Morris Goldmine – Blackout

Written by Recensioni

Il triage elettrico di questa band, i Morris Goldmine mostra veramente l’anima profonda del rock in tutte le sue declinazioni, un radicamento ed una compenetrazione nel mito sonoro cha ha buon gioco nello stilare una sintesi tra hard blues, freschezze brit, trucioli garage e molta ma molta old-school americana completa di emissioni ed ampere febbricitanti che nel disco di debutto “Blackout”, ne da subito un assaggio in “What do you think” dove rimette in luce le cavalcate hard-southern degli inossidabili Aerosmith. Ed è un disco che decisamente fa bella mostra di sé, spacca di brutto, con un suono corposo, evocativo, con un uso sapiente di distorsori e ritmi che tengono alta l’attenzione per tutta la durata della tracklist.

Sei brani in scaletta per un richiamo sonoro che sfodera tutto il suo fascino “emergente” sia con adrenalina che con dolcezza, un’impressione generale e di gruppo che, senza mischiarsi in territori indie last generation, scorre senza intoppi e nel più esaustivo eclettismo d’ascolto; non un disco di trasformismi, piuttosto un disco di riferimento e recupero – inteso non nella sua accezione – ad una certa estetica ribelle e fondamentalmente della sua carica espressiva e di contatto; infatti le dimensioni sonore che gravitano qui dentro vivono nello sporco della Bowery Street del CBGB’sWhat’s my name”, bazzicano aree brit-pop “So good”, l’interstellar overdrive di un acido basico psichedelico “Blackout”,  graffiano il nuovo cantautorato americano amplificato “Alice” o il clash sound di Liverpool “Feel like dance”, praticamente un bel primo passo discografico che racchiude al suo interno un mondo variegato, una esplorazione effettata costantemente in bilico tra pregio e ottima roba che produce suono.

Il trio di Vallo della Lucania esce con un prodotto suggestivo, calibrato per far stare sulle spine chiunque, e ora aspettiamoci da loro una prossima scossa elettrica che colpisca quando uno non se lo aspetta minimamente, le forze ci sono, il tocco professionale e lo spirito immolato per gli isterismi dei jack pure, dunque rimane solo puntare forte su questa formazione di razza e sul loro modo caleidoscopico di intendere la sacralità del buon rumore!

Last modified: 22 Agosto 2012

One Response

  1. tony senza ha detto:

    questa band è già leggenda!!!! micidiali altro che modà e cacate simili w i morris!!!!

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