastrocca scritta a 13 anni, dal titolo “La mia vicina è pazza’’, che affrontava in modo assai comico il tema del “vicino di casa rompiscatole’’, un luogo comune, insomma. Essendo la piazza sottostante alla mia abitazione, la mia vicina di casa ascoltò dal suo balcone il brano, e la prese decisamente sul personale. Giammai avrei potuto pensare qualcosa di simile!
Fatto sta che la carissima signora, imbestialita più che mai, il giorno dopo si recò da un avvocato con l’intenzione di farmi causa, cosa che poi non fu portata a termine, ovviamente, per assoluta infondatezza delle accuse!!! Insomma, a 19 anni, al mio esordio, per “colpa’’ di una filastrocca scritta da bambino, son stato a rischio denuncia! Ne valeva la pena raccontarla, no?

Quali sono i tuoi ascolti giornalieri e quali influenzano la tua arte?
Sono influenzato da sempre dai grandi del cantautorato italiano, Giorgio Gaber e Rino Gaetano su tutti. Per quanto riguarda i miei ascolti, variano a seconda del mio stato d’animo. Ma tutto ruota sempre intorno al rock: da quello italiano, ove ad accompagnare le mie giornate da oramai un decennio ci sono i Marlene Kuntz, e il tempo mi ha portato ad avere un folle amore per Elio e le Storie Tese, a quello straniero, riscoprendo, ultimamente, Nick Cave e Patti Smith.

Meglio vendere dischi o fare tantissimi concerti? O entrambi? Perché??
Ovviamente, entrambe le cose. Ma dovessi scegliere, preferirei suonare come un matto qua e là: il contatto diretto con le persone è qualcosa di sensazionale.

La diffusione della musica su internet un bene o un male?
Anche se sono un po’ all’antica, ovvero tra quei pochi che ancora comprano i cd originali, credo che la diffusione della musica su internet sia un bene. Soprattutto per gli emergenti. Io stesso ho usufruito di tale vantaggio.

Perché qualcuno dovrebbe avvicinarsi alla tua musica? 
Un’amica mi disse tempo fa che quando era giù di morale, metteva le mie canzoni e gli ritornava il buonumore. Da lì scrissi una frase in “Non date retta a me’’(Brano che dà il titolo all’EP) ‘’Mi presento: sono un inventore ma solo di strofette che portano buonumore!” …Ecco perché dovrebbero avvicinarsi alla mia musica: le mie strofette cercheranno a tutti i costi di far sorridere. Chissà se ci riusciranno….ma non vale la pena provare???

In questo spazio puoi promuovere tutta la tua attività…
Vengo da un periodo in cui, fortunatamente, ho avuto modo di suonare abbastanza. Recentissime le esibizioni a Battipaglia in due fantastici locali a cui aspiravo da tempo , il Capri Jazz Bar e La Cruna dell’Ago, per ‘’Prove di Rock’’. Sono in trattativa per le prossime settimane per altrettante serate, tra cui l’esordio in quel di Napoli in cui spero molto. Ad aprile intanto, l’11 sarò al Tex Saloon di Cava dè Tirreni  per ‘’Democraticontest’’,  il 17 al Koy Tavern di Fisciano. E sarò in compagnia del mio attuale compagno di “duo’’, Daniele Brenca, con basso e contrabbasso.
Per quel che riguarda lavori prossimi in studio, a sei mesi dall’uscita dell’EP, sto iniziando a pensare ad un secondo disco contenente una decina di canzoni. Ad anticiparlo, un brano registrato in acustico, chitarra e armonica, intitolato ‘’Marlene’’ (Che tral’altro potrete ascoltare su Youtube). Mi ero prefissato l’uscita di quest’ultimo ad un anno esatto da quella dell’EP, ma, essendo andato incontro agli elevati costi dell’autoproduzione, credo che i tempi saranno un po’ lunghi. Spero di trovare un’etichetta, insomma. Ma se così non fosse, nessun problema, qualche mese in più e il lavoro sarà comunque fatto…ho una voglia matta di dare un proseguio a ‘’Non date retta a me’’!
Abbiamo parlato poi di contest, oltre al vostro appena terminato e vinto(Yuppiii!!), sono in corsa per il ‘’Democraticontest’’ di cui accennavo prima, e per l’ “Ecomusic Festival’’, progetto interessante creato dall’associazione di Agropoli Panico Art. Possibilità di finanziamenti e di aperture di concerti importanti le poste in palio.
Altro progetto iniziato di recente con l’amico cantautore Martin Devil, è quello di omaggiare con svariate cover i grandi cantautori della musica italiana che più amiamo in una “rassegna’’ a cui abbiamo dato il nome di Lunedì d’autore La prima canzone, “Genova per noi’’ di Paolo Conte
Ora lascio un po’ di miei contatti…
La mia OfficialPage su Facebook, eccola qui.
Il mio canale Youtube…voilà.
Il mio MySpace (Che però non uso mai).
La mia mail: Martinokk@libero.it
Ah, se avete voglia di guardare i miei due primi videoclip ufficiali:
Marika Discarica (Video completamente improvvisato durante la manifestazione contro una discarica follemente progettata nel Parco Nazionale del Cilento)
…. Le physique du role (Video della canzone vincitrice del concorso, che con varie scenette racconterà il mio fantastico rapporto con lo sport)

Ciao Rockambula! Oh…Yeah!

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AltrocheSanRemo Volume 2: si parte!

Written by Senza categoria

Ha finalmente inizio la seconda edizione di AltrocheSanRemo.
AltrocheSanRemo Volume 2.
Vi ricordiamo che la votazione non avverrà sul sito, dove invece potrete ascoltare i brani, ma sulla nostra pagina Facebook.
Dunque non vi resta che cliccare play in home, andare sulla nostra pagina e votare il vostro pezzo preferito nel sondaggio che troverete nella parte alta della bacheca. La votazione cesserà il 14 Aprile 2013 alle ore 21:00. Il vincitore avrà il nostro banner a disposizione per 30 giorni, pezzi in ascolto in home, recensione e/o intervista e promozione. Vi ricordo che potrete modificare in qualunque momento il vostro voto.

Di seguito trovate una brevissima presentazione degli artisti partecipanti.

Gecofish – Giovanissima band di Cantù che spazia tra Pop, Rock e Grunge. Un solo full lenght all’attivo ma tanto sudore da palco.

The Strange Situation – Da Parma, una miscela di carica Rock e delicatezza tipica del Pop italiano.

Maneggiare Con Cura – Sonorità post metalliche e cantato in italiano. Un matrimonio sorprendente da Lucca.

Consenso – Duo milanese che cerca il Pop attraverso la strada degli artifici elettronici.

Iacopo Fedi & Tha Family Bones – Band marchigiana dal sapore Blues stagionato ma sempre invitante.

Alley – Quintetto di Asola (Mantova) che propone rock alternativo dalle mille sfaccettature.

Eugenio Rodondi – Cantautore dalla voce sorprendente che vi ricorderà la magia di Faber.

Psycho Frog – Da Mola di Bari, uno tsunami Garage, Psychedelic, Wild Teen Punk ’60, Blues e Proto-Beat.

Droning Maud – Post Rock pregevole e trasudante magia.

The Old School – Blues e Rock’n Roll, da ballare, cantare e sudare.

Non vi resta che ascoltare, andare sulla pagina Facebook e votare.
Alle band, in bocca al lupo.

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