Lilia – Clepsydra I

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Sembra che la vita sia un viaggio bizzarro dove non sempre ci è dato scegliere la direzione in cui andare, anzi, a volte sembra che i nostri desideri più grandi risiedano in luoghi inaccessibili. Dove la realtà non riesce ad arrivare, però, può condurci l’immaginazione, accompagnata magari dalle note. La musica di Lilia Scandurra, in arte Lilia, ha proprio questo effetto benefico sull’anima; riesce a spalancare le porte di un mondo immaginario e trasportarti verso luoghi che la realtà non riuscirebbe a raggiungere. Clepsydra I è il terzo lavoro in studio dell’artista pescarese; un concept album registrato presso i Trixity Productions Studios di Colonnella. Proprio come i Two Fates, suoi mentori, Lilia si avvale dell’aiuto del digitale, dell’utilizzo di synt, tastiere, Ableton e loop, anche se da questi ultimi si discosta per via di una spiccata predilezione per il mondo elfico e fantastico, tanto da indurla a definire la sua musica “elf-tronic”. Sono nove le tracce che compongono l’album in cui si racconta la storia del pianeta Clepsydra, i cui coraggiosi abitanti sono minacciati dall’invasione di demoni, portatori di una malattia che lascia i clepsydriani in una sorta di morte apparente. Il singolo “The Game” ed il video che l’accompagna, attraverso una storia di amanti costretti a ricordare i momenti della loro storia d’amore senza poterne vivere la passione, raccontano proprio della malattia di cui gli abitanti sono affetti. Il coraggio dei clepsydriani viene espresso con brani che evocano speranza, come la delicata “Iridescent Lilium”, “Niark” dalle influenze orientali e “Empress Moonchild”, dove la voce della giovane Luna contrasta con tastiere e sezione ritmica. Oscurità e inquietudine sono invece espressi in brani più cupi, come “Clepsydra” e “Artemis Invasion (Deckard)”, per raggiungere l’apice con “Moyen Age”, dove la voce abbandona a tratti le lunghe linee melodiche e si presta a cori che evocano urla di disperazione. Sebbene l’intento sia quello di creare un dualismo luce/tenebre, malattia/salvezza, tale contrasto non è mai netto. La musica di Lilia ha il potere di prenderti per mano e condurti in alto verso luoghi fantastici, dove è difficile pensare che possano esistere sofferenza e dolore, sentimenti appartenenti alla cruda realtà e che nessuno mai vorrebbe in un mondo immaginario. So bene che sarebbe troppo chiedere a Lilia di scendere in questo mondo e farsi contagiare dalle nostre inquietudini, ma sarebbe interessante se riuscisse anche solo a sfiorarci e poi raccontare con la sua voce, le sue melodia, la sua tecnica, le nostre misere vite, dove la realtà è fatta di giorni stupendi ed altri orrendi, ma che in ogni caso sa essere spiazzante, imprevedibile ed interessante, anche più dell’ immaginazione.

Last modified: 10 Aprile 2015

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