Le Carte – 100

Written by Recensioni

Formalmente “100”, il nuovo disco della band Le Carte, è un disco impeccabile, tutto giocato sul filo di lana di un rock dinamico, asciutto dai colori bronzati, scuri, sgolato a giugulare gonfia, ma che anche dopo svariati laps d’ascolto convince a metà, troppo ancora legato ad un suono e ad una movenza di vecchio stampo, vengono a mancare le emozioni fresche, in poche parole e senza girarci intorno, quasi un porridge riscaldato che può salvarsi in qualche circostanza annidata nella tracklist, ma sostanzialmente sì, un insieme di rock già sentito milioni di volte e che quindi scorre sotto il lettore ottico come una ventata in cerca di uno sfogo qualunque.

Il trio pugliese, Lorenzo Forte voce/basso, Eleonora De Luca voci/batteria e Roberto Mangialardo alla chitarra, nel corto giro di undici tracce, ci da sensazioni epiche e melodiche che scrutano nel buio di una umanità alla frutta, dei baratri sociali e di rapporto logori, sfilacciati, a tratti paranoici, uno scroscio costante di elettricità e vigore che si aggrappa a dolori e domande “L’ultimo giorno sulla terra”, strappa pelle agli anni Settanta tricolori della Formula Tre nell’ottima “100”, fa shuffle convulso e molto shaker’s “Vinili e dischi”, si avvicina pericolosamente ai Marlene tanto da farne una collisione vera e propria “L’aria qui intorno” mentre – e può sembrare un caso? – la traccia che porta al top questo disco de Le Carte è proprio una traccia non scritta da loro, una traccia stupendamente rivisitata che è poi “Mio fratello è figlio unico” del divino Rino Gaetano, traccia che accoppiata alla intimità agrodolce e bella di “Periferia” fanno urlare Peccato, si poteva fare di più, veramente fare di più e uscire dall’impasse – dal momento che le armi soniche la band ne ha e molte – che li incastra a cose che, distaccatamente testate, oramai fanno ricordo al quadrato.

Last modified: 26 Settembre 2012

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *