Quello che Rimane: Minus. Log

Written by Articoli

Che siate artisti o meno, appassionati o meno, innamorati o meno, curiosi o meno, facili all’entusiasmo o rigidi pezzi di marmo, ci sono alcune espressioni artistiche che riescono a coinvolgere la totalità, o quasi, dei sensi, tanto da rendere impossibile la vostra immobilità cerebrale. Ho un debole per un certo tipo d’installazioni, devo ammetterlo, ed è per questo che sono rimasto entusiasta ogni volta che ho visitato il MACRO e per lo stesso motivo il mio sguardo lasciava trasparire un maggiore grado di soddisfazione una volta messo piede fuori dal Centre Pompidou piuttosto che dal Louvre. Non è mia intenzione, certo, paragonare le immortali opere presenti nel più grande museo al mondo con quelle più o meno moderne presenti nelle citate gallerie d’arte moderna come non potrei mai paragonare Mozart a Brian Eno, Beethoven agli Arcade Fire ma, in fondo, non avrei neanche i mezzi, non essendo io critico d’arte, per darne un giudizio in tal senso. Quello che posso limitarmi a fare è cogliere la bellezza che, in questo caso, trascende la pura magnificenza estetica e l’ostentazione del tecnicismo, ma è, per l’appunto, una bellezza fatta di sensazioni, una bellezza che si può cogliere solo attraversando la luce, le ombre, la musica e le geometrie.

minus3

Quello che rimane è la prima personale (curata da Martina Lolli) di Minus.log collettivo che forgia le sue opere mirando a un minimalismo che tocca l’aspetto visuale e quello uditivo soprattutto. Tra le diverse opere che troverete nel Museolaboratorio sito in Vico Lupinato, 1, 65013 Città Sant’Angelo, Abruzzo, (aperto in questi giorni dalle 18:00 alle 22:00) ci saranno installazioni audio-visive, appunto, ma anche lavori pittorici, e altro, il tutto realizzato congiungendo l’uomo e la tecnologia. A dare valore aggiunto all’esposizione, la location sensazionale, un labirinto di pavimenti di mattoni e stanze di varie dimensioni, candide e rilassanti, in perfetta sintonia con quanto manifestato. Il filo conduttore della mostra, se proprio vogliamo fornirne uno, è l’errore umano posto in contrapposizione e scambievolezza con la perfezione del digitale; il tutto crea un clima disteso, in cui la nostra mente si ferma a contemplare un accadimento che potrebbe non avvenire mai trascinandoci in un’eterna ripetizione dell’attimo. Ed è proprio questo momento in cui il tempo sembra sospeso che l’uomo può riprendere se stesso dall’impazienza generata proprio dalla tecnologia che, tuttavia, non è mai mostrata in chiave contrastante ma piuttosto come un surplus capace di aumentare le nostre percezioni.

minus2

Se saprete perdervi in tutto questo, se riuscirete ad abbandonarvi seguendo le linee geometriche che sullo schermo, nascono e svaniscono sulle irregolarità delle pareti, se saprete sciogliere le preoccupazioni, le ansie e le tensioni, lasciandovi penetrare dalla musica e dalle vibrazioni, se saprete trovare il punto di osservazione ottimale per cogliere la profondità espressiva di ciò che state vedendo, riuscirete ad andare in profondità nella vostra mente, a scovarne lati nascosti in cui sono racchiuse emozioni, sensazioni, desideri e paure che probabilmente la parte conscia di voi cerca di soffocare ma non riesce e non riuscirà mai a cancellare. Se riuscirete a fare tutto questo, per qualche minuto vi sentirete liberi.

Last modified: 20 Febbraio 2019