Rekkiabilly – Banana Split

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Dal tacco d’Italia i ritmi impomatati, ribelli e travolgenti dei Rekkiabilly ritornano con tutti i loro carichi mutanti ed eclettici a sonorizzare questa estate “coloniale”, e arrivano a bordo del secondo lavoro discografico, “Banana Split”, un dieci tracce di inediti e due splendide rivisitazioni di Mike PedicinBurn toast and black coffe” qui ribattezzata in italiano “Toast e caffè arrosto” e “Six by six” di Earl Van Dykeche, che una volta messe su di uno stereo esplodono in una festa scatenata, un’incontrollata isteria di gusto che si slurpa swing, jazz, black-brio Motown, country e rockabilly in un tempaggio che sembra non aver mai fine, che non conosce stanca o piegamenti.

Un bell’universo questo del combo pugliese, una caliente dimostrazione che senza inventare niente, senza arrancare su innovazioni stilistiche o far finta di essere pionieri di un qualcosa si possono “fabbricare dischi” che non hanno nulla da invidiare a cosa, loro riesumando anni post-guerra, balere per only-nigger, idiomi shouters, e ska-tenamenti a go-go fanno trame soniche sussultorie straordinarie per corpi dinoccolati e respiri affannati, e la forza di cotanta energia sta anche nel riverbero onnipresente di una verve caustica che scorre nella tracklist come una linfa di out-poetry; difficile non innamorarsene al primo giro, il disco – con gli spiritelli di Buscaglione e Paolo Belli che sghignazzano dietro le quinte – offre multiformi declinazioni per altrettanti piaceri sonori, tutto per tutti, nessuno escluso, tracce libere dalle pastoie commerciali, mood immarcescenti e rapsodie che sembrano uscire da una lontana Radio Geloso in bachelite di un allora “domenica da salotto buono”.

C’è spazio per lo slogamento rockabilly dalla cicca che penzola dall’angolo della bocca “L’astronauta”, il clubbin-swing di “Banana split”, le atmosfere free-scat che colorano in bianco e nero “Notte, notte, notte” o l’ubriacatura western “Il compare”, e tanto altro da sintonizzare in un ascolto godurioso e degno di un soundtrack per un film di Woody Allen, un disco che gira e fa girare la testa con complicità e strizzate d’occhio.

Un Banana Split fa sempre piacere, specie se fresco e aromatico, se poi ci si mette sotto questo cromatico sentire, ogni tentazione a restare fermi va a farsi letteralmente a friggere.

Last modified: 30 Luglio 2012

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