Japan Suicide – We Die In Such A Place

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Scuro, cupo e ossessivo il secondo disco dei Japan Suicide, quintetto di Terni che fonde aggressività elettrica e foschia di riverberi in dieci brani di Darkwave abbastanza prevedibile ma cesellata alla perfezione nei suoi mille angoli di voci distanti e batterie gonfie, bassi cordosi e soundscape inquietanti. We Die in Such a Place (titolo dai rimandi letterari: da Javier Marias e Shakespeare) è una cavalcata buia e disillusa, “rifiutando ogni consolazione e ogni inganno, prendendo parte all’infelicità umana con lo spirito della resistenza, della cura”. Questa emotività si percepisce qua e là nella prova vocale di Stefano Bellerba che riesce a disincagliarsi dalla piattezza così angosciosa a cui spesso si appoggiano i cantati del genere. Un disco che funziona di più quando prende la strada del Noise e della distorsione gonfia (alcuni tratti di “Naked Skin”, ad esempio), un po’ meno quando suona come altri cento(mila) dischi simili. A conti fatti, una bella prova di aderenza al genere, ma che difetta in originalità.

Last modified: 13 Aprile 2015

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