Indastria – I Giorni Del Pelo

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Gli Indastria sono una delle band più esplosive ascoltate in questo tremendo e nauseabondo anno, vi presento il loro disco I Giorni Del Pelo. I Giorni Del Pelo prende ispirazione almeno nel nome da una festa alcolica organizzata qualche tempo prima dal chitarrista mentore Francesco  Casagrande, avere pelo significa essere molto resistenti alle ubriacature, infatti nella cover del disco è raffigurato un orso polare come simbolo più rappresentativo dell’avere “pelo”. Una festa a base di pelo potrebbe essere intesa in maniera diversa ma ognuno è libero di portare il proprio pelo come desidera. Ok, parliamo del disco. All’inizio avevo il sospetto molto concreto di trovarmi davanti al classico lavoro demenziale e coglione al quale dovevo dedicare anche del tempo per apprezzare la stupidità, per trovare un inesistente motivo per consigliare il disco, per fare il critico alternativo dei miei coglioni. Cazzo (e qui ci sta veramente tutto intero), I Giorni Del Pelo è una bomba! Gli Indastria sono troppo potenti, un lavoro direi quasi esemplare, quello che non ti aspetti di ascoltare tutto d’un tratto ti arriva addosso come un tir impazzito. Musica matta che ti conquista subito e ti spacca il cervello, testi spaventosamente geniali, provate ad ascoltare Orso Polare Droga e poi cercate di spiegare se l’alternativa e tanto super considerata scena italiana sarebbe riuscita a tirare fuori un pezzo così. Il disco composto da dieci pezzi certamente non riesce a reggere il ritmo per l’intera durata de I Giorni Del Pelo, non sarebbe umanamente possibile e loro sicuramente non sono i Tool ma evidenziano una naturale vocazione al caos. Sono molto stoner/punk incazzati e sono talmente fighi che quelle canzoni le potrebbe cantare anche mio nonno, sullo stile delle vecchie punk rock band italiane ma molto ma molto più duri, potrebbero aver preso lezione dal primo Teatro degli Orrori.

Cercateli su facebook e scaricatevi gratuitamente il disco, vi renderete conto che non si mangia solo merda in Italia. Adesso che la foga dell’impatto iniziale è passata lasciamo scorrere qualche minuto e rivediamo il disco degli Indastria con una migliore lucidità. Sempre la stessa cosa, un tir impazzito che mi passa sopra. Certamente più che alla tecnica gli Indastria devono ringraziare la potenza che riescono a sprigionare, non è poco e soprattutto non è da tutti e per questo motivo sono rimasto colpito in maniera positiva da questa band, spero di non sbagliarmi ma la semplicità quasi sempre è alla base delle cose belle. Loro attualmente sono tra i più belli e semplici che potevamo aspettarci di incontrare.

Last modified: 7 Dicembre 2012

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