Dogleg – Melee

Written by Recensioni

La semplicità efficace del pop punk fa dell’album della band di Detroit un ottimo debut.
[ 13.03.2020 | Triple Crown | emo, post-hardcore ]

Eccomi a raccontarvi di uno dei migliori esordi ascoltati nell’anno in corso, Melee, del quartetto statunitense capitanato da Alex Stoitsiadis (voce e chitarra) ovvero i Dogleg, formazione di stampo midwest emo e post hardcore che non disdegna melodie accattivanti e perfette per il popolo indie e una semplicità propria del pop punk che tanto si scorge anche nello stile canoro e nei cori insistenti.

Un disco che sa essere, nella sua apparente semplicità, energico e appassionato, inquieto e brutale, melodico e frastornante, capace di unire l’emotività di band come i Brand New, alla brutalità degli At The Drive e il noise pop dei Cloud Nothings; la velocità trascinante di The Thermals a passaggi più tecnici e rock in stile Strokes.

Oltre tutto questo, Melee è anche un disco in grado di evocare un’adolescenza spensierata, in cui i problemi sembrano montagne ma sono solo sfide che ci aiuteranno a costruire quello che saremo. La semisconosciuta band di Detroit fa tutto quello che si dovrebbe fare per svegliarci dal torpore generato da un appiattimento del rock verso sonorità sempre più compassate; ci prende a calci e spinte sotto il palco, ci getta a terra ma ci protegge dall’essere calpestati, ci da la mano per rialzarci e ricomincia a prenderci a spallate fino a quando finiamo per capire che stiamo ballando con la nostra voglia di vivere che indossa la maschera della rabbia, contro tutto quello che ci spingerebbe nell’abisso della depressione e inseguendo ogni nostro istinto più umano.

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Last modified: 6 Maggio 2020