Recensioni #13.2018 – Duracel / Heavenblast / Second Youth / GTO

Written by Recensioni

Duracel – Supermarket

29595197_10155044134576307_4694341170261441801_n2018 | Indiebox Music | Alternative Rock, Punk Rock
pagina Facebook ]
Per gli appassionati di Punk italiano, di quello un po’ cazzone che parla di alcol, sbandate, amore e nostalgia, ogni uscita come questa è motivo di giubilo. Nel caso dei veneziani però, in studio dopo quattro anni da L’Ora d’Aria e con quindici anni di storia alle spalle, c’è qualcosa di più perché Supermarket sembra solo fuori tempo massimo ma per il resto, perfetto a suo modo; un disco che se fosse uscito decenni fa, con i lavori migliori di Impossibili, Senza Benza, Deh Pills, Killjoint, ora sarebbe anch’esso in quella lista di cult recordings che ci teniamo stretti nei ricordi e nella colonna delle musicassette fatte a mano. La voce di Zamu (bassista dei Derozer) intesse melodie che si ficcano in testa in quattro secondi e lo stesso timbro e stile riescono ad allargare la musica dei Duracel dal più semplice Punk Rock verso lidi impensabili anche se per pochi attimi. Un classico che – per ovvi motivi di pubblicazione anagrafica – classico non può essere e non lo sarà mai perché forse il tempo per queste cose è finito da tempo ormai. O forse no.

Heavenblast – Stamina

27750885_1802224873185217_448069686197351900_n2018 | Music Force | Power Metal, Symphonic Metal, Prog Metal
pagina Facebook ]
Nati artisticamente ad inizio millennio, i chietini Heavenblast possono ormai annoverarsi tra le band di punta della scena Power Metal italiana. Dopo l’esordio omonimo del 2003 in cui lo stile peculiare della band sembra fondersi alle sonorità di band come Therion e Blind Guardian e il successivo Flashback in cui più chiara si fa la presenza di elementi Prog alla maniera di certi Death, nel 2008 la band sembra giungere alla fine della sua storia. Tre anni dopo, Donatello e Nico decidono di ridare vita agli Heavenblast, di tornare sui palchi e di realizzare questo concept sul tema della libertà e ribellione. L’addio di Nico alla fine delle registrazioni non ferma la band che realizza anche il suo primo videoclip. Stamina è un disco di difficilissimo approccio innanzitutto perché estremamente variegato, con le più disparate influenze e stili che spesso entrano in contatto anche nello stesso brano. Si tratta di Metal, certo, ma non pochi sono gli episodi in cui ci sembra di essere di fronte a qualcosa di diverso. Difficile dare un giudizio preciso; quello che è certo è che dischi come Stamina rischiano di piacere un casino agli appassionati del Metal più cervellotico ma di far fuggire a gambe levate tutti gli altri. Tipo me.

Second Youth – Dear Road

27545013_1095330230609381_3709898813317507329_n2018 | Indiebox Music | Punk Rock
pagina Facebook ]
Seconda uscita Punk Rock per la Indiebox nello stesso articolo ma questa è roba di tutt’altro genere. A differenza dei Duracel di cui vi parlo sopra, il Punk dei Second Youth è certamente più britannico, più aggressivo e rispondente a quelle peculiarità del Punk che ne hanno fatto tra i pochissimi generi capaci di creare inni generazionali. Per i Second Youth si tratta del primo album full length ma la speranza è che sia solo il primo di una lunga serie. In Dear Road funzionano a meraviglia le melodie e le linee vocali, funziona lo stile messo in mostra, funzionano gli arrangiamenti alla faccia di chi pensa al Punk come a musica suonata da gente che non sa suonare, funziona il messaggio che traspare dai pezzi come un sincero atto d’amore verso il Punk Rock, funziona la voce di André Suergiu mirabile nelle sue imperfezioni, in quello stridere strascinato. Dear Roar è ovviamente qualcosa di fin troppo legato al passato per farci gridare al miracolo; ma è un disco fatto cosi fottutamente bene che la mia giornata ora è una giornata migliore. E dal buon caro vecchio amico Punk, oggi, questo può bastarmi.

GTO – Super

copsuper2018 | Music Force | Folk Rock
pagina Facebook ]
Suonare Folk Rock in Italiano nel 2018 non è impresa per chi si arrende facilmente. Evidentemente se oggi, dopo venticinque anni dalla loro “nascita”, troviamo ancora la band umbra a sfornare nuovi dischi, di coraggio e voglia di lottare deve averne ancora tanta. Sei album in diciotto anni, una vittoria a una vecchia edizione dell’ormai defunto Arezzo Wave, qualche buon singolo anche sfruttato per situazioni extra band, passaggi radio e tv e ovviamente tanto palco. I GTO non hanno più alcuna pretesa, non hanno più nulla da dimostrare, non hanno obiettivi da raggiungere a tutti i costi e la cosa finisce per sentirsi tutta nella loro musica, genuina come non te lo aspetteresti mai. Genuinità che poi non necessariamente si traduce in pezzi memorabili, anzi; il disco scorre via senza farci sussultare troppo, abbastanza banale nel suono, a tratti simpatico ma forse fin troppo liscio e nostalgico. Bisogna amare tanto il Folk Rock italiano per innamorarsi di questo disco; non è il mio caso ma un pezzo di storia underground (nell’accezione di “nascosto”) del genere non andrebbe neanche giudicato.

Last modified: 18 Febbraio 2019