Haunted Disco – Gnossienne

Written by Recensioni

Foktronica in bassa fedeltà come manifesto di un’anima tormentata.
[ 31.10.2020 | Speak & Spell Records | hypnagogic pop ]

Qual è la prima cosa che vi viene in mente leggendo il termine “gnossienne”? È inevitabile che la vostra mente inizi un pindarico volo che vi porterà sulle note delle danze del grande Erik Satie composte sul finire dell’Ottocento. Del resto, fu lo stesso Satie a coniare tale termine e sfuggirà ai più quale collegamento possa esserci tra il compositore francese e Haunted Disco, un musicista hypnagogic pop statunitense contemporaneo.

Cercheremo di scoprire qualcosa di più ma, al contempo, mi fermerò qui sulle divagazioni sia sulle opere di Satie che suppongo siano cosa nota per ogni amante di musica che si rispetti, sia sulla definizione di hypnagogic pop, genere di cui abbiamo avuto modo di parlare spesso e in maniera approfondita e dunque, ormai stile noto anche al pubblico più refrattario.

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Torniamo invece a scoprire chi ci sia dietro questo moniker e il suo nuovo lavoro. Matthew McMurry, artista di Little Rock, in grado di farsi notare nell’universo glitch già nel suo esordio full length nel 2013 Enter Through the Exit, e poi in opere successive, come il più ammiccante alle sonorità pop Goner, o ancora nelle più attuali aperture downtempo che forse hanno visto ampliarsi non solo il giudizio critico ma anche il numero di ascolti.

Haunted Disco è musicista (può essere considerato sia in questa accezione sia come band, se vogliamo) in grado di scandagliare diverse anime dell’elettronica, tutte però riconducibili agli aspetti più misteriosi, introspettivi, eterei e surreali e qui non saremo smentiti. Gnossienne è un lavoro che spazia dai generi già citati all’ambient passando per la folktronica costruita anche attraverso l’utilizzo di strumenti quali kalimba, banjo, arpa ed altri.

Tutto questo è messo al servizio dell’ispirazione dell’autore, intenzionata a forgiare l’album più personale possibile come suggerito dalle sue parole: “this is not for you in the end, this is what i needed it to be”.

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La voluta confusione della musica non è mai caos, è come nebbia fitta che rende imperscrutabile le vie notturne di una città deserta nascosta dalla pioggia. È come il suono di un sogno che non riesci a ricordare pur ricordando di averlo sognato. È la nostalgia di un ricordo che talvolta sembra farsi più vivido, altre volte sembra sfuggirci perché in fondo noi siamo solo spettatori ai quali non può essere tutto palesato e concesso.

Gnossienne è di una bellezza pop malinconica che si fa fatica a trovare altrove: la resa volutamente lo-fi, l’assenza di filtri per ripulire il suono, fanno tutti parte di una necessità di ricreare un flusso emotivo presente nella testa del suo autore che qui è messo in musica in maniera a dir poco perfetta. Insomma, un piccolo grande gioiello di hypnagogic pop, una concessione di  Matthew McMurry che ci ha aperto la parte più vitale della sua mente.

Cosa lo lega però alle opere di Satie, considerando che la parte “visibile” sembra non avere molto in comune? Innanzitutto simile è il clima che si viene a creare, una sorta di rapimento “mistico e sensuale”, estatico, anche se, nel caso di questo album si tratta di una quiete quasi squarciata.

Formalmente, anche Haunted Disco utilizza un linguaggio semplice, se non proprio minimalista comunque riconducibile ad alcune branchie dello stesso e Satie è certamente tra gli antesignani dello stile per la sua scarsa formazione associata ad una incredibile essenzialità e linearità.

Come in Satie, qui non troviamo il fracasso rumoroso della pulsione emotiva che deflagra in tutta la sua maestosità, quelle emozioni tanto forti da riuscire anche a fare male. In entrambi i compositori l’intento è quello di dare un’idea di pace ai sensi, di distenderli, di solleticarli senza irritare così da invogliarci a cercare la tranquillità dell’anima, la stessa che probabilmente cerca lo stesso autore del Gnossienne moderno.

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John Cage affermò che “non si tratta di sapere se Satie è valido. Egli è indispensabile”. Non voglio spingermi a dire lo stesso di Haunted Disco. Di certo, questo album è stato indispensabile per chi lo ha composto: basta questo per iniziare ad amarlo.

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Last modified: 25 Maggio 2021