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COLORfest 3: appuntamento al Parco Mitoio il 2 agosto

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Per la III edizione sul palco i Verdena, The Soft Moon e IoSonoUnCane

Lamezia Terme – Torna, per il terzo anno consecutivo, il COLORfest, ormai diventato un consueto appuntamento dell’estate di respiro nazionale per gli amanti della musica e delle arti indipendenti, con un’edizione che non mancherà di sorprendere. L’appuntamento è fissato al 2 agosto 2015 nella splendida cornice del Parco Mitoio di Lamezia Terme: l’anfiteatro, immerso in 250 ettari di macchia mediterranea è la location consolidata dell’evento, ai cui piedi sorgono le terme naturali di Caronte. Ad esibirsi come headliners ci saranno i Verdena, The Soft Moon e IoSonoUnCane, unica data in Calabria per i loro tour estivi. Altra novità di questa edizione l’allestimento di due palchi sui quali si esibiranno anche i Camera 237, i Dissidio, La Fine, Alessio Calivi e i McKenzie. Il 2 agosto si comincerà alle 17 e si proseguirà fino a notte fonda: dopo i live, infatti, si continuerà la giornata di festa fino al mattino con i dj set di Fabio Nirta e Daniele Giustra. Non solo musica, comunque, perché il COLORfest si riconferma una rassegna di tutto ciò che concerne l’arte: a cornice della manifestazione ci saranno mostre fotografiche, di pittura e gli stand dei partner dell’evento. COLORfest, infatti, continua la sua sinergia con altre realtà come 2BePop, BeAlternative, Suoni Pindarici, Radio Flo, Manifest, Curinga Music Festival, Turnover e La Sila Suona Bee. Riconfermata, inoltre, la possibilità di campeggiare o di pernottare nei bungalow del ColorCamping di Torre dei Cavalieri, per allungare piacevolmente il soggiorno in uno degli scorci più belli di tutta la Calabria.

È già possibile acquistare online il biglietto per il COLORfest 3 su www.inprimafila.net mentre i punti vendita regionali apriranno da venerdì 26 giugno.

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Una “Storia Stonata” è il singolo di Alessio Calivi

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Il singolo che anticipa il secondo disco di Alessio Calivi (Sirene Vetri Urla e Paperelle, in uscita il 7 Aprile per Manitalab/Self) è una noise ballad dal sapore new wave. Una “Storia Stonata” ambientata in un deserto urbano: la solitudine e lo scorrere inesorabile del tempo (i treni che viaggiano pieni di gente e storie che possiamo solo immaginare); il rimpianto di una storia d’amore mai sbocciata; Il rammarico e la rabbia di non aver fatto quel piccolo passo per averla. E’ la “Storia Stonata”, dalla vocalità rock armoniosa ed espressiva, di un viaggio verso un futuro incerto. Il protagonista afferra la camera con uno slancio rabbioso, nell’estremo tentativo di riprendere le redini della sua vita mentre “l’oggetto del desiderio” scompare verso una luce accecante

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Recensioni | dicembre 2014

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The Sticky Fingers Ltd. – The Sticky Fingers Ltd.  (Hard Rock, 2014) Voto 7,5/10

Modena, 28 ottobre. Il debutto, la rissa, il delirio. Arroccati in quel di medievale, i vignolesi, sotto il falso nome di The Sticky Fingers Ltd., ben pensano di riadattare un sound di fine anni 80 ai giorni nostri e lo fanno attraverso l’omonimo album. Un debutto di tutto rispetto, meritevole di molte attenzioni e capace di donare intense esperienze d’ascolto.

Kong – Stern (Industrial, Prog Metal, 2014) Voto 7/10

L’Olanda, si sa, racconta sempre ottime storie. Una di queste è Stern, ottavo album di una band che sembra voler trasmettere emozioni contrastanti e schizofreniche. Dance, Prog, Industrial e chi più ne ha più ne metta a formare i Kong, una delle scelte maggiormente interessanti sulla piazza.

Gianluca Mondo – Petali (Cantautorato, Blues, 2014) Voto 6,5/10

Un cantastorie sofferente per prolissi racconti che scavano dolori provinciali, notturni, esistenziali. Tra Vinicio Capossela e le Sacre Scritture, nella sporcizia di vite oblique, chitarre ruvide, voci rauche. Una scrittura ritmica, secca e visionaria, un disco denso.

Again I Hear – The Illusion of Choice (Hardcore Melodico, 2014) – 6,5/10

A cavallo tra NOFX e No Use for a Name, questi ragazzi siciliani fanno loro il verbo dello Skate ‘N’ Roll. Nulla di originale ma maledettamente californiani.  Per gli amanti del pogo e per chi è ancora fortemente legato al glorioso Punk degli anni 90.

Miscellanea Beat – Powerfluo (Acoustic Pop, 2014) – 6/10

Gionata Costa (violoncellista e membro fondatore dei Quintorigo) e Massimo Marches (chitarra e voce delle Officine Pan), rileggono in chiave acustica quattordici classici del Pop. L’esperimento è gradevole e ben confezionato. Gli inguaribili nostalgici possono iniziare a preparare i fazzoletti.

Retrolover – La Coscienza di Sé (Indie Rock, 2014) Voto 6/10

Se i Diaframma degli inizi si reincarnassero oggi, forse suonerebbero un po’ come i Retrolover. Rock moderno, quasi Post Grunge con venature talvolta Dark e New Wave; come dire, un pugno e una carezza espressi in musica. Un sound pulito e sporco al tempo stesso che pecca solo di originalità.

Gaspare PellegattaL’Amore in Ventiquattro Brioches Pt.1 (Lo Fi, 2014) Voto 6/10

Canzoni per un amore finito di un pittore/menestrello che dipinge brioche che s’accoltellano. Produzione casalinga, qualità conseguente. La poca originalità e la sensazione opprimente di malcelata paraculaggine sono in parte compensate dalla simpatia di Gaspare e delle sue belle brioche assassine.

Fabrizio Basciano – KLAR (Dream Pop, Electro Pop, 2014) Voto 5,5/10

Qualche episodio fin troppo anacronistico e tanta Elettronica memore del più intenso Franco Battiato. Questo è il quarto lavoro del calabrese Fabrizio Basciano che non disdegna atmosfere eteree su melodie Pop per confezionare un disco gradevole ma con poche idee e coraggio.

Impression Materials – Dry (Acoustic Rock, 2014) Voto 5,5/10

Dietro questo progetto targato Costello’s c’è il nome di Elli Stefano, cantautore (in lingua inglese però) che miscela Blues e Folk yankee in un Rock acustico senza troppe pretese.

Alessio Calivi – Sirene, Vetri, Urla e Paperelle (Post Rock, 2014) Voto 5/10

Il secondo album di Alessio Calivi è carico di atmosfere cupe ed inquiete, accompagnate dalla voce del cantante grave e rabbiosa. Tutte le tracce sono coerenti al concept dell’intero album e anche per questo è un prodotto valido che tuttavia suona come datato e già sentito, ricordando le produzioni Post Rock in voga a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila.

Flag of Estonia – Flag of Estonia (Post Rock, 2014) Voto 4,5/10

Per i veronesi un nuovo Ep all’insegna del Post Rock standard che più standard non si può. Poca carne al fuoco, voce a tratti inascoltabile e nulla di trascendentale in quanto a stile e capacità non aiutano ad andare oltre la vecchiezza del sound.

Bzzzz… – Oneiros (Ambient Drone, Avantgarde, 2014) Voto 4,5/10

Alberto Tanese è il chitarrista del Power Noise duo CAPase ora solista autore di questo Oneiros, opera di avanguardia fatta in casa che mira a portare l’ascoltatore dalla fase di veglia a quella r.e.m.. Gli Oneiroi del resto sono quei tre fratelli, tra i quali Morfeo, che nella mitologia greca personificano i nostri sogni. L’opera è audace, forse un po’ troppo ambiziosa ed anche semplicistica e ripetitiva, ma certamente potrà riuscire nel suo intento, se ad accoglierla saranno anime ben disposte. Droni e chitarre soffuse si alternano per sette pezzi e oltre trenta minuti, senza voce e pochissima melodia. Come l’ipnosi, Oneiros funziona solo con chi ci crede ed io non ci ho creduto veramente.

New Jersey Quay – La Banchina del Jersey (Folk Blues, 2014) Voto 4/10

Per il quartetto capitolino un Ep d’ispirazione Folk Blues cantautorale statunitense ma cantata in italiano, che più che somigliare ai grandi maestri yankee Dylan e Springsteen finisce per imitare il peggior Rock cantautorale de noantri. Il tutto suonando tanto fuori dal presente, quando lontano dalla realtà.

Cato – Cato (Pop Cantautorale, 2014) Voto 3/10

Questi sono i danni collaterali di una sbornia di Indie Pop. Voce improponibile, testi (in italiano) inutili, melodie sbagliate, arrangiamenti dozzinali e suoni da dimenticare. Bello che ognuno possa avere il suo spazio per esprimersi ma poi becchiamoci il lato negativo della cosa.

Sandro Tognazzi – The Dark Side of Sandro (Electronic Blues, 2014) Voto 1,5/10

Sorvoliamo sul titolo e pure sulla copertina fatta col paint. Ma che cazzo di roba è? Perché ho perso dieci minuti della mia vita così? Chi me li ridarà quei dieci minuti. Non è divertente, non è sconvolgente, non è cinico, non è cattivo, non è provocatorio, è una perdita di tempo di quelle che ti fanno incazzare come un lavavetri insistente.

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