Jexno – No Fun

Written by Recensioni

Pop per chi solo a sentire la parola pop inizia a vomitare.
[ 05.02.2021 | autoprodotto | noise pop ]

Il suo nome è Dean, la sua musica si chiama Jexno e arriva dal Michigan ma no, non stiamo per parlare di quello che state pensando. Certo, in questo No Fun c’è tanta emotività e i brani non fanno altro che raccontare la tristezza di un periodo tra i più sconfortanti di sempre per l’umanità tutta ma questo e poco altro collegherà Jexno ai suoi colleghi Midwest emo.

Mai come prima, il musicista di Romeo prova a costruire architetture pop per le sue emozioni, ed il risultato è strabiliante e credibile anche quando è palese e dichiarato l’intento di aver un maggiore o migliore o diverso rapporto col suo pubblico (Ccccc Me, Origami e Hollywodo).

Quasi come se Dean cercasse la strada per far sì che dalle sue canzoni noi potessimo avvicinarci davvero a lui, e cosi amplificando quel senso di solitudine intrinseca ad ogni artista che prostituisce la sua arte consapevole della mercificazione dei suoi sentimenti eppure bramoso di un rapporto più intimo con chi poi ne fruisce.

***

Tralasciando discorsi più grandi di noi, No Fun è un disco molto meno rumoroso dei suoi precedenti, in cui si passa da brani spassosi a melodie stravaganti senza troppi fronzoli. Un disco in cui il frastuono è solo accessorio e tutti gli elementi, power pop, bit pop, slacker e indie sono alternati naturalmente e amalgamati dalla vena cantautorale di Jexno (azzardato il paragone con Conor Oberst?), mai ispirato come ora e in grado di richiamare alla mente Guided by Voices, Car Seat Headrest (non a caso ha pubblicato tre anni fa un personale Twin Fantasy Cover Album) e Weezer ma con un fare scanzonato unico nel suo genere.

Un enorme passo avanti per Jexno, una marea di canzoni in grado di distenderci e divertirci, farci sentire soli e ansiosi ma anche desiderosi di qualcosa di più di ciò che la vita ha da offrirci, con atteggiamento agrodolce, una voce forte e passionale e un sound tanto afflitto quanto potente ed evocativo. Difficile descrivere un disco come No Fun ma ciò che colpisce è l’unicità scaturita da materiale non troppo originale, bassa fedeltà prodotta attraverso mezzi diversi che può lasciare l’amaro in bocca per una sorta di “occasione persa” da alcuni pezzi dal potenziale commerciale immenso ma che danno come l’idea di mancare di quel qualcosa per potersi fare buone per tutti.

A noi di questo frega un cazzo, che se dovessi pensare alle classifiche e al successo dovrei bruciare il novanta per cento dei miei dischi, e ad oggi ciò che mi gira tra le orecchie è il miglior disco pop, a suo modo, che potessi aspettarmi. Pop per chi solo a sentire la parola pop inizia a vomitare; ma stavolta rigurgiterete arcobaleni pixelati male.

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Last modified: 10 Giugno 2021